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Australian Open: Halep, 100 vittorie Slam. Swiatek battuta in rimonta, ai quarti avrà Serena Williams

[2] S. Halep b. [15] I. Swiatek 3-6 6-1 6-4

La rivincita di Parigi, la prova migliore per approcciare il quarto di finale contro Serena Williams. Simona Halep si è presa una bella vittoria contro Iga Swiatek, che ha visto fermarsi a 10 successi e 21 set vinti consecutivamente la propria striscia positiva cominciata col primo turno a Parigi lo scorso fine settembre.

Se la polacca avrà qualche rimpianto e non è sembrata negli ultimi due set con necessarie energie fisiche per sostenere al meglio la rivale, Halep ha invece grandi meriti in una prestazione andata in crescendo dopo un primo set perso malamente dopo un passaggio a vuoto tra settimo e ottavo game. Il 3-6 6-1 6-4 conclusivo è inoltre il centesimo successo in carriera in un Major in una serie di corsi e ricorsi che indica questo come il quindicesimo quarto di finale Slam a sette anni esatti di distanza dal primo, all’Australian Open 2014.

Nel terzo big match femminile di giornata c’è ancora una volta il terzo set a decidere la vincitrice, però i giochi sembravano abbastanza chiari dopo che Simona era riuscita a prendere le redini nel secondo parziale, vinto molto nettamente.

Nel primo Swiatek faceva tutto alla perfezione, caricando il top spin di dritto e cercando di muovere la palla: lei non era nella forma scintillante di Parigi ma veniva comunque fuori una partita ben equilibrata e un importante turno di battuta di nove minuti tenuto sul 3-3 salvando due palle break sembrava rappresentare una spaccatura importante. Halep, subito dopo, cedeva a zero il servizio con tanti errori e lei chiudeva il parziale con un 6-3 anche troppo netto rispetto a quanto visto. Già questo, banalmente, doveva far ipotizzare un match ancora tutto in bilico.

All’inizio del secondo Halep ha fatto qualche accorgimento, soprattutto nella posizione in campo, per tenere gli scambi più lunghi e non dare palle troppo vicine al corpo della polacca che nelle prime fasi è sembrata accusare un fastidio alla coscia destra. Non un infortunio, non è apparso nessun vero problema fisico, ma per come si sono sviluppati gli scambi da lì in avanti è parso avere meno energie nel suo serbatoio. Halep sul 3-6 3-0 sembrava aver appena cominciato a giocare e avere le forze per andare avanti cinque ore, la polacca invece era più disunita e aveva perso il filo del suo gioco mettendosi a fare quello che gli anglosassoni descrivono come “hit-or-miss”, e molto spesso finiva per sbagliare. Soprattutto, non c’era più grande idea logica nelle sue scelte: quando colpiva sembrava un po’ per uscire dallo scambio, un po’ per cercare qualcosa di diverso ma molto estemporaneo e senza un reale piano. Probabilmente qui ha agito anche l’inesperienza contro le grandi che non la si acquisisce di colpo perché si vince uno Slam, appena il settimo della carriera, pur dominando ogni avversaria in quel cammino.

Iga ha bisogno ancora di partite così. Oggi era appena la sua ventinovesima in un Major, per Halep la numero 145. E basta fare un piccolo salto indietro nel tempo per vedere quante volte, anche dopo essere diventata top-10, la rumena aveva giornate complicate dove perdeva un po’ l’equilibrio. Sono step da fare per tutte: Naomi Osaka, grande amica di Iga, ha passato quasi tre anni bloccata al massimo al terzo turno di ogni Major prima di fare la coppia US Open-Australian Open. Simona, invece, non concedeva più nulla. Si era piazzata ben salda a fondo, col controllo del gioco, e non cedeva un punto. Così è salita 6-1 2-0, prima che la polacca trovasse uno spunto sull’1-2. In quel quarto game, in risposta, trovò modo di far correre la rumena per la prima volta dopo 40 minuti, colpendo sempre e non sbagliando nulla. Il controbreak è stato immediato, ma a dimostrazione della precaria condizione (rispetto all’avversaria) è stato un attimo perché tutto tornasse come era fino a 5 minuti prima. Halep ha vinto il game in risposta a zero e da lì è sempre rimasta avanti. C’era la sensazione che qualcosa potesse ancora capitare perché Swiatek aveva tutte le carte in regola per arrivare se non altro a una condizione di pressione per l’avversaria, ma soprattutto sul 3-4 ha commesso almeno un paio di gratuiti brutti per il momento del match, e quando Halep è andata a servire per il match non ha potuto fare granché.

Per il secondo anno consecutivo Swiatek si ferma al quarto turno dell’Australian Open. Tante sono le informazioni positive che ancora una volta, comunque, raccoglie perché i progressi per lei continuano a esserci. Halep, invece, si prepara al primo confronto contro Serena dopo la finale di Wimbledon 2019 dominata 6-2 6-2. In Australia si affrontarono sempre nel 2019 e fu un match durissimo: vinse la statunitense, ma fu un 6-1 4-6 6-4 molto sudato perché se Serena aveva dominato ogni aspetto nel primo set Halep giocò un secondo di puro sacrificio e ribaltò gli equilibri alla prima (e unica) chance che le passò davanti. Nel terzo era lei la favorita, con la statunitense a corto di footwork, ma sul 3-3 si giocò male il turno di battuta e diede un vitale break alla rivale, che chiuse poco dopo.

Diego Barbiani

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