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La favola di Goran Ivanisevic in quell'indimenticabile Wimbledon 2001

TENNIS – Tra poco più di due settimane inizia Wimbledon. Il torneo dei tornei, dove 15 anni fa Goran Ivanisevic realizzò una delle più grandi imprese tennistiche e sportive di sempre.

Da qualche settimana giustamente si sta parlando in ogni dove della ‘favola Leicester’ . La squadra allenata da Claudio Ranieri ha compiuto un vero e proprio miracolo avendo la meglio nel campionato inglese su avversarie molto più blasonate e ricche realizzando così una delle più grandi imprese sportive di sempre. E il tennis? Beh, anche nelle racchette non sono mancate grandi e inaspettate epopee dove alla fine non hanno vinto i favoriti ma coloro che mai e poi mai qualcuno si sarebbe immaginato di vedere trionfare.

Dopo i soliti tornei di preparazione, a cui quest’anno si è aggiunto Stoccarda che si sta disputando in questi giorni, inizierà il più prestigioso dei tornei: Wimbledon. Una competizione la quale anche negli ultimi anni ha regalato alcune belle edizioni ma forse nessuna come quella del 2001. Negli occhi, nella mente e nel cuore di molti appassionati permane ancora in modo indelebile la suddetta edizione per via di match memorabili come la vittoria agli ottavi del giovane Federer sul suo idolo Sampras di cui i manti erbivori londinesi erano il giardino di casa (7 trionfi su 8 partecipazioni dal 1993 al 2000); o come la bellissima finale giocata il lunedì (di cui parleremo fra poco) in un clima da calcio dove un pubblico composto da australiani e croati tifarono in modo sfegatato per i rispettivi connazionali che si giocavano il titolo: ossia Patrick Rafter e Goran Ivanisevic, il quale si aggiudicò la partita e la cui vittoria contribuì in maniera significativa a consegnare quell’edizione alla storia sportiva.

Il croato era considerato ormai un giocatore finito, dato che le due annate precedenti erano state piuttosto disastrose: pochi mesi prima aveva addirittura partecipato ad un challenger per ritrovare forma e condizione e alla vigilia di Wimbledon era numero 125 in classifica, posizione che non gli avrebbe consentito di partecipare allo slam; per fortuna gli organizzatori dell’evento decisero di dargli una wild card.  Aveva manifestato qualche segno di miglioramento durante i tornei di marzo sul cemento ma nulla che potesse presagire un exploit nel torneo a lui più caro, anche per via delle sue caratteristiche di gioco, dove non era riuscito a trionfare nemmeno nei suoi anni migliori perdendo tre finali (la prima contro Agassi e le altre due contro Sampras).

Eppure il nativo di Spalato fu capace di una cavalcata memorabile in cui ebbe di fronte avversari tutt’altro che morbidi. Nei primi turni dovette vedersela con un giovane Andy Roddick, che seppur agli esordi era già numero 30 del mondo, e con Greg Rusedski, mai facile da superare. Più avanti nel torneo battè Marat Safin, il quale non fu mai un vero specialista dell’erba ma che era comunque un signor giocatore come aveva dimostrato qualche mese prima agli Us Open demolendo in finale un attonito Sampras. In semifinale, in un appassionante match interrotto più volte per la pioggia, sconfisse l’idolo di casa Tim Henman, il quale stava già pregustando la sua prima finale a Londra ma che anche quella volta dovette fermarsi un passo prima. Ultimo ma non ultimo Pat Rafter; l’australiano non era certamente lo sfavorito visto che era la testa di serie numero tre e che sull’erba si muoveva come un pesce nell’acqua. Ma Ivanisevic riuscì a superare anche lui dopo cinque emozionanti set e ad esplodere in lacrime di gioia per la conquista dello slam a lui così spesso sfuggito negli anni precedenti, diventando così il primo a vincere Wimbledon con una wild card.

Nel tennis non sono mancate anche dopo delle belle e inaspettate imprese: come la vittoria di Thomas Johansson all’Australian Open 2002 o quella di Marin Cilic (il cui coach guarda caso è proprio Ivanisevic) allo Us Open 2014. Ma il trionfo di Goran nel 2001 a Londra è stato tutta un’altra cosa: partite memorabili, episodi leggendari (uno per tutti, il croato che perseguitava i poveri raccattapalle durante le finale chiedendogli nell’ultimo game di dargli ogni volta la palla con cui aveva appena fatto punto), il fatto che fosse considerato un grande giocatore ormai in disgrazia e altro ancora. Una vittoria talmente diversa rispetto ad altre che Hollywood ha realizzato un film (vabbè, piuttosto trascurabile: “Wimbledon” del 2004 con la regia di Richard Loncraine e con l’attore Paul Bettany nella parte di Ivanisevic) liberamente ispirato alla vicenda.

Per tutto questo pensiamo che sia giusto ricordare il quindicennale di quell’incredibile edizione dello slam più antico che regalò agli appassionati una straordinaria epopea con protagonista un tennista indimenticato: Goran Ivanisevic.

 

 

 

 

 

 

Salvatore De Simone

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Salvatore De Simone

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