TENNIS – Di FABRIZIO SALVI. A Basilea eliminati Raonic e Dimitrov, seconda e sesta testa di serie. Lorenzi non tradisce e giocherà contro Nishikori.
P. Lorenzi b. N. Mahut 6/4 7/6(4)
È un Paolo Lorenzi che definire monumentale non è un’esagerazione giornalistica, ma la pura verità. Vuoi per la superficie poco congeniale al suo gioco, vuoi per l’avversario – Mahut – piuttosto avvezzo al gioco su campi veloci, fatto sta che Paolo ha messo in piedi una prestazione davvero splendida, monumentale appunto. “Alla fine stare tutto questo tempo sul cemento mi fa bene, riesco ad andare più spesso a rete e sono contento così” dirà felicissimo Paolo a fine partita. “Sto lavorando molto per migliorarmi, anche se non credo di aver fatto una preparazione particolare”
I meriti di Lorenzi non sconfinano nei demeriti di Mahut, che ha giocato un tennis propositivo e molto veloce, ma non ha frequentato le zone della rete con la stessa cadenza che di solito mette in mostra.
Un primo set giocato ad alta intensità quello di Lorenzi, con l’intenzione non solo di difendersi, ma di attaccare, con le sue armi, sicuramente meno scintillanti, o appariscenti se preferite, di quelle del francese, ma molto più efficaci quest’oggi. Il break che spiana la strada è arrivato subito, al primo game ed è stato difeso con i denti dall’italiano.
Mahut è solito perdere in concentrazione quando le cose non girano come lui vorrebbe, e così è stato nel secondo set. Il doppio fallo, arrivato in un momento delicatissimo quando il display mostrava il parziale di 2 giochi a 2, ne è la riprova tangibile e sanguinosa sul risultato, ormai compromesso sul 3 a 2 per Lorenzi. L’occasione, non l’ultimissimo treno come vedremo, si ferma con il carico di due fragorose palle break, ma è ancora una volta formidabile Paolino nell’annullarle.
Proprio sul più bello, con l’arrivo li ad un passo, qualcosa si blocca nel meccanismo di Lorenzi che dopo aver fallito un match point, concede addirittura il break e rimette in corsa Mahut. Il tie-break finale è la logica conseguenza e il Lorenzi riesce ancora una volta a tirare fuori il meglio di sé, vincendolo. Esce dal campo molto deluso Nicolas Mahut che rivela, quasi stizzito, “non sono per nulla sorpreso del livello di gioco di Lorenzi, so benissimo che è un giocatore di qualità”.
Adesso per Paolo c’è davanti l’ostacolo Nishikori “Mi ci sono allenato due giorni fa, spero di fare una buona partita”.
M. Granollers b. H. Laaksonen 6/3 3/6 6/2
Clima da Davis per il giovane tennista svizzero Henri Laaksonen, che qualcuno ricorderà per la bella prova che offrì lo scorso marzo a Pesaro in Davis Cup contro Andreas Seppi. Bandiere elvetiche e campanelli tipici di questa terra hanno fatto da cornice ad una partita che è risultata più divertente di quanto previsto.
Marcel Granollers ha provato fin da subito a far sentire il maggior peso dei suoi colpi, condendo il tutto con tocchi di qualità ai quali ci ha abituato. Tutti i tre set si sono giocati sulla diagonale del rovescio e chi prima riusciva a girarsi sul diritto, in genere, aveva la meglio nello scambio.
Dopo un primo set davvero poco incoraggiante di Laaksonen, con molti errori al servizio e altrettanti nei colpi a rimbalzo, è riuscito a poco a poco nel suo intento, quello di uscire dalla trappola di palle velenose che lo spagnolo gli faceva puntualmente pervenire. Quindi, dopo un primo set chiuso 6 a 3 per l’iberico, la storia è completamente cambiata nel secondo, con la rinnovata fiducia presa dal padrone di casa.
Anche il pubblico ha fatto la sua parte, facendo leva sulle incertezze dell’avversario e ad ogni occasione ha spinto il suo giocatore. Il secondo set è andato così all’elvetico che, di colpo, ha riaperto la partita. Purtroppo per lui il break subito nel secondo game ha indirizzato la partita verso il binario opposto, quello di Granollers, e il divario si è poi rivelato incolmabile. Laaksonen esce comunque tra gli applausi e conscio di aver fornito una bella performance.
R. Berankis b. M. Raonic 3/6 6/3 6/3
Prova grigia, da studente rimandato a settembre per utilizzare termini comuni ai liceali, quella di Milos Raonic contro Ricardas Berankis. Le idee sembrano mescolarsi tra loro e ne escono soluzioni confuse che un giocatore del suo livello non dovrebbe permettersi. I suoi colpi, sempre aggressivi e volti a portare via l’avversario dal campo, come si dice in gergo tennistico, finiscono per dare più di una chance al lituano. Dalla sua Berankis ha un gran fisico che, sebbene non particolarmente alto con il suo metro e settantacinque, gli permette di correre a destra e a sinistra con estrema facilità. Alla fine a Raonic basta il minimo sindacale – l’unico break – per aggiudicarsi il primo set, non di ottimo auspicio vista la sofferenza mostrata anche nei suoi turni di servizio.
Nel secondo parziale l’ordine delle battute viene rispettato fedelmente e, complice qualche stecca di troppo del canadese, la partita si allunga. La chance giusta arriva per tutti, ed è stato così anche per Berankis, che approfitta di un diritto affossato in rete da Raonic per rubargli il servizio. Il lituano non appare nemmeno così in difficoltà nel fare le cose a lui meno congeniali, e sembra completamente a suo agio nel match, tant’è che chiude il secondo set a suo favore.
Berankis mette finalmente e, perché no, meritatamente la testa avanti per la prima volta nell’incontro nel quinto gioco, quando riesce nella prodezza di difendersi dai violenti colpi di Raonic e ricambia tirando un lob che tocca la riga di un millimetro. Tanto basta per aggiudicarsi il break. Da li in avanti, invece di squagliarsi sotto il peso della responsabilità di dover fare gara di testa, si convince ancora di più di potercela fare e migliora la qualità delle sue giocate. Chiuderà brillantemente l’incontro a suo favore in un’ora e cinquanta minuti, per giunta rubando di nuovo il servizio a Raonic.
G. Muller b. G. Dimitrov 6/7(9) 6/4 6/4
È un Grigor Dimitrov piuttosto corrucciato quello che esce dal centre court di Basilea dopo la sua sconfitta contro Gilles Muller. Un incontro che ha raccontato di un Dimitrov spento, irretito dal gioco di Gilles Muller, che è un mestierante di queste superfici e sa perfettamente cosa fare. Altra cosa è parlare di una vittoria avvenuta in rimonta da parte del lussemburghese che, dopo aver perso il primo set, aveva cominciato malissimo anche il secondo, subendo il break. La spinta di Dimitrov si è andata via via affievolendo, e questo ha permesso al gioco arioso di Muller di farlo rientrare nel match, dapprima riprendendosi il break, perso in precedenza, poi piazzandone uno nel finale che gli è valso il set.
La delusione del bulgaro è riconducibile agli istanti finali del match, quando l’incontro stava lentamente protraendosi fino al tie-break e invece si è fatto soffiare il servizio. Vittoria in tre set per Muller che adesso aspetta di conoscere il suo avversario che uscirà dall’interessantissimo incontro tra Florian Mayer e l’effervescente Benoit Paire.
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