TENNIS – Dal nostro inviato a Melbourne Diego Barbiani
Andy Murray ha da tempo avvisato tutti: se sua moglie entra in sala parto per dare alla luce il suo primo figlio, lui fa le valigie e torno a casa subito, anche in caso di dover giocare la finale.
«Fossi in lui anche io lascerei il torneo – ha detto Novak Djokovic in conferenza stampa -Diventare padre è un’esperienza che va oltre quello che noi facciamo. Io stesso, quando Jelena ha dato alla luce Stefan, non sapevo bene come comportarmi. Ero a Pechino quando il tempo stava per esaurirsi ed andavo avanti ogni giorno senza sapere come sarebbe stato quello successivo. Ero pronto a fare le valigie ed a tornare in Europa».
Dopo una stagione fenomenale come il 2015, il serbo riflette su cosa attendersi dal 2016. «Mi piacerebbe poter fare il possibile per vincere nuovamente l’Australian Open. Ho cercato di portare la fiducia che avevo acquisito nella fase finale della scorsa stagione in quella nuova ed a Doha è andato subito tutto bene, con un nuovo trofeo vinto senza cedere un set. Mi sono preparato bene, prendendomi il tempo necessario per lavorare forte su alcune cose e posare le giuste basi per la nuova stagione dove, tra l’altro, ci saranno le Olimpiadi, una delle priorità per me e molti altri». Ma su cosa deve lavorare un n.1 del mondo in una fase così dominante della sua carriera? «Tenermi in forma, il che non vuol dire allenarsi in continuazione ma essere capace di staccare in certi momenti e non concentrarti sull’allenamento. Dare valore al riposo all stesso modo con cui dai valore al lavoro»
Dell’Australia, a Djokovic, piace praticamente tutto: «E’ un paese fantastico, dove si avverte la passione per lo sport che tutti hanno. Guarda alle infrastrutture che ci sono, ma anche alle tante persone che regolarmente vanno a fare jogging e si prendono cura della propria alimentazione. Io, poi, ogni volta che entro nella Rod Laver Arena ripenso a quando nel 2008 vinsi il mio primo titolo qui, o a tutte le partite epiche che ho giocato su questo campo».
Al primo turno, ci sarà la sfida al coreano Chung. «E’ tra i migliori giovani in circolazione, so he riesce a giocare molto bene da fondocampo ma magari, per la sua altezza, ancora non ha un servizio devastante. Comunque devo ancora studiarlo bene, perché lo conosco poco».
Bernard Tomic, invece, parla dell’episodio di Sydney che lo ha visto discutere con Layhani e poi ritirarsi per un non meglio precisato motivo. «Tanti altri giocatori lo hanno fatto, su di me però c’è la convinzione che io sia in malafede perché conoscete diversi fatti del mio passato. Solo oggi ho cominciato a sentirmi meglio, sono quasi al 100%. Devo pensare soprattutto ad idratarmi. Comunque i giudizi su di me sono esagerati. Io stavo male, questa è la verità, e sono contento di potervi dire cosa sia successo».
Infine, Simona Halep. Anche lei ha passato un periodo dove combatteva col dolore, ritirandosi a Brisbane e giocando così così a Sydney dove comunque è arrivata fino in semifinale. «Sono un po’ di giorni che gioco senza dolore, posso finalmente dire di essere a posto. Questo sarà anche uno degli obiettivi principali della stagione: cercare di rimanere sana. Poi arriva la voglia di vincere un torneo dello Slam».
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