Quest anno la situazione a Brisbane è stata piuttosto caotica per via dell’incrocio tra ATP Cup e il torneo femminile con 18 delle migliori 25 del mondo al via.
Per tutti i soldi che Tennis Australia ha investito, ma soprattutto per volere della stessa ATP, si era stabilito che fossero solo gli uomini a poter usufruire del campo centrale di ogni impianto per disputare i loro incontri, con due sessioni al giorno, da venerdì a mercoledì della settimana successiva.
Brisbane si è trovata tra due fuochi. L’evento alla fine è rimasto, seppur (dicono per quest anno “transitorio”) ci fosse l’obbligo di giocare fuori, sui campi secondari.
Sono piovute polemiche, più o meno forti, ma la risposta migliore o più interessante è arrivata dal botteghino. Fuori dalla sala stampa, di fatti, giorno per giorno sono stati appesi i dati delle presenze dell’ATP Cup fino al mercoledì con le tre città coinvolte. Brisbane, rispetto a Sydney e Perth, aveva il “vantaggio” di avere lo stadio più piccolo con solo 5.500 spettatori possibili a fronte dei 10.500 di Sydney e dei 15.000 di Perth. Eppure anche con questo l’ATP Cup non ha quasi mai sfondato pur avendo a Brisbane l’Australia padrona di casa, la Serbia di Novak Djokovic, la Grecia di Stefanos Tsitsipas, la Germania di Alexander Zverev, la Francia di Gael Monfils e il Canada dei giovanissimi Denis Shapovalov e Felix Auger Aliassime.
I dati finali raccontano di 54.242 spettatori per 12 sessioni di gioco, il che rende una media di 4.520 spettatori a sessione. Nei dati, come raccontavano gli organizzatori, ci sono però anche le presenze di chi prende il biglietto “ground”, ovvero quello che da libertà di girare ovunque senza però accedere al campo centrale. La giornata migliore è stata la prima, il 3 gennaio, con Grecia contro Canada e in serata Australia contro Germania: 5.077 spettatori di giorno, 5.817 spettatori alla sera (numero però nel quale bisogna almeno togliere 317 biglietti perché la capienza massima, come detto, è 5.500). E l’unica altra circostanza in cui si sono superati i 10.000 spettatori giornalieri sommando le due sessioni è domenica 5 gennaio, con Australia contro Canada ad aprire la giornata (6.569) e Grecia contro Germania (3.899) a chiuderla. Desolanti, da questo punto di vista, i dati di diverse sessioni con appena 1.786 tagliandi staccati lunedì 6 gennaio (sessione diurna) e meno di 3.000 sia il martedì 7 (diurno) che mercoledì 8 (serale).
Da quando la WTA ha preso possesso del centrale, invece, ci sono state almeno 4 sessioni che hanno fatto registrare pressoché il tutto esaurito. E la giornata delle semifinali si aggiungerà a questo elenco perché già per il doppio tra Barbora Strycova e Su Wei Hsieh contro Lyudmyla Kichenok e Zhaoxuan Yang lo stadio aveva più di metà capienza occupata ed è andato via via riempiendosi fino a un 90/95% per l’inizio della sfida tra Petra Kvitova e Madison Keys, svuotandosi un po’ solo alla fine del secondo set tra Naomi Osaka e Karolina Pliskova a causa del fortissimo nubifragio che si stava abbattendo all’esterno.
Abbiamo chiesto agli organizzatori, tra ieri e oggi, i dati sulle presenze effettive degli spettatori e il dato è singolare:
Già la prima giornata, il giovedì, aveva superato le 10.000 presenze, e se qualcuno poteva pensare fosse dovuto alla presenza di Ashleigh Barty, il giorno dopo ci sono state quasi 1.000 persone in più. 10.964 su un totale di 11.000 possibili. Fino a mercoledì i dati parlano dei soli biglietti ground (non essendoci altro ticket possibile), da giovedì sono relativi al campo centrale. E quel totale cerchiato indica che gli spettatori paganti nella giornata di venerdì sono stati persino superiori alla miglior giornata, in termini di presenze, della ATP Cup, il venerdì della scorsa settimana.
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