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Il 2015 del tennis italiano: la crescita di Camila Giorgi, la voglia di non mollare dello storico quartetto

TENNIS – Di Diego Barbiani

Una settimana soltanto ci separa ormai dall’inizio della nuova stagione tennistica. L’attesa è ormai giunta al termine ed in casa azzurra si guarda al lato femminile per intuire cosa riserverà il 2015. La stagione si svilupperà lungo un canovaccio principale, che riguarda la crescita della vera punta di diamante della squadra: Camila Giorgi.

Al netto di occasioni sciupate l’allieva di papà Sergio è quella che maggiormente potrebbe infiammare gli italiani, ora ed in futuro. Lei che compirà ventitré anni dopodomani ha tutte le carte per continuare in una crescita progressiva che da anni la accompagna. Contro le più forti sa esprimersi a livelli altissimi, mentre ha mostrato nella seconda parte di stagione di perdere i riferimenti contro giocatrici più indietro di lei. Non va dimenticato però che proprio dopo i primi quattro-cinque mesi dell’anno nel suo team è entrato Daniele Silvestri, tecnico federale che sembra trovarsi in grande sintonia sia con la giocatrice che suo padre. Grazie al duplice aiuto in panchina, la stagione di Camila dopo un periodo di assestamento ha ripreso a correre con i picchi a New Haven (semifinale) e Linz (finale). Sarà interessante vedere se i progressi tecnici e quel voler controllare i colpi (soprattutto per quello che riguarda la velocità con cui il polso chiuderà il movimento) possono avere un risvolti positivi all’interno di una stagione che comincerà subito forte ad Hobart, in preparazione all’Australian Open, e la speranza è che possa infilare subito una bella serie di risultati per accumulare fiducia e proseguire poi in periodi dell’anno dove sarà chiamata a difendere e migliorare i risultati raccolti nel 2014.

Poco sotto la crescita di Camila ci sarà interesse verso un settore giovanile che a livello ITF regala diversi spunti ma nel corso degli ultimi anni difficilmente ha proposto un nome forte che riesca ad emergere da quelle sabbie mobili pericolosissime. Ci sta provando Jasmine Paolini, che ha concluso una stagione cominciata malissimo, a causa di 5 mesi di stop per un infortunio alla schiena, a ridosso delle prime 300 del mondo con oltre 300 posizioni guadagnate. 19 anni il 4 gennaio, un paio di mesi fa si è raccontata in un’intervista sul nostro sito ed ha raccontato di come abbia la sensazione di valere una classifica più alta e l’intenzione di provare le qualificazioni nei tornei del circuito WTA. La sua stagione partirà probabilmente dall’Europa, ancora è da decidere il luogo e l’evento perché molto dipenderà dalle entry-list, e sarà molto interessante monitorare la sua crescita nella speranza che la malasorte abbia già giocato tutte le sue carte nello scorso inverno.

Sara Errani, Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Francesca Schiavone dopo anni di risultati straordinari e grandi trionfi dovranno stringere i denti. La carta d’identità assume un valore sempre più importante, soprattutto per chi come Schiavone o Pennetta il prossimo sarà l’anno dei 35 e 33 anni. Flavia dopo lo splendido torneo di Indian Wells non è più riuscita a ripetere risultati simili e Francesca ha confessato pochi giorni fa di aver pensato di smettere prima di fare marcia indietro repentina. Anche Roberta, per quanto il suo gioco possa sempre regalare gioie, in singolare potrebbe perdere ancor più terreno. La tarantina, però, avrà un inizio di stagione dove può sfruttare la disastrosa partenza dello scorso anno (la prima vittoria arrivò a Miami) per provare una piccola rinascita. Per la brindisina invece bisognerà far fronte a due cambiali pesanti, con la semifinale in Australia e poi la vittoria in California. Molto della sua stagione si basa proprio su quello.

Rimane Sara, la piccola Sara. E’ uscita dalle top-10 dopo due anni in cui ha dato il 200% in ogni partita, non le si poteva chiedere forse di più. Tra le 4 però è quella che come “tigna” appare un gradino sopra le altre e questo ancora l’aiuta e la aiuterà nel corso delle stagioni a venire. Sara non partirà mai battuta a meno che non si trovi davanti un’avversaria quasi impossibile da superare o che viva una giornata particolare come accaduto contro Shelby Rogers a Bad Gastein nella scorsa estate. La terra rossa continuerà ad esserle amica ed il suo legame con Roma ed il Roland Garros potrebbe regalarci ancora momenti forti, intanto sarà chiamata subito a riscattare una duplice uscita al primo turno all’Australian Open (2013-2014) nella speranza che abbia risolto del tutto i problemi di salute e la preparazione, cominciata in ritardo, non le comprometta i primi mesi.

Un ultimo trafiletto è dedicato invece a Nastassja Burnett ed Alice Matteucci. La prima è stata vittima di un intervento al gomito nella scorsa estate e precipitata fuori dalle prime 200 del mondo. Classe 1993, non ha ancora fatto sapere nulla sul proprio rientro in campo ed il treno australiano potrebbe ormai essere partito senza di lei. Sarà una corsa contro il tempo per il mese di Febbraio, dove difenderà la semifinale di Rio de Janeiro. Non dovesse riuscirci, il crollo in classifica sarebbe ancora più pesante. Nessuno glielo augura, ma la stagione della romana rischia di essere subito in vertiginosa salita. Matteucci invece è stata la sorpresa della prima parte di stagione, quando il suo nome è venuto fuori un po’ dal nulla in occasione della convocazione per la sfida di Fed Cup agli Stati Uniti. La pescarese ha poi trionfato per la seconda volta in un ITF, ad Amiens, per poi perdere un po’ il filo del suo percorso e dopo l’ingresso tra le prime 400 del mondo a fine Luglio, si è fermata complice qualche sconfitta di troppo all’esordio. Così come per Paolini, però, anche lei andrà seguita per capire meglio il reale potenziale.

 

Diego Barbiani

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