TENNIS – Dal nostro inviato a Melbourne Diego Barbiani
E venne il giorno in cui Roger Federer chiese scusa. In conferenza stampa, quest oggi, lo svizzero si è preso la responsabilità di aver detto delle frasi su Bernard Tomic che non erano del tutto corrispondenti a realtà.
“Colpa mia” ha detto, riferendosi a quella piccola polemica nata nei giorni scorsi tra quanto aveva detto a Brisbane che l’australiano, ancora, non era così vicino ai top-10. “Lui pure non è così vicino a Djokovic” aveva ribattuto. “No ad essere sinceri è stato un errore mio. Al rientro dalla off-season non avevo ancora controllato il ranking, non lo faccio quasi mai ad essere sinceri e quando poi, uscito da quella conferenza stampa, mi sono detto di essere stato un po’ duro ho preso la classifica ATP attuale e l’ho visto dentro ai primi 20 del mondo. Non pensavo fosse così alto. Pensavo fosse tra 50 e 60, proprio non avevo idea. Colpa mia”. Poi conclude: “Ad ogni modo, sono sempre dell’idea che un conto sia arrivare in top-10 e starci un breve periodo ed un altro sia arrivare in top-10 e starci stabile per tanto tempo. Sono tanti i tennisti che possono arrivarci, compreso Tomic, ma bisogna lavorare duramente per rimanerci”.
Federer, poi, ha parlato un po’ di Kyrgios a chi gli chiedeva se avesse qualche consiglio da dargli per controllare il suo carattere: “Ricordo bene quando ci allenammo prima del Roland Garros insieme, in Svizzera. Ero già allora realmente impressionato dalla sua potenza, dal suo talento, dal suo potenziale… Deve esserci un processo: suo di maturazione e da parte del pubblico di capirlo e conoscerlo bene. Io ho vissuto nella stessa situazione, la ricordo bene. Non sapete quante volte sono state malinteso da giovane. Era un periodo dove dovevo lavorare tanto per apparire bene davanti ai media così che loro prendessero la buona parte di me e la trasmettessero al pubblico. Ora Nick sta facendo bene. Deve, dopo quanto accaduto lo scorso anno. L’unica cosa che realmente mi sento di dirgli è che lui sia a conoscenza del fatto che i prossimi due anni saranno cruciali, o il treno partirà e lui probabilmente non sarà a bordo”.
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