TENNIS – Di GIOVANNI DI LEVA. Il warm up degli italiani in preparazione agli Australian Open si chiude in modo malinconico, lasciandoci sensazioni poco confortanti in vista del primo grande appuntamento della stagione.
Dopo la prima settimana, nella quale quantomeno avevamo assistito a due buone partite della Vinci (contro Jankovic e Cibulkova) e in campo maschile ci eravamo rallegrati per Thomas Fabbiano, che aveva rotto il ghiaccio vincendo i primi 2 match in carriera nel circuito maggiore, nella seconda settimana viceversa i risultati nel complesso sono stati deludenti; tanto più se si considera l’esito delle qualificazioni agli Aus Open, dove in campo maschile avevamo ben 10 tennisti al via e in quello femminile avevamo Francesca Schiavone che inseguiva il suo sogno di eguagliare il record delle 62 partecipazioni consecutive a tornei dello Slam detenuto dalla giapponese Sugiyama.
Cominciamo dai tornei della settimana dove in campo femminile avevamo in campo Sara Errani e Roberta Vinci a Sidney e Camila Giorgi a Hobart, dove era tds n.2 ma partiva sulla carta da favorita n.1 per effetto del ritiro, a ridosso dell’inizio, della tds n.1 Stephens, reduce dal successo della settimana precedente a Auckland. Nel complesso le italiane hanno chiuso con un bilancio positivo (4 successi e 3 sconfitte) ma è pur vero che la Errani , dopo aver superato brillantemente due avversarie ostiche come la Suarez Navarro e la Jankovic, è crollata contro la Kuznetsova che certamente era in splendida forma tanto da vincere il torneo.
Resta l’amaro in bocca anche per la Vinci, he ha ceduto alla Stosur rimettendola in partita dopo essere stata avanti 6-4 2-1 e servizio e aver sprecato 3 palle per tornare avanti di un break sul 2 pari, che le avrebbe probabilmente spianato definitivamente la strada del successo contro un’ avversaria che fino a quel momento era apparsa contratta e sufficientemente in confusione. Roberta si sarebbe ritrovata al secondo turno la Hantuchova, proveniente dalle qualificazioni e ormai in disarmo, e poi la Puig, altra qualificata: il che le avrebbe consentito di guadagnare altri punti preziosi per avvicinare le Top 10, suo principale obiettivo di quest’anno.
E infine Camila Giorgi che, in virtù del livello di gioco espresso a Auckland contro la Kerber per un set e mezzo, ci aspettavamo di vedere arrivare fino in fondo a Hobart, invece ancora una volta è andata in corto circuito e al terzo ostacolo, perdendo 7 su 9 dei propri turni di battuta, in 1h19m ha fatto resuscitare la Bouchard che 3 partite di fila, in un torneo a 32 giocatrici, non le vinceva da maggio 2014 a Norimberga e che in finale è stata mortificata dalla Cornet (6/1 6/2).
Volendoci consolare diciamo che rispetto al 2015 dopo due settimane il bilancio delle azzurre è stato di 6W/7L rispetto alle 7W/9L del 2015. Il bottino di punti raccolti dalle azzurre assomma a 264 rispetto ai 213 dello scorso anno.
In campo maschile l’esordio stagionale di Fognini è stato sostanzialmente anonimo benché sia riuscito ad impegnare Tsonga (5/7 6/7) dopo aver sconfitto il portoghese Sousa e l’olandese De Bakker proveniente dalle qualificazioni. Deludente Seppi, uscito per mano di Mahut al 2° turno a Sidney dopo aver superato l’uzbeko Istomin, capitato per la 10° volta sulla strada del tennista altoatesino che è in vantaggio per 7-3 negli head to head. Preoccupante Bolelli che è riuscito a fare peggio che a Doha cedendo all’esordio (6/2 7/5) al 25enne americano Sarkissian, n.195 del ranking, al suo terzo match nel circuito maggiore.
Il warm up degli azzurri si conclude quindi con 6W/9L rispetto alle 6W/8L di un anno fa. Il bottino complessivo di punti è stato di 130 rispetto ai 185 punti raccolti nel 2015.
A farci sorridere ci ha pensato ancora una volta l’ammirevole Lorenzi, che con una strategia chirurgica nella scelta dei tornei è riuscito a 34 anni a far suo l’ennesimo challenger (17° in 30 finali) in quel di Canberra conquistando altri 90 punti che lo hanno riportato in classifica a ridosso dei top 50 (al n.57), superando anche Bolelli che viceversa ha perso posizioni scivolando al n.64.
Disastroso anche l’esito delle qualificazioni agli Aus Open: nel tabellone maschile c’erano 10 azzurri e nessuno è approdato al turno decisivo. Donati, Fabbiano e Giustino, gli unici a superare il primo scoglio, hanno tutti perso in due set nel turno successivo contro avversari ampiamente alla loro portata.
E infine la nota più dolorosa per tutti noi: Francesca Schiavone ha visto sfumare il suo sogno ovvero il record di Slam consecutivi disputati. Francesca si ferma a 61, a una sola tacca dal primato di 62 raggiunti dalla giapponese Sugiyama. Tra le tenniste in attività la prima candidata a questo record diventa la serba Jankovic per il momento giunta a 49:
Sugiyama: 62 |
Schiavone 61 |
Likhovtseva 54 |
Dechy 54 |
Schneyder 52 |
Jankovic 49 |
Coetzer 46 |
Raymond 46 |
Dementieva 46 |
Alcune notazioni statistiche sui tornei disputati in settimana:
Il serbo Troicki è riuscito nell’impresa di confermarsi campione a Sidney battendo un tennista blasonato come Dimitrov al termine di una finale avvincente. 2 dei 3 successi in carriera (e 4 delle 8 finali) del tennista serbo sono stati ottenuti nella città australiana. E’ il secondo tennista in questo inizio di stagione che si riconferma campione dopo Wawrinka a Chennai.
Nella stessa città la russa Kuznetsova ha vinto il suo 16° torneo. La tennista di San Pietroburgo torna tra le top 20 dopo quasi 9 mesi (n.18 il 25 maggio 2015 alla vigilia dello Slam parigino).
11 a zero il bilancio di Tsonga nei confronti degli italiani dal 2008 quando a Sidney fu sconfitto da Andreas Seppi al 1° turno. Fu quello anche il primo confronto del tennista francese con un italiano nel circuito maggiore.
E infine pur senza giocare, Roger Federer inanella l’ennesimo record da aggiungere al suo palmares: 596 settimane nella Top 3 staccando Jimmy Connors che si fermò a 594. Tra i giocatori in attività Djokovi
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