TENNIS – Dal nostro inviato a Melbourne Luigi Ansaloni
MELBOURNE. Roger Federer evita di lasciare set per strada e si impone 7-6(5) 6-2 6-4 su Tomas Berdych, avversario che negli ultimi incontri Slam lo aveva battuto. Lo svizzero, n.3 del mondo, è in semifinale dove affronterà il vincente della sfida che aprirà la sessione serale tra Novak Djokovic e Kei Nishikori.
Comunque vada da qui in avanti, sarà un qualcosa in più. Certo, Roger Federer parte sempre per vincere un torneo, Roger Federer è sempre nella rosa dei favoriti, ma ogni anno che passa, le possibilità per forza di cose si attogliano sempre più. In Australia lo svizzero è arrivato non in formissima, reduce da una brutta sconfitta contro Raonic (aveva l’influenza, ok, ma… ) eppure andando avanti nel torneo è riuscito a convincere sempre di più, centrando la semifinale numero 39 (trentanove) negli slam: ovviamente, senza nemmeno bisogno di dirlo, record assoluto. Per la dodicesima volta a Melbourne Federer è entrato nei magnifici quattro: per far capire l’impresa, nell’era Open solo Connors agli Us Open è riuscito a fare di meglio (14).
Numeri a parte, il Federer che ha battuto Berdych è stato un qualcosa che è andato davvero vicino alla sua versione deluxe che tutti gli appassionati amano. Partito con un break sotto, nel primo è riuscito a recuperare lo svantaggio (e con il ceco al servizio non è mai la cosa più facile del mondo) fino a giocare un clamoroso tie break, resistendo ad un ottimo Berdych. Un tie break fatto praticamente solo di vincenti da entrambi le parti, tranne un rovescio lungo di Federer. Il secondo set è scivolato via più semplice, con un break conquistato a inizio parziale e mantenuto fino alla fine. Più duro, molto più duro, il terzo set, strappato letteralmente dalla braccia del ceco dopo un break perso e ripreso, prima di conquistare un ulteriore break che gli è valso il match.
Ottimo Federer, dunque, che ha mantenuto un alto, altissimo livello di gioco per tutto l’incontro, riuscendo a recuperare nei pochi momenti di “nebbia” che gli sono capitati. Non era facile perchè dall’altra parte c’era un Berdych estremamente costante e “on fire”. Il ceco non è più, da molto tempo anche, quel giocatore uragano, devastante per uno o due set per poi perdersi in un bicchiere d’acqua, soprattutto con i più forti: Federer stesso ne sa qualcosa, in un incredibile ottavo di finale nel 2009 sempre in Australia. Tomas è diventato meno “spettacolare” ma più concreto, e i risultati si sono visti in questi anni, dove ormai è una presenza fissa alle Finals. Il numero sei del mondo era diventato, per Federer, una sorta di tabù negli slam, visto che ci aveva vinto le ultime due volte che si erano incontrati sulla distanza dei cinque set, a Wimbledon nel 2010 e agli Us Open nel 2012.
Stavolta lo svizzero non solo è riuscito a ingabbiare la potenza del ceco, ma è anche riuscito a sua volta ad alzare l’asticella del gioco quando era più necessario. In questo modo, si è garantito l’ottantesima vittoria in Australia. E ora i suoi occhi stasera (da noi qui a Melbourne) saranno tutti concentrati su quello che farà Novak Djokovic contro Kei Nishikori. Contro il serbo, qui tra gli aussie, il bilancio di Federer è disastroso dal 2008 in poi: due semifinali, due sconfitte in tre set, mentre aveva nel 2007 Roger aveva dato una lezione ad un giovanissimo Nole. Altre storie, altra storia.
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