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Wimbledon, Murray e il peso di essere il grande favorito

TENNIS

WIMBLEDON,LONDRA – Andy Murray è il favorito per vincere questo Wimbledon edizione 2016. Non lo è da oggi, lo è da un po’ di tempo. Dall’inizio, almeno alla pari con un Djokovic che, nonostante non stesse giocando al livello dello scorso anno, sembrava praticamente imbattibile.

Dopo l’eliminazione del serbo, lo è diventato ancora di più. Buon per lui, ha e ha avuto più tempo per abituarsi alla cosa. Non bene per lui, perchè lo sa pure Muzza che non puo’, non deve sbagliare. Un vincitore diverso dall’alfiere di Dunblane sarebbe, per Andy nostro, un fallimento. Sì, perchè Nadal non c’è, Djokovic è uscito e Federer sta più acciaccato di Sturaro dopo Germania-Italia e ha 35 anni. Insomma, ‘sta benedetta storia dei Fab Four… gli vogliamo dare un senso? Altrimenti chiamiamola “La Santissima Trinità” e non ci pensiamo più.

Il fatto che Murray sia favorito lo si è visto oggi, in maniera palese, nel suo match vinto contro Tsonga. Dite: perchè ha vinto facile giocando un tennis da favola? Mmmmm, no. Si vede perchè ha giocato sempre un po’ spaventato, come se la nazione, la Gran Bretagna post Brexit fosse (ancora una volta) sopra la sua testa. E quindi, quando la partita, dopo i primi due set (vinti) sembrava essere andata via in maniera tranquilla, Andy l’ha ingarbugliata senza nessun preavviso. Per carita, Cassius Jo ci ha messo del suo. Altrochè. A tratti il francese, da molti dato in fase declinante, è stato capace di inventarsi un tennis ancora sublime. Non solo: ha anche combattuto con una “garra” che per lunghi momenti nella sua carriera è mancata, ed è un peccato. 

Ad un certo punto, ad inizio quinto set, c’era quasi la sensazione che Tsonga potesse pure vincerla, questa partita. Una sensazione durata poco e nulla. Troppo più in forma fisicamente Murray, e Jo ad un certo punto benzina non ne aveva più. 

Murray prima della conferenza stampa aveva comunque avvertito tutti che questa contro il semifinalista del 2011 non sarebbe stata certo una passeggiata. E lui diciamo che ha contribuito molto, a trasformare una corsettina mattutina in una scalata al Nanga Parbat. Gli servirà da lezione tutto questo? Forse, o forse Murray ama talmente tanto odiare tutti i suoi parenti e amici durante la partita, gli piace così tanto insultare tutta l’umana stirpe che bho, va bene così. Contento lui, contenti tutti. 

Luigi Ansaloni

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