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WTA Finals Singapore / Emozioni a 1000: Radwanska la maestra vuole la laurea, fermata una Muguruza da applausi

TENNIS – Di Diego Barbiani

SINGAPORE. E’ Agnieszka Radwanska la giocatrice che spegne, o forse è meglio dire ‘rimanda’ le ambizioni di gloria di Garbine Muguruza, sconfitta 6-7(5) 6-3 7-5 nella prima semifinale delle WTA Finals.

Una polacca raramente così spettacolare e concreta in questa stagione riesce nell’impresa di fermare la spagnola e volare all’ultimo atto di queste WTA Finals come solo Venus Williams (nel 2009) riuscì a fare dopo le due sconfitte nel Round Robin.

E’ un torneo, il suo, da montagne russe. Le due sconfitte contro Maria Sharapova e Flavia Pennetta l’avevano depressa. Lei stessa in conferenza stampa faceva riferimento, dopo il secondo ko, alle 11 palle break mancate contro la russa, al 5-3 di vantaggio nel primo set contro l’azzurra. Poi Simona Halep, ed uno svantaggio di 5-1 nel tie-break del primo set. Se la rumena avesse chiuso, sarebbe stata definitivamente spedita sul primo aereo in direzione Cracovia. Ora è in finale. In più, aveva perso quattro volte su quattro in questa stagione. Una di queste, c’è da esserne sicuri, brucia ancora tantissimo. A Wimbledon, quel pomeriggio, aveva rimesso in piedi la partita e spostato l’inerzia a suo favore. Poi il rientro dell’avversaria e quella palla nel game decisivo che deve averle fatto venire incubi pesanti per settimane.

Oggi, il successo che ripaga tutte quelle delusioni, ottenuto in un match bellissimo, altamente spettacolare e ricco di momenti da fiato sospeso. E’ la prima polacca che arriva a giocarsi il match che vale il titolo di ‘Maestra’, una sorta di laurea per lei che può essere già considerata tale grazie a quei giochi di polso che nessun altra nel tour riesce ad esprimere, almeno con questa costanza. Divertente il destino, no?

A dare quel qualcosa in più all’incontro sono stati di due stili di gioco diversi. Da una parte la spagnola che forzava ogni colpo, dall’altra la polacca che accarezzava la palla e la rimandava di là con delicatezza, inventandosi tra un punto e l’altro, soluzioni tecniche impensabili. Da rivedere quelle mille volte una smorzata giocata senza angolo, con l’effetto impresso dal back di rovescio della spagnola che le stava mandando la palla addosso e senza il minimo sollevamento da terra dopo il rimbalzo. Traiettoria ad uscire in incrociato, con la palla che passa quei cinque millimetri sopra il nastro, tocca terra e si spegne.

Un successo che fa pensare anche a come era cominciato male (per non esagerare) il suo 2015. Quella voglia di mettersi in gioco dopo aver confermato per l’ennesimo anno la sua presenza fissa tra le prime dieci del mondo. E’ nell’elité del tennis femminile dal 2008, quando aveva neppure 20 anni, è arrivata al massimo a n.2, ma il suo vero obiettivo è provare a mettere le mani su un titolo dello Slam. Ha chiesto aiuto a Martina Navratilova, ma la supervisione della grande leggenda ha portato solo confusione.Da maggio è ripartita, da giugno è tornata incisiva. Ora è in finale alle WTA Finals.

Per Muguruza una sconfitta che non deve cancellare nulla di quanto fatto fino ad ora. Se la spagnola ha testa e carattere, capirà subito che oggi si è trattato di un testa a testa spettacolare, reso tale grazie anche a lei ed al suo incommensurabile cuore. Sarà stata anche più stanca degli altri giorni, ma di gettare la spugna non ha proprio voluto saperne. Sotto di uno o due break, ha sempre saputo rimettersi in carreggiata, tornare positiva e ricominciare ad attaccare ed a centrare righe su righe. Oggi è uscita sconfitta, ma in futuro tutta questa attitudine potrebbe tornarle utile anche a completare l’opera.

Chiudiamo con un pensiero: per tantissimi anni Radwanska è stata oggetto di critiche, chi le contestava di non saper resistere nei momenti di pressione e di sciogliersi in maniera (ormai) banale e ripetitiva. Divertente, sì, ma ormai condannato, o per meglio dire costretto, ad un finale scontato. Oggi il mondo si è capovolto, la classe ha avuto la meglio sulla potenza e dalle lacrime miste a risate che a tento la polacca tratteneva nel momento dell’intervista a bordo campo si capisce perfettamente quanto, anche lei, volesse per una volta ribellarsi ed essere protagonista. Sharapova o Kvitova? L’importante per lei sarà riposare al meglio ed essere pronta ad una nuova battaglia tra meno di ventiquattro ore.

 

Diego Barbiani

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