[Q] J. Vesely b. [1] N. Djokovic 6-4 7-6(4)
Finisce nel modo forse più inaspettato il regno di Novak Djokovic che da lunedì non sarà più in vetta al ranking mondiale. Ma già da stasera, dall’altra parte del mondo, Daniil Medvedev anche se non sarà probabilmente dello stato d’animo più adatto, potrà festeggiare il coronamento di un sogno, lui che meno di un mese fa aveva lasciato l’Australia dicendo che “il bambino che ero ha esaurito i suoi sogni”. A regalargli il più prestigioso dei risultati, facendolo diventare il 27° numero 1 dell’ATP è stato un tracagnotto pieno di talento, che incredibilmente lo aveva già battuto una volta, sulla terra rossa del principato di Monaco e che rimane imbattuto nei confronti di quello che è sicuramente uno dei migliori tennisti di sempre.
Il gioco spumeggiante di Vesely è spesso, diciamo pure quasi sempre, stato costellato da un numero davvero troppo elevato di errori per far sì che il 28enne boemo potesse mai arrivare in top30, ma ogni tanto, a volte sull’erba di Wimbledon, Jiri ha messo in mostra una delicatezza di mano non troppo usuale nel circuito. A DUbai Vesely ha trovato la classica settimana in cui va tutto bene e dopo aver superato Bautista Agut si è ripetuto con Djokovic, che ovviametne ci ha messo del suo, altrimenti non si spiega.
Djokovic è partito male, subendo subito il break in apertura di partita ma ha recuperato subito e non sembrava che la partita dovesse offrire chissà quali emozioni. SUl 40-30 del settimo game però, Vesely ha giocato una palla corta straordinaria, un’ltra meno efficace che ha dato vita ad una schermaglia a rete che ha visto prevalere il tocco del ceco. Djokovic ha annullato la palla break ma poi Vesely ha giocato una strepitosa risposta di rovescio lungolinea e stavolta Nole ha fatto il doppio fallo che ha lanciato l’avversario verso il successo del primo parziale.
Anche nel secondo Djokovic faceva molta fatica e sembrava preso da uno strano torpore che si concludeva con il break ancora nel settimo game. Stavolta Djokovic reagiva con orgoglio, e proprio quando Vesely andava a servire per il match riusciva a rientrare in partita. Sembrava la svolta, ma Veely non arretrava di un centimetro e nel tiebreak approfittava di un doppio fallo di Nole sul 4 pari per andare a chiudere sul proprio servizio.
Adesso sarà il momento di far parlare i numeri, perché è dal 31 gennaio del 2004, cioè da quando Federer vinse il suo primo Australian Open, che la vetta del ranking era questione tra i fab 4. Forse Medvedev sperava di arrivarci in un altro modo, ma quasi mai gli imperi cadono con stile. Speriamo che se lo ricordino non solo i russi.
Quarti di finale
[Q] J. Vesely b. [1] N. Djokovic 6-4 7-6(4)
[6] D. Shapovalov b. [Q] R. Berankis 7-6(4) 6-3
[5] H. Hurkacz b. [4] J. Sinner 6-3 6-3
[2] A. Rublev b. M. McDonald 2-6 6-3 6-1
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