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Wimbledon: Gasquet, con Djokovic il tutto per tutto. Murray-Federer, sul filo del rasoio

TENNIS – WIMBLEDON – DI FABRIZIO FIDECARO – Programma di lusso sul Centre Court dell’All England Club: in scena le semifinali maschili, con i primi tre giocatori del mondo e una gradita re-entry. Si partirà con Novak Djokovic vs Richard Gasquet, a seguire Andy Murray vs Roger Federer.

I tre nomi più attesi della vigilia e una gradita re-entry ai massimi livelli. Saranno questi i protagonisti delle semifinali di Wimbledon, in scena oggi a partire dalle 14 italiane sul Centre Court dell’All England Club. L’unica sorpresa, se tale si può definire, è Richard Gasquet, uno che peraltro è stato a lungo fra i top ten (ma non quanto il suo talento lasciasse presupporre) e sui prati di Church Road aveva già raggiunto analogo traguardo otto anni fa. Il tennista di Beziers, 21esimo del seeding, aprirà il programma sfidando il numero uno del mondo Novak Djokovic. Dopo aver rischiato grosso negli ottavi con Kevin Anderson (si è trovato sotto di due set), Nole si è sbarazzato con autorità nei quarti della sua vittima preferita nel circuito, Marin Cilic. Dal canto suo, Gasquet è stato fin qui artefice di un cammino assai convincente, dominando Grigor Dimitrov, prendendosi una gustosa rivincita su Nick Kyrgios (che lo aveva battuto dodici mesi or sono in maniera rocambolesca) e uscendo vincitore per 11-9 al quinto da una splendida battaglia sportiva con Stan Wawrinka.

Il serbo si affaccerà al match da indiscusso favorito, come testimonia anche il computo degli head to head: ne ha vinti dodici su tredici, con l’unica sconfitta che risale al 2007 (Masters Cup di Shanghai). Da allora, in nove incontri, Richard ha racimolato appena un set, subendo non di rado score assai pesanti, il più recente dei quali è il 61 62 63 negli ottavi del Roland Garros. La terrificante solidità del 28enne di Belgrado dovrebbe avere la meglio anche in quest’occasione: starà al transalpino cercare di movimentare la situazione, dando con logica il tutto per tutto, prendendosi i suoi rischi al momento opportuno e, al contempo, cercando di non andare fuori giri.

A seguire sarà il turno della sfida più attesa, quella tra Roger Federer e Andy Murray, rispettivamente n. 2 e n. 3 del seeding e del ranking Atp. Il fuoriclasse di Basilea, a caccia di uno storico ottavo titolo, ha ceduto finora appena un set, al terzo round con l’australiano Sam Groth. Poi ha concesso appena sette game allo spagnolo Roberto Bautista Agut e si è liberato con disinvoltura del francese Gilles Simon, che spesso gli aveva creato problemi in passato. Murray di parziali ne ha persi due, con Andreas Seppi e con Ivo Karlovic, ma è stato abile nel tenere a distanza l’outsider Vasek Pospisil nei quarti.

Sarà il ventiquattresimo confronto diretto ufficiale tra Roger e Andy: al momento il bilancio è condotto di misura dallo svizzero, per dodici affermazioni a undici. In realtà, negli ultimi anni, Federer ha battuto spesso il britannico, che, dopo essersi aggiudicato sei degli otto head to head iniziali, ha perso dieci dei quindici seguenti. Murray non supera l’elvetico da due anni e mezzo, ossia dalla semifinale degli Australian Open 2013, nella quale prevalse al quinto (suo unico successo in un Major in cinque head to head). Da allora sono giunte tre vittorie per Roger, l’ultima – e più sonante – nel novembre scorso alle Atp World Tour Finals di Londra, con un clamoroso 60 61 nel round robin. Sull’erba si è registrato un successo per parte: Fed-Ex si impose in quattro set nella finale di Wimbledon 2012, ma poche settimane più tardi, sul medesimo campo, sfinito da una durissima semi con Juan Martin Del Potro, si arrese nettamente nella sfida per la medaglia d’oro olimpica.

Per entrambi le motivazioni sono fortissime e si prospetta grande equilibrio. Quanto mai arduo sbilanciarsi in un pronostico secco: presumibile che ci attenda uno spettacolo emozionante, un match sul filo del rasoio, a determinare l’esito del quale potrebbero essere dettagli minimi e imprevedibili.

 

Fabrizio Fidecaro

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