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Toronto e Montreal regalano al tennis un gran mal di testa….

TENNIS – DI LUIGI ANSALONI – La prima settimana vera di avvicinamento agli US Open ha lasciato gli appassionati senza punti di riferimento: Djokovic con la testa al matrimonio, il “calante” Tsonga che batte quattro top 10 di fila, Venus che cancella Serena dopo cinque anni, Federer che sta perdendo troppe finali, Azarenka e Murray sempre più incognite. E Nadal a NY giocherà, giocherà…

La certezza che ci regala il Canada è un gran mal di testa. Una confusione pressoché totale che ci accompagna all’inizio della strada che ci porterà tutti insieme appassionatamente all’appuntamento degli Us Open e che, temo, difficilmente si diraderà in quel di Cincinnati. Poi per carità,  magari domenica 17 agosto Serena Williams e Novak Djokovic sono lì che alzano sorridente e soddisfatti il trofeo in Ohio e tutte queste parole saranno state inutili, ma tant’è. Nella terra della foglia d’acero hanno vinto Tsonga e Radwanska. Adesso, se qualcuno per caso li avesse pronosticati entrambi come trionfatori, ecco, a quel qualcuno vanno i miei più sinceri complimenti. Onestamente, dubito che qualcuno lo abbia fatto. Comunque, andiamo per ordine.

Federer sta iniziando ad avere la cattiva (per lui) abitudine di perdere tutte le finali. Quest’anno ne ha cannate 5 su 7, vincendo solo ad Halle e a Dubai. Ha invece brillantemente tenuto il discorso da perdente a Wimbledon, Brisbane, Indian Wells, Toronto e Montecarlo. Ora, esaminando con la giusta calma la situazione: nel 2013 di questi tempi perdeva da Delbonis e da Brands, adesso è numero 3 del mondo. C’è sempre di peggio dunque. Certo, se poi magari evitasse di arrivare in finale completamente distrutto dal fatto di aver giocato solo le sessioni notturne, magari non sarebbe male.

Djokovic ha detto di “non essere in palla”. Tradotto: non c’era con la testa. Grazie: tra matrimonio e pargolo in arrivo, ci mancherebbe. Certo, ha perso da chi poi ha vinto il torneo, venendo un po’ riabilitato.

In un recente dibattito telefonico, un mio collega, di cui non svelerò il nome nemmeno sotto tortura (ma sotto adeguato bonifico certamente si), mi diceva: “E’ chiaro che Tsonga ormai si trova in fase calante”. Applausi a scena aperta.

Gulbis ha smesso di giocare dopo il Roland Garros. Ferrer continua a giocare. Berdych non vuole più giocare. Evidentemente. Feliciano Lopez, tra un incontro con la Wozniacki e l’altro (“Siamo solo amici”, dice. E io in marcatura terrei agevolmente a bada Gareth Bale e Cristiano Ronaldo. Contemporaneamente) sembra abbia capito a cosa serva quella cosa con le corde che tiene in mano.

 E poi c’è Murray. Sempre Murray. Solo Murray. Che ha buttato via la partita. Con Tsonga. E forse anche il torneo. Come dimenticare Raonic, a Toronto spumeggiante e divertente quanto un trattato di fisica quantistica alle 4 di notte del 1 gennaio. E’ arrivato ai quarti però, mica male.

Nadal intanto si prepara agli Us Open. Domani ci farà sapere la sua decisione. Che sarà quella di giocare. E probabilmente anche di vincere

Capitolo donne.

in un recente dibattito telefonico, un mio collega, di cui non svelerò il nome nemmeno sotto tortura (ma sotto adeguato bonifico certamente si), mi diceva: “E’ chiaro che la Radwanska ormai si trova in fase calante”. Un grande intenditore, il mio collega. Che non scrive per Oktennis, sia chiaro.

Venus ha aperto il possente cranio di Serena in semifinale. Tennisticamente parlando. Serena non ha perso di proposito. Nemmeno per idea.

La Kvitova ha fatto sapere che riprenderà a giocare con ogni probabilità a Wimbledon. Del 2016. Mica ne può vincere due di seguito, su.

Carolina, tra un incontro con Feliciano e l’altro (“Siamo solo amici”, dice. E io a golf mi faccio beffe di Rory Mcllroy. Ops. ) sembra abbia capito a cosa serva quella cosa con le corde che tiene in mano.

Vogliamo bene a Vika. E per questo le diciamo: torna nel 2015 e riposati, così non è bello.

 Vogliamo bene alla Ivanovic. Così, senza motivo.

 Flavia, ricordati che agli Us Open hai tanti tanti tanti punti da difendere. Ma proprio tanti.

 Errani e Vinci vincono. E vincono. E continuano a vincere. Perché Federico Buffa ha parlato solo con Sara, piuttosto?

 In definitiva: avete capito niente? Se la risposta è un mal di testa, lo avete letto bene. L’articolo. 

Luigi Ansaloni

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