TENNIS – Di Giancarlo Di Leva
Dopo Borna Coric, finalista a Chennai nella prima settimana della stagione (perse da Stan Wawrinka), il diciottenne Taylor Fritz, classe 1997 e grande speranza del tennis americano è il secondo “teen” a raggiungere una finale nel circuito maggiore dal 2008, quando vi riuscì Cilic che vinse il torneo di New Haven all’età di 19 anni e 10 mesi.
A Memphis, entrato in tabellone grazie a una wild card, dopo aver superato in scioltezza il coetaneo Mmoh, ha battuto al 2° turno la testa di serie n.2, il connazionale Johnson (n.30 del mondo) e in sequenza poi Becker e Berankis prima di arrendersi, nell’ultimo atto, al favorito n.1 Nishikori che ha rivinto il torneo per la 4° volta consecutiva, impresa riuscita tra i giocatori in attività soltanto a Djokovic (ATP Finals, Shanghai), Federer (Halle, Wimbledon e US Open) e Nadal (Montecarlo, Barcellona e Roland Garros per due volte).
Fritz, da n.694 del ranking appena quattro mesi fa (5 ottobre 2015) si è assestato appena fuori i top-100. In questo frangente ha vinto 30 match in 11 tornei, conquistando quattro tornei Challenger. Ha battuto tre top-100 e alla sua prima apparizione in uno Slam, ha perso agli Australian Open dal connazionale Sock (n.22) al termine di una partita durata 5 set.
Ma la settimana ha visto la solida prestazione di un altro “97” in evidenza: il tedesco Alexander Zverev che a Rotterdam ha superato il canadese Vasek Pospisil (n.41) e Gilles Simon (n.15) prima di cedere nei quarti a Monfils (7/6 6/3). Quello di Simon è uno scalpo prestigioso che si aggiunge a quello di Marin Cilic (n.13) raccolto a Montpellier la settimana scorsa e a quello di Kevin Anderson (n.14) dello scorso anno a Washington. Risultati che portano il giocatore ad un passo dai primi 50 del mondo.
La sfortunata edizione olandese, in cui per la prima volta è mancata la presenza di tennisti top-10, ha visto trionfare a sorpresa Martin Klizan, primo tennista ad imporsi dall’inizio dell’anno senza essere compreso tra le teste di serie. Lo slovacco è giunto al traguardo, passando quattro volte (su cinque) per il 3° set, rimontando tre volte un parziale di svantaggio e annullando nel corso del torneo otto match point (cinque a Bautista Agut e tre a Mahut). Per lui è il quarto in carriera e secondo indoor dopo San Pietroburgo 2012 che lo spinge a soli settanta punti dal suo best ranking (n.24) risalente ad aprile dello scorso anno.
A Buenos Aires invece si è imposto l’austriaco Dominic Thiem al 4° successo in carriera, dopo aver eliminato in semifinale Rafael Nadal. Battendo in finale Almagro, ha interrotto una striscia di vittorie spagnole nella capitale argentina che andava avanti dal 2009. Il tennista di Murcia è tornato a giocare una finale dopo quasi due anni (Houston 2014, perda da Verdasco) rivedendo anche la top-50 ad un passo dopo aver passato mesi fuori dai 100 a causa di un infortunio.
Tra gli azzurri, sempre più ammirevole Paolo Lorenzi. Nonostante la sconfitta da Nadal ai quarti, il trentaquattrenne toscano è a un passo dal suo best ranking (n.49) da cui lo dividono solo due punti. Non difenderà nulla questa settimana a Rio De Janeiro dove l’aspetta al 1° turno il derby con Marco Cecchinato alla ricerca disperata della prima vittoria in un match del circuito maggiore dopo 11 sconfitte.
Roberta Vinci ha ottenuto il più importante successo della sua carriera vincendo il torneo WTA Premier di San Pietroburgo battendo in finale la diciannovenne Belinda Bencic che dopo aver trascinato la scorsa settimana la sua Svizzera ad una storica semifinale in Fed Cup è entrata tra le top-10 al n.9, prima tennista a riuscirci in questa stagione e centosedicesima da quando nel 1975 fu istituito il ranking computerizzato.
Per Roberta si tratta del 10° torneo vinto in carriera, a distanza di oltre due anni dal successo ottenuto a Palermo nel 2013. Appena davanti a lei, Cecchini e Pennetta:
Ora, come abbiamo già più volte ricordato, la top-10 è ancora più vicina e già questa settimana potrebbe esserci il raggiungimento del traguardo, tenendo comunque conto che i punti da difendere nelle prossime settimane sono davvero pochi (106 fino a fine aprile).
Il torneo russo ha portato alla ribalta anche un’altra tennista nata nel 1997: trattasi della beniamina di casa Daria Kasaktina, giunta in semifinale dove è stata fermata solo dalla connazionale Bencic. La tennista russa aveva già superato Carla Suarez Navarro lo scorso ottobre al torneo di Mosca e Venus Williams ad Auckland all’esordio stagionale. Ora in classifica è già n.45, la più giovane tra le top-50 davanti proprio a Bencic.
Venus Williams, infine, passeggia a Taiwan portando a casa il titolo n.49 senza perdere un set e tornando a ridosso delle top-10 da cui dista 110 punti (Safarova a 3481). A 35 anni e 7 mesi è la 4° tennista più anziana a vincere un torneo Wta.
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