TENNIS – Di Andrea Scodeggio
“E come l’anno scorso, e come l’anno prima..” Recita così un famoso coro delle curve calcistiche, per indicare lo straripante potere della propria formazione a discapito di tutte le altre, costrette ad inseguire e vedere trionfare gli odiati avversari.
Nel tennis, la metafora di questo coro la si può tradurre in una sola persona: Serena Williams.
La statunitense negli ultimi due anni, è stata straripante ed ha sempre dato l’impressione di superiorità imbarazzante nel circuito femminile. La grande forza, unita all’agilità, la rendono fisicamente perfetta per il tennis moderno. L’età anagrafica dovrebbe avere il suo peso e dovrebbe risentirne, contro Serena invece, sono sempre le sue avversarie a correre molto più di lei e stancarsi prima, anche quando cercano e magari riescono a fare partita pari. Il segreto di questa longevità tennistica è iniziato due anni fa, proprio al termine del Roland Garros.
Nel 2012 Serena appariva stanca, visibilmente pachidermica nel suo incedere tra una rincorsa e l’altra, tanto che Virginie Razzano si permise di batterla al primo turno dello slam parigino. Serena non era mai uscita così presto da un torneo del Grande Slam. L’incontro con il coach francese Patrick Mouratoglou la rigenerò. Da quel momento vinse: Wimbledon, due medaglie d’oro olimpiche a Londra, gli Us Open ed il WTA Championship.
Lo scorso anno andò ancora meglio perché i trofei in totale furono undici, tra cui lo stesso Roland Garros. Le uniche delusioni patite furono a Wimbledon ed in Australia, ma finirono per essere additati come semplici incidenti di percorso.
Il 2014 finora non è stato (così) esaltante come lo fu il precedente. E’ mancato lo scettro in Australia, dove fu sconfitta da una rinata Ivanovic e da qualche acciacco di troppo: ad Indian Wells ha deciso di non prenderne parte per recuperare al meglio dalle noie alla schiena, a Madrid si è ritirata per un problema alla coscia sinistra. In mezzo, i successi straripanti come a Miami dove nonostante le iniziali difficoltà ha saputo vincere per la sesta volta il torneo. Ed infine Roma, capace di guarire in fretta dall’infortunio della settimana prima ed infine trionfare perdendo un solo set in tutto il torneo.
In sostanza si sono visti due volti di Serena quest’anno. La sensazione è che se il fisico non la tradisce, nessuna giocatrice è in grado di starle dietro. La differenza di potenza è impressionante e solo Sharapova, Li ed Ivanovic (esclusa Azarenka, ma solo perché infortunata) sono forse in grado di fare partita su quel campo, anche se i confronti dicono il contrario.
Nonostante la forte pressione di dover dimostrare sempre di essere la migliore, Serena è abituata a gestirla e sa di essere la favorita in ogni torneo in cui prende parte. Inutile nasconderlo ed è inutile nascondere come sia lei la probabile vincitrice del prossimo Roland Garros. Di sicuro sarà la favorita principale e non si intravede all’orizzonte qualcuna che sia in grado di contrastarla. Se gioca come a Roma, concederà solo le briciole. Viceversa se il fisico le cederà e verrà aggredita costringendola a muoversi molto più del solito, è probabile che arrivi un’impresa. Perdere, può sempre capitare a chiunque. Anche a Serena.
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