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Australian Open: Seppi, tanto di cappello. Agli ottavi però va Djokovic

TENNIS – Di Gianluca Atlante

MELBOURNE. Tanto di cappello ad Andreas Seppi, nel vero senso della parola. Perchè, nella tarda mattinata italiana, il tennista altoatesino, la sua partita contro il “mostro” Djokovic, eccezion fatta per il primo set, se l’è giocata.

Poteva fare di più? Magari sì, o forse no. Se il pensiero, ovviamente, va ai due setpoint consecutivi avuti nel tie break del terzo set, ma contro un Djokovic ingiocabile per lui, come per tutti, l’azzurro ha fatto quel che ha potuto, finendo con l’arrendersi dopo due ore e ventuno minuti di gioco. Il tutto sulla Margaret Court Arena, chiusa dal tetto. Certo, resta il rimpianto delle due possibilità consecutive, come dicevamo, di poter allungare il match al quarto set, ma contro Djokovic ci può stare tutto, anche di arrivare ad un passo dal strappargli un set e veder smarrita in un amen questa possibilità. Seppi ha fatto quel che ha potuto. E’ stato lì, in partita, sino all’ultimo, provando e riprovando a trovare un modo per mettere in difficoltà il numero uno del mondo. Ha giocato da Seppi, al meglio, crediamo, delle sue possibilità, anche perchè, di fatto, non aveva proprio nulla da perdere. Dodici mesi fa, contro Federer, il miracolo era avvenuto, ma Djokovic, almeno quello degli ultimi anni, non ha rivali, non ha punti deboli dove poterlo attaccare. E’, come dicevamo, ingiocabile per Seppi, come per chiunque altro giocatore del circuito. Solido, preciso, affamato di vittorie come se la sua carriera fosse in origine e non tempestata di diamanti e altre pietre preziose. Del resto, la frustrazione che ha provato oggi Seppi, soprattutto nel primo set, è quella che provano un po’ tutti oggi. Djokovic, signori, è ingiocabile per chiunque. Solido, preciso, un computer perfetto con racchetta in mano e gambe che vanno via veloci da una parte all’altra del campo. Seppi, dal canto suo, qualche chance l’ha pura avuta, ma quando, nelle circostanze (3-2 nel secondo set e palla break, anche se un nastro beffardo lo avrebbe potuto portare sul 15-40) anche la malasorte ti gira le spalle, allora tutto diventa impossibile, anche provare a credere che il match possa allungarsi. La frustrazione, di cui facevamo accenno prima, si è intuita, palpabile se vogliano, quando, pur forzando i ritmi, pur giocando al di sopra delle proprie possibilità, Seppi si è visto rimandare di tutto. Ecco spiegati, semmai ce ne fosse bisogno, i motivi di una sconfitta che, al pari di quella di Roberta Vinci, non certo attesa, ha cancellato definitivamente l’Italia da questo Australian Open, almeno in singolare. Resta il rammarico per quei due setppoint consecutivi, ma l’illusione, crediamo, sarebbe comunque durata poco: 6/1 7/5 7/6 il punteggio finale, di prassi per Djokovic, con un po’ di gloria sfumata per il nostro Seppi. 

 

Gianluca Atlante

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