TENNIS – WIMBLEDON – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Si fa un gran parlare sui giornali a Wimbledon in questi giorni delle tante (troppe?) parole di Boris Becker alla carta stampata. L’ultima uscita del coach di Djokovic: “In campo diamo sempre dei consigli a Novak, sia quando va bene che quando va male. Sta a lui poi decidere se coglierli o meno”. La stampa britannica polemizza a riguardo.
Gli inglesi ricordano che la regola dice: “Comunicazioni di ogni tipo, udibili o visibili, tra un giocatore e il proprio coach possono essere imputate di coaching. La penalità può iniziare con un warning fino al perdere il punto, poi un game, fino a perdere la partita”.
Djokovic è stato in passato multato per coaching due volte, agli Australian Open nel 2011 e nel 2013 agli US Open, non da quando Boris Becker si è unito al suo team, però.
Nick Bollettieri rivela: “Ci sono sempre stati e ci sono ancora gesti e particolari segni messi a punto per dire qualcosa al giocatore sul campo, non c’è nulla per cui scandalizzarsi”.
Andrew Jarrett, direttore del torneo di Wimbledon, è invece molto più categorico: “Se il coaching è illegale agiremo di conseguenza: prima dovrà farlo l’arbitro, se vedono qualcosa che non li convince, segnalino subito”.
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