La buona notizia è che questo Alcaraz, se gioca così, difficilmente potrà confermare il titolo vinto così brillantemente lo scorso anno. La cattiva è che per quanto possa giocare male, e oggi ha giocato molto male davvero, è che il divario anche con un ottimo Tiafoe è enorme, tanto da permettergli lunghi sonni.
Il terzo turno di Wimbledon ha confermato tutte le impressioni che aveva lasciato Alcaraz nei primi due turni, quando con avversari di levatura inferiore, lo spagnolo non aveva pagato particolare dazio per la sua attitudine a prendere poco sul serio lunghi momenti della partita. Ma Tiafoe oggi ha spiegato allo spagnolo che ogni tanto tocca impegnarsi, anche se l’avversario non si chiama DJokovic ed è solo un terzo turno. Un po’ la distrazione, un po’ la strepitosa prestazione di Frances, hanno condotto sull’orlo del baratro il numero 3 (ehm…) del mondo, che nel quarto set, sotto due set a uno, per ben due volte si è trovato sotto 0-30 sul proprio servizio. E se la prima volta ne è uscito grazie a delle violentissime prime, la seconda, sul 4 pari, deve ringraziare un Tiafoe improvvisamente pavido, che si è limitato a sperare che Carlitos continuasse il festival di sciocchezze. Invece Alcaraz, quando le cose si fanno serie, riesce a recuperare tutto il talento, infinito, di cui è dotato e la straordinaria capacità di cambiare marcia e livello di attenzione. Sta di fatto che arrivato al tiebreak del quarto Alcaraz ha salutato tutti quanti e con un quarto d’ora scarso di buon tennis ha spiegato che il favorito rimane lui. Di nuovo: Tiafoe ha perso la prima nel momento forse più importante del match, ma la sensazione è sempre stata che la partita poteva perderla solo Alcaraz, continuando a tirare fuori di metri o sul nastro dritti e rovesci semplicissimi. Invece Alcaraz quelli non li ha più sbagliati e in più si è messo a fare dei numeri meravigliosi, come la palla corta che ha chiuso sostanzialmente il match nel quinto game del quinto set, o quella sul match point. Le urla cacciate alla fine del quarto set sembrano indicare che Alcaraz qualche dubbio l’abbia avuto, ma chissà: rimane la sensazione di un giocatore che in campo può fare sostanzialmente quello che vuole. Per fortuna, di Sinner e degli altri, anche perdere.
Fuori dal centre court, in un’altra giornata funestata dalla pioggia, Tommy Paul è riuscito ad approdare agli ottavi superando un Bublik che si è alzato dalla parte sbagliata. Dopo i patimenti contro Shang, Dimitrov ha invece disposto a piacimento di Monfils. Tutte interrotte le altre partite, con Medvedev che si pensava facesse maggiore fatica con Struff, anche se il tedesco sembrava in recupero, e con Humbert ad un passo dalla sfida contro Alcaraz.
Terzo turno
[1] J. Sinner b. M. Kecmanovic 6-1 6-4 6-2
D. Shapovalov vs [14] B. Shelton 2-3 sosp.
[10] G. Dimitrov b. G. Monfils 6-3 6-4 6-3
J.L. Struff vs [5] D. Medvedev 1-6 3-6 6-4 1-1 sosp.
[3] C. Alcaraz b. [29] F. Tiafoe 5-7 6-2 4-6 7-6(2) 6-2
B. Nakashima vs [16] U. Humbert 6-7(9) 3-6 7-6(5) 6-6 sosp.
[12 ]T. Paul b. [23] A. Bublik 6-3 6-4 6-2
R. Bautista vs F. Fognini 7-6(5) 3-6 5-7 5-4 sosp.
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