TENNIS – MADRID. Ancora una volta, come nella finale del 2015, Andy Murray ferma il cammino di Rafael Nadal a Madrid. Dodici mesi fa fu una finale senza storia, oggi invece c’è stata tanta battaglia per quasi due ore e quindici minuti fino al rocambolesco 7-5 6-4 in favore del n.2 del mondo.
Così Murray è ancora in finale, un anno dopo. Un cammino cominciato con qualche difficoltà contro il bel gioco di Radek Stepanek e poi proseguito senza troppe paturnie con l’episodio simbolo del netto 6-3 6-2 di ieri ai danni di Tomas Berdych. Zitto zitto, ha ancora la possibilità di un bis che a questo punto avrebbe dell’incredibile, sia che dall’altra parte della rete trovi Kei Nishikori che Novak Djokovic, perchè se quest ultimo è il n.1 del mondo, il giapponese a Madrid ha sempre giocato un tennis molto solido sfiorando il successo nella finale del 2014.
Oggi però bisogna anche registrare una prova piuttosto negativa di Nadal, che oltre alla solita grinta ed al bel gioco che sta esprimendo nelle ultime settimane non è mai stato decisivo nei momenti importanti. Nel primo set, indietro 5-6, ha subito il break decisivo a zero facendosi trascinare nella ragnatela di scambi dal suo avversario, che poi sull’ultimo punto ha esploso una grande risposta vincente. Nel secondo set invece ha mancato le prime otto palle break avute, ha ceduto il servizio dopo averne sciupate sei in un unico game e sul 2-4 non ha chiuso un game da 15-40. Non di meno, dopo aver ripreso il turno di servizio per gentile concessione di uno scozzese che proprio sotto il traguardo ha perso il bandolo della matassa (un rovescio lungolinea lungo sul match point ed un errore grossolano con il dritto a metà campo) si è divorato un comodo smash che ha portato l’avversario sul 15-40 nel game successo ed ha chiuso poco dopo la sua partita.
La prima sconfitta di Nadal sulla terra rossa europea arriva dunque al terzo torneo giocato, ma per il genere di avvicinamento che aveva fatto a questo incontro, con la voglia di rivalsa dopo la sconfitta dello scorso anno e tutto il sostegno del pubblico di casa (il “Sì se puede” urlato a pieni polmoni sugli spalti dopo il break regalato era più simile ad un match di Coppa Davis, ma si può comunque comprendere) è venuto a meno in termini di cattiveria e spessore. Se si tratta solo di una giornata negativa o del significato che le tante partite giocate non hanno potuto farlo rendere al meglio, lo scopriremo al Foro Italico tra qualche giorno.
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