C’è anche Naomi Osaka tra le 100 personalità più influenti del 2020 secondo la classifica stilata dal “Time”. Non sono tanti gli sportivi presenti nell’elenco (otto in tutto tra cui Lewis Hamilton), ma ai tempi del “Black lives matter” la celebre rivista statunitense non poteva non includere la campionessa degli US Open 2020, che nell’ultimo mese ha usato la sua popolarità per far sentire la sua voce e appoggiare il movimento.
Dopo aver dato il via al “boicottaggio” dei quarti di finale di Cincinnati, poi rinviati di un giorno, Naomi si è fatta portavoce del movimento anche sui campi di Flushing Meadows, dove ha indossato sette mascherine, una per ogni match giocato, con sopra il nome di una vittima di violenza.
“Guardando Naomi Osaka giocare gli US Open, sono stato ispirata da come ha splendidamente intrecciato la sua dominante performance atletica con un altro racconto.
Credetemi: non è stato facile. Ci sono voluti incredibile concentrazione, coraggio e intenzionalità per portare avanti il messaggio in quel modo. Per usare i suoi doni e talenti, la sua voce e quel palcoscenico, per onorare le preziose vite delle persone di colore.
Ci sono voluti umiltà e grazia per puntare i riflettori oltre a quello che stava facendo nel tennis, ovvero vincere uno dei eventi più importanti, su qualcosa di più importante“. Sono le parole utilizzate da Maya Moore (attivista e cestista della WNBA, anch’essa presente in elenco) per motivare la scelta di includere la Osaka nella lista.
Intanto Naomi, che dopo la vittoria a New York ha annunciato forfait ai tornei europei su terra per un problema accusato a Cincinnati e non ancora risolto, in questi giorni è in visita assieme alla famiglia ad Haiti, terra natale del padre, dove hanno sede anche la sua fondazione ed una scuola aperta proprio da papà Leonard François. Un arrivo un po’ a sorpresa della campionessa giapponese, accolto con enorme felicità dalle autorità locali. Qui è a Jacmel, città di origine del padre e sede della Osaka Foundation.
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