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Australian Open: spazio agli outsiders, chi riuscirà ad inserirsi?

Di Diego Barbiani.

Fino a qualche anno fa l’Australian Open era un appuntamento imprevebile, in grado di regalare migliaia di sorprese. La tradizione di questo torneo ha spesso regalato risutlati non pronosticabili alla vigilia, o soluzioni particolari come nel 1976 quando ci furono ben due edizioni (una ad inizio Gennaio ed una a fine Dicembre).

Questa imprevedibilità nel corso degli anni si era rafforzata dal fatto che molti giocatori non potevano raggiungere l’Australia, oppure perché svolgendosi a fine stagione, i migliori erano stanchi ed arrivavano solo per onore di firma o proprio rinunciavano. Quindi si aprivano strade per quelli di “seconda fascia”, a caccia del loro personale momento di gloria.

Solo per quello che ha riguardato i primi anni del nuovo millennio, in campo maschile, ci furono risultati bizzarri. Rainer Schuttler ad esempio, che nel 2003 giunse in finale per racimolare solo cinque giochi contro Andre Agassi, oppure Marcos Baghdatis nel 2006 contro Federer o come Fernando Gonzalez nell’anno seguente. Giocatori che vivono due settimane di follia pura per poi non ripetersi più a livelli così alti, sebbene siano stati tutti e tre tra i top-10.

Quest anno? Difficile trovare un tennista in grado di spingersi fino all’ultimo atto. Le gerarchie sono chiare a tutti, per cui bisogna lavorare soprattutto di ipotesi, fantasie, o (per alcuni) speranze.

Il lato che sembra più favorevole a creare scompiglio nel tabellone è quello di David Ferrer, apparso ancora imballato in questo inizio di stagione. Questo perché anche Tomas Berdych non è un fulmine e da quella parte ci sono due mine vaganti che non possono essere sottovalutate.

Il primo è Tommy Haas (n.12). Al tedesco lo scorso anno girava tutto che era una meraviglia, con risultati straordinari raccolti alla tenera età di 35 anni e l’unico Slam dove ha steccato è stato proprio questo. Dopo l’Australian Open inizieranno le cambiali pesanti, dove correrà il serio rischio di perdere tanto terreno, complice l’orologio biologico che non farà sconti. Forse sarà l’ultimo torneo che potrà affrontare al meglio, vivrà ogni partita al massimo e se sarà assistito potrebbe deliziare ancora gli occhi degli appassionati, almeno fino all’ottavo (probabile) contro Berdych.

Poi c’è Jerzy Janowicz (n.20) che torna a Melbourne dopo che lo scorso anno diventò popolare più per la clamorosa uscita di senno nel match di secondo turno contro Devvarman che per un buon torneo conclusosi al terzo contro Nicolas Almagro. Il polacco ha voglia di dimostrare tutto il suo valore, far capire che la semifinale di Wimbledon e la finale di Parigi-Bercy non siano solo il frutto di particolari congiunzioni astrali. E’ irruento, ha un gran carattere e non teme nessuno. Se il servizio lo aiuterà, potrà essere un vero pericolo, in attesa della possibile rivincita contro Ferrer agli ottavi.

Marin Cilic qui nel 2010 raggiunse l’unica semifinale della sua carriera a livello di Slam e da quando ha lasciato Bob Brett entrando sotto l’ala protettrice di Goran Ivanisevic ha iniziato ad assimilare le pillole che hanno reso grande il suo nuovo allenatore. Sin dal rientro dopo lo stop per l’annosa vicenda sul doping, il croato è sembrato più pericoloso nonostante ancora sia un po’ in panne quando deve giocare nei pressi della rete. Come avviene però per Milos Raonic (n.11 ed altro possibile outsider) il lavoro con un nuovo coach che subentra ad uno storico ha bisogno di tempo per essere valutato. Intanto l’ex top-10 è stato inserito in una zona di tabellone piena di giocatori pericolosi come Daniel Brands e Jo Wilfried Tsonga. Tra loro si cela l’avversario che negli ottavi potrebbe incrociare Roger Federer.

Come detto, Milos Raonic è un altro giocatore da cui ci si può attendere un torneo di livello. Il sorteggio gli è stato favorevole, fino agli ottavi. Al quarto turno infatti dovrebbe trovare Juan Martin Del Potro e sarà una lotta all’ultima fucilata. Il premio per il vincitore? Con grande probabilità sarà Rafael Nadal, un bel modo per festeggiare. Da tenere sott’occhio anche il connazionale dell’allievo di Ivan Ljubicic, Vasek Pospisil (n.29). Anche lui comunque non può sorridere più di tanto, visto il possibile incrocio già al terzo turno contro il temibile Stanislas Wawrinka. Per i progressi dimostrati  però negli ultimi sei mesi, merita almeno di essere tenuto in considerazione. Se non sarà in questa circostanza, a breve potrebbe anche lui spingersi piuttosto in la in tornei di una certa importanza.

In campo femminile la situazione è paradossale. Nessuno vede una vincitrice al di fuori di Serena Williams, con Victoria Azarenka sempre pronta a rovinare la festa alla grande rivale.

E’ lecito però attendersi belle cose dalle giocatrici giovani, che da Gennaio dello scorso hanno migliorato verticalmente il proprio ranking. Sloane Stephens (n.12) già lo scorso anno sorprese tutti con la semifinale, quest anno il discorso è un filo diverso perché l’Everest per lei arriverebbe già agli ottavi, con l’Azarenka pronta a bissare il (faticoso) successo di dodici mesi fa.

Chi invece è nella posizione migliore per provare a spingersi più in alto possibile è Eugenie Bouchard (n.30). La giovane canadese è stata posizionata in una fetta di tabellone molto traballante. Sara Errani (n.7) è la testa di serie più alta, ma le sue recenti prestazioni non convincono più di tanto ed un’eventuale sfida al terzo turno contro la promettente nord-americana sarebbe un esame importante. Chi non sta tanto meglio è la sua grande amica Roberta Vinci (n.15) che è posizionata nell’ottavo superiore, ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale. Nella sua zona stazionano pericolosissime Madison Keys e Laura Robson, con la concreta probabilità che una tra queste tre ragazze terribili arrivi nei quarti.

Sarà interessantissimo seguire il percorso di Tsvetana Pironkova. La bulgara, se avrà saputo digerire la gioia per il grande ed inatteso successo di Sydney, vorrà continuare la grande striscia positiva anche a Melbourne. Dopo un esordio abbastanza agevole contro Silvia Soler-Espinosa potrebbe subito confrontarsi contro Samantha Stosur (n.17) e strizzare l’occhio ad un terzo turno contro Ana Ivanovic. Oltre non è lecito spingersi, visto che nell’eventuale ottavo sarebbe contro Serena Williams (n.1). Ma in quel caso avrebbe già vinto il suo personale torneo. La sorella Venus, invece, ha all’esordio la sfida più interessante contro Ekaterina Makarova (n.22) che negli ultimi anni ha sempre fatto bene in Australia. Dovesse passare il turno, diventerebbe una delle maggiori indiziate ad arrivare ai quarti in quello spicchio di tabellone.

Ana Konjuh e Belinda Bencic sono due giovanissime, classe 1997, inserite vicine in tabellone. La prima affronterà Na Li (n.4) e la seconda la veterana Kimiko Date Krumm. Si parla un gran bene di entrambe, con la sfortuna per la prima che al termine degli Australian Open dovrà operarsi ad una spalla e stare fuori tra i tre ed i cinque mesi. Per le due è la prima apparizione in un torneo del Grande Slam, con la speranza di lasciare un segno nel torneo. Un incredibile derby al secondo turno proietterebbe una al terzo turno, dove magari si troverà di fronte a Donna Vekic, classe 1996. E’ bene dosare la fantasia, ma se la loro crescita continuerà in questa via, il futuro sarà loro.

Diego Barbiani

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