di Marco Somma
Djokovic cala il bis in quel di Astana, dopo aver vinto la settimana precedente a Tel Aviv: questi 500 punti gli garantiscono il pass per Torino (avendo vinto Wimbledon). Djokovic ha vinto agilmente nei primi turni, battendo nettamente gli avversari che ha trovato sulla sua strada (Khachanov, Van De Zandschulp, Garin).
In semifinale il match più duro e complesso per lui: dall’altra parte della rete trova Medvedev, avversario che lo ha privato del grande slam nel 2021.
Match con tante botte da fondo campo come ci si aspettava ma anche tante variazioni, specialmente da parte del serbo, soprattutto con rovescio in back lungo linea e palla corta: primo set che va al russo, dopo 3 break consecutivi a metà set.
Il secondo invece si conclude al tie break, dopo un set privo di break e con soltanto una palla break avuta da Djokovic ma ben annullata dal russo. Dopo una girandola di mini break nei primi punti, il tie break vede Medvedev sbagliare una voleè clamorosa sul 5-5 (che gli avrebbe garantito un mp in risposta) e chiudere il serbo per 8-6.
A quel punto, cogliendo tutti di sorpresa, Danil decide di ritirarsi: la versione ufficiale riporta stiramento all’adduttore anche se non si era minimamente percepito nessun problema, ne da chi ha seguito il match in tv ne da chi era sugli spalti.
Sulla finale poco da raccontare: Djokovic domina Tsitispas, vincendo 6-3 6-4 e non offrendo mai una palla break al greco. Nel primo set il break arriva nell’ottavo gioco con Tsitsipas che commette tre gratuiti e consegna sul piatto d’argento a Djokovic il primo set.
Nel secondo Stefanos annulla due palle break nel terzo game ma non può annulla quando Nole si issa, nel quinto gioco sullo 0-40 (chiudendo alla seconda chance).
Unico momento di sbavatura per il serbo al momento di chiudere, ma ai vantaggi e alla terza palla match, si prende gioco, partita ed incontro.
Per Tsitsipas la piccola consolazione di essere tornato numero 5 del mondo (scavalcando l’infortunato Zverev) mentre Djokovic stacca il pass per le finals (dove sarà il favorito numero 1).
A Tokyo invece finale tutta americana tra Fritz e Tiafoe vinta dal primo che per la prima volta entra in top 10 (issandosi addirittura a numero 8).
Settimana davvero sorprendente per lui: ritirato per positività al covid a Seoul settimana scorsa, si negativizza giusto in tempo per giocare il suo primo match di main draw (mercoledì mattina partenza dalla Corea e la sera match contro Duckworth).
Batte sia l’australiano, sia il padrone di casa Moriya sia Shapovalov in tre set: da segnalare che il canadese conduceva 1-3 nel terzo, perso poi per 6-3.
In finale derby a stelle e strisce contro uno dei giocatori più in forma dell’ultimo periodo, nonché mattatore della Laver Cup, Frances Tiafoe.
Fritz aveva vinto, prima di ieri, 4 dei 5 precedenti. Dopo i due break nel terzo e quarto gioco del primo set, nessuno dei due perderà più il servizio in tutto il match: Fritz incide più con lo schema servizio dritto, Tiafoe invece varia di più il gioco, non disdegnando discese a rete e voleè. Match godibile ed equilibrato: infatti, entrambi i set si concludono al tie break.
La maggior freddezza nei momenti importanti premia Fritz che questa settimana si è veramente superato: per una settimana è stato chiuso in albergo senza toccare racchetta, ha giocato il primo match poche ore dopo il suo arrivo, ha vinto tre match al set decisivo e ha battuto il suo connazionale in due tie break.
Taylor oggi firma il suo best ranking, conquista la settima piazza nella race (l’ultima utile per giocare le Finals) e si candida sempre più prepotentemente per succedere a Sock come ultimo rappresentante del tennis statunitense al torneo dei maestri.
Tiafoe si consola con il best ranking alla 17esima posizione e si conferma sempre più in crescita.
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