Negli ultimi giorni è sorta una polemica tanto singolare quanto bizzarra, nel circuito WTA, con Elena Rybakina che tramite una storia su Instagram faceva notare il proprio disappunto per la scelta di assegnare dei “performance bye” nel torneo ‘500’ di Tokyo a chi era arrivato in semifinale al ‘1000’ di Guadalajara e doveva poi fare la traversata oceanica per arrivare in Giappone.
La kazaka, sostenuta dal suo coach Stefano Vukov che ha voluto a sua volta dare più spiegazioni sul perché di quel commento con l’emoticon del clown seguito dal circo (all’indirizzo della WTA stessa) parlando di zero comunicazione tra le parti e pessima markettizazione, si è poi ritirata dal torneo giapponese assumendo in un comunicato che non era una forma di protesta verso l’associazione ma si rifà ai tanti problemi fisici degli ultimi mesi, ma che avrebbe voluto avere tempo per spiegare meglio i suoi problemi con la WTA stessa dopo che un mese si era lamentata a Montreal per la programmazione che l’aveva costretta a rimanere in campo fino alle tre e mezza del mattino contro Daria Kasatkina.
Ma da dove nasce tutto ciò? Rybakina era testa di serie numero 3 del torneo giapponese, sorteggiata al primo turno contro Linda Noskova. Nel main draw, Iga Swiatek e Jessica Pegula come numero 1 e numero 2 del seeding hanno ricevuto un ‘bye’ definiamolo “d’ufficio” mentre Maria Sakkari e Caroline Garcia (numero 4 e 5) hanno ottenuto un ‘bye’ a testa che è stato rinominato “performance bye”. Di fatto, questi non sono altro che quanto accadeva fino ai mesi precedenti allo stop per la pandemia, precisamente al torneo di Pechino: con l’allora Premier Mandatory che cominciava di sabato, si voleva dare un turno di riposo a chi raggiungeva le semifinali al Premier 5 di Wuhan sfruttando il passaggio di categoria superiore tra i due eventi.
Rybakina, da numero 3, cominciava il torneo al primo turno e questa sembra il motivo del suo sfogo, aggiungendo che per lei la WTA avrebbe cambiato le regole all’ultimo inventandosi questi ‘performance bye’. Sono arrivate però due smentite pesanti, su Twitter: la doppista Nicole Melichar Martinez, doppista, e Piotr Sierzputowski, ex coach di Swiatek e ora al seguito di Shelby Rogers. Melichar Martinez ha specificato che questi ‘performance bye’ erano ben indicati nei moduli che servivano per l’iscrizione al torneo di Tokyo, un po’ come Sierzputowski che alludeva a come ci siano state anche delle email mandate dalla stessa WTA oltre ad alcuni incontri per spiegare come qui sarebbe avvenuto questo test, perché di fatto è una novità che quasi sicuramente verrà implementata nel 2024 coi cambiamenti di calendario e ristrutturazione delle classifiche (si passerà dai 16 tornei considerati validi per il ranking a 18).
Nella storia mancava ancora un tassello: il numero di giocatrici ammesse al tabellone. Ebbene, solo 26 su 32 posti. Il calcolo è facile: con la numero 1 e la numero 2 che cominciavano dal secondo turno si tolgono due giocatrici (32-2=30) e altre quattro venivano inizialmente escluse perché si consideravano quattro ‘performance bye’ per le quattro semifinaliste di Guadalajara, poi divenuti solo due e ammettendo dunque le prime due escluse dall’entry list iniziale.
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