A. Cornet b. [14] S. Halep 6-4 3-6 6-4
[27] D. Collins b. [19] E. Mertens 4-6 6-4 6-4
È una giornata durissima a Melbourne Park. È la prima vera pesante giornata di caldo australiano, quello che può prenderti e lasciarti senza energie da un momento all’altro, difficile da combattere e dove bisogna navigare a vista. Non importa nemmeno se lo sforzo fisico di un atleta, per di più professionista, sia basato su una resistenza di diverse ore. In Australia quando il termometro supera i 30 gradi si inizia a soffrire, soprattutto se l’umidità è piuttosto alta e se c’è stata la sfortuna, per i tennisti, di non aver avuto prima giornate così dure e il corpo non si è abituato allo sbalzo improvviso.
Simona Halep e Alizé Cornet hanno pagato caro questo momento, in un ottavo di finale Slam che si è dilungato per oltre due ore e mezza e dove entrambe già sul finire del primo set sembravano boccheggiare. Dall’inizio del secondo non si è quasi nemmeno più parlato di partita regolare, vivendo tanti game sugli sbalzi di energie di entrambe. Alla fine, ha vinto chi è riuscita a buttare quella palla una volta in più oltre la rete e la francese ha coronato un piccolo traguardo col primo quarto di finale Slam, ottenuto nel sessantatreesimo Major della carriera, il sessantesimo consecutivo. Un 6-4 3-6 6-4 di puro cuore, crollando a terra dopo la risposta in rete della rumena sul match point e non contenendo alcuna emozione. Come giusto che sia.
L’uscita della ex numero 1 del mondo è il nuovo duro colpo in una parte di tabellone che aveva già perso Garbine Muguruza e che ora vedrà un quarto di finale tra outsiders con Cornet opposta a Danielle Collins, vincitrice in precedenza in un’altra maratona durata quasi tre ore contro Elise Mertens, sconfitta soltanto 4-6 6-4 6-4.
Cornet e Halep hanno creato una partita estremamente fisica. Pochissimi punti buttati, tanti scambi articolati, lunghi, con cambi di direzione che pesavano. “Dopo mezz’ora entrambe stavamo morendo” dirà poi la francese nell’intervista in campo. Ha preso un primo vantaggio sul 2-1, ma ha subito reso il break. Sul 4-3 un doppio fallo di Halep l’ha portata 15-30 e sul 30-30 ha risposto coi piedi un metro dentro al campo per prendersi una nuova chance di break, realizzata grazie alla profondità del rovescio. Non ha chiuso il parziale, con un doppio fallo sul 30-30 e una smorzata non perfetta ma che ha fatto tanto male ad Halep che non ha più recuperato. Ha ottenuto il break del 4-5, ma nel game successivo ha giocato malissimo ed è andata subito sotto 0-40, perdendo la battuta e il parziale,
Era il primo momento di crisi della rumena. Le fatiche del primo set erano già sufficienti, oggi, per mandarla in apnea. Il caldo l’aveva presa, l’inizio di secondo set è stato pessimo: è riuscita a ottenere un break in apertura, ma il dritto non aveva grandi forze e le gambe non spingevano. Cancellava una prima chance di controbreak col rovescio, una seconda, ma sulla terza sbagliava il dritto dell’1-1 divenuto velocemente 3-1 e servizio per la sua avversaria. Nel momento peggiore, la risalita. Cancellata una chance di 4-1 si è ripresa il break con una straordinaria rincorsa per raggiungere una palla corta giocata molto bene, su cui ha rimesso in lungolinea un dritto ingiocabile. Halep si era piantata a rete, si è mossa con grande fatica verso la panchina dove si è lasciata andare cercando di prendere fiato. Non sapeva, ancora, che nei 20 minuti successivi la francese avrebbe avuto il suo stesso problema.
Tornate a battagliare tra di loro, e contro il sole, è stata la volta per Cornet di spegnersi nell’afa della Rod Laver Arena. Halep vincerà i successivi quattro game, vincendo 16 punti consecutivi e pareggiando i conti. Simbolico il momento dopo l’aggancio sul 3-3: Simona a fondo campo appoggiata al muro, piegata su se stessa mentre si teneva le ginocchia, testa bassa, cercando di respirare; Alizé seduta vicino alle postazioni degli asciugamani, sfinita. 6-4 Cornet, 6-3 Halep. Se non altro, prima di cominciare il set decisivo entrambe si sono prese cinque minuti andando in bagno. Non era una pausa dovuta alla heat policy rule, ma quel poco tempo a disposizione è servito per dar loro un po’ più di energia per il parziale decisivo.
Cornet si è ripresa, Halep riusciva a correre con un po’ più di brillantezza. Nessuna palla break fino al sesto game, lì dove Simona ha avuto la grande chance con un dritto che ha pizzicato il millimetro più esterno della riga laterale. La francese si è salvata con un buon servizio e un rovescio lungolinea. È il momento chiave: sul 3-3 Halep è salita 30-0, ma un brutto errore sul 30-15 ha riportato l’equilibrio e la sensazione che fosse di nuovo al limite delle energie. Dubbio confermato: sul 30-30 ha messo in campo una seconda a 108 chilometri orari. Cornet ha fatto partire lo scambio e ha colpito col rovescio per la palla break realizzata dopo una prima che a malapena ha toccato i 140 chilometri orari. Sul 4-3 ha tenuto un buon game, e sul 5-3 è stata vicinissima a chiudere la pratica quando Halep sembrava essersi del tutto arresa, ferma coi piedi, distrutta dalla fatica. Eppure, la rumena risaliva di puro coraggio da 15-40, giocando senza l’uso delle gambe ma tirando i vincenti più belli della sua partita.
Sul 5-4 Cornet aveva tutto da perdere e la smorzata sbagliata sul primo punto sembrava aprire gli scenari peggiori. 13 anni fa perse il suo primo ottavo di finale mancando due match point contro Dinara Safina allo US Open. Oggi la storia non si è però ripetuta. È stata indietro 15-30, ma lì ha difeso molto bene sul tentativo di Halep di aprirsi il campo col dritto. Un errore di rovescio le ha dato il terzo match point, realizzato. Crollata a terra ha potuto liberare tutta la propria gioia. E ora il suo cammino continua: mercoledì affronterà Collins in una partita assolutamente atipica per questo livello.
La statunitense, già semifinalista su questi campi, si è imposta 4-6 6-4 6-4 contro Elise Mertens effettuando la seconda rimonta in due turni dopo il 4-6 6-4 7-5 contro Clara Tauson. Un match abbastanza duro per due set, con la belga che nel primo parziale rientrava da 0-3 e nel secondo cercava di completare la rimonta da 2-5. In quello decisivo la numero 27 del seeding non ha sfruttato un primo vantaggio sul 2-0, poi però si è tenuta avanti senza difficoltà fino al 5-4 dove alcuni ottimi rovesci le hanno dato il 15-40. Mertens si è salvata benissimo sui primi due match point, ma sul terzo ha commesso un doppio fallo brutale.
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