TENNIS – Dal nostro inviato a Melbourne Diego Barbiani
Lampi d’azzurro nel tabellone femminile junior dell’Australian Open dove Liudmila Samsonova ha eliminato la terza favorita del seeding, la canadese Charlotte Robillard Millette.
6-7(4) 6-1 6-4 il punteggio finale in favore della tennista nata l’11 novembre 1998 ad Olenegorsk, «sì, insomma, al polo nord!» come ha detto poi in conferenza stampa. Una partita tutta a rincorrere l’avversaria, già n.623 del mondo tra i professionisti, fino alla lotta punto a punto nel terzo set. «E’ stato il mio esordio Slam, direi che posso essere soddisfatta» ha detto. ASCOLTA L’INTERVISTA DA MELBOURNE CLICCANDO QUI
Il papà Dimitri è stato n.40 al mondo nel ping pong ed oggi allena in quella disciplina. Nel 2000 gli fu offerto un contratto a Torino dalla società locale di ping pong per giocare in serie A. «Sono stata lì un anno, da fine 1999 circa, poi ci siamo spostati con la famiglia in Valle d’Aosta, a Verres, dove ho vissuto per circa dieci anni. Lì non c’erano grandi possibilità di praticare dello sport. Io avrei voluto pattinare, mi piaceva tanto ma era difficile. Ho provato il tennis e mi è piaciuto subito. Ho cominciato ad allenarmi al Monviso con Alessandro Moris. Poi ad un raduno a Torino incontrai Riccardo Piatti e da lì mi alleno alla sua accademia a Bordighera e vivo a San Remo».
Solo nell’agosto del 2014, però, è arrivata la cittadinanza italiana. Fino a quel momento giocava sotto la bandiera russa, «e non è stato facile cambiare, sinceramente. Però non abbiamo più possibilità di andare nel nostro paese, dove vivono tutti i nostri parenti: il viaggio è lungo e ci sono molte difficoltà».
Oggi era il suo esordio assoluto nel tabellone di uno Slam e doveva giocare contro una che appena la settimana scorsa le aveva rifilato un netto 6-3 6-2 a Traralgon, poco distante da Melbourne: «Ho tirato fuori quella grinta che mi era mancata: quando sono entrata in campo mi sono detta che questa volta non potevo perdere». Guardando poco più avanti, confessa di sentirsi sul livello delle altre e pur ricordando che queste partite possono nascondere ancora più insidie di quelle che possono avere i professionisti, Liudmila confessa di sognare la finale: «Tra di noi non esiste quella giocatrice che può ‘ammazzare” il torneo, siamo tutte in grado di fare bene… Vediamo». Se le si chiede invece un obiettivo più a lungo termine, non lascia neanche finire la frase: «Uno, voglio arrivare lassù».
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