J.Sinner b. [5] A. Zverev 6-3 6-3 4-6 6-3
Serviva un qualcosa di veramente superlativo, per affermare ancora una volta, ancora di più, che finalmente con Jannik Sinner il tennis italiano ha trovato un fenomeno. Uno di quelli veri, non quelli da “speriamo, si vedrà”. E allora: a 19 anni compiuti da nemmeno due mesi, il ragazzino terribile disputerà un quarto di finale di uno slam.
Al Roland Garros. Contro Rafael Nadal. Di più, francamente, è difficile immaginarlo. Come Rafa, poi, l’azzurrino ha raggiunto il traguardo dei migliori 8 al debutto a Parigi. Era il 2005, e come tutti ricordiamo, il maiorchino quel torneo lo vinse. Il primo dei 12.
Jannik ha raggiunto questo risultato battendo non uno qualunque, ma uno che fino a nemmeno un mese fa era in finale di uno slam, quel Alexandr Zverev che, pure lui, predestinato, non ha potuto far nulla per contrastare quello che, oggi come oggi, sembra come Anakyn Skywalker: Lo “Chosen One”, una sorte di eletto, prescelto, che non puo’ fare a meno di vincere, convincere, stupire.
Fino ad ora si era parlato di questo ragazzo rosso allenato da Piatti come del futuro: adesso si dovrà iniziare a considerarlo anche il presente. E’ vero, è un torneo particolarissimo, questo Roland Garros, in piena pandemia, in una Parigi in piena crisi Covid, tanto che nemmeno si sa se questo torneo arriverà veramente alla fine, ma quella contro Sasha è stata una di quelle affermazione che, al netto della follia russa del tedesco, non puo’ non lasciare un segno grande quanto una casa.
Il 19enne tennista altoatesino, 75esimo del ranking mondiale (ma è già dentro i top 50, con il risultato attuale), ha dunque sconfitto il numero 7 Atp e sesta testa di serie, con il punteggio di 6-3 6-3 4-6 6-3. In modo del tutto meritato: non si puo’ certo dire, come spesso succede con Sasha, che sia l’altro che ha giocato male o altro. Jannik, in certi frangenti, lo ha semplicemente preso a pallate. Fine. Chiaro, il tennis di Zverev è quello che è, molto ondivago, ma quando c’è stato da colpire, chiudere e realizzare, Sinner gli è stato superiore. Il tedesco pero’ deve, in un certo senso, essere da lezione al nostro azzurro: quando aveva 19 anni, sembrava quasi meglio di adesso, era più completo e meno complessato. Jannik, insomma, ha battuto un “promemoria”, che speriamo sia attaccato al più presto sopra il frigorifero.
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