Naomi Osaka ha aperto con una vittoria il suo cammino a Osaka, città di nascita e che per la prima volta la accoglie nel suo torneo. Un ritorno a casa festeggiato dai tanti connazionali sugli spalti con una partita comunque spigolosa, complicata, e un successo sulla scarta scontato ma che rivedendo la storia dei due set ha raccontato ben altro.
La nota positiva odierna è che la giapponese era in campo senza il tutore al ginocchio, eppure per tutta la metà del primo set è sembrata molto arruginita. Non c’entra granché il fattore di tensione, perché fin dal 2016 ha dimostrato di fare piuttosto bene raggiungendo due finali in quattro edizioni giocate. Il più, semmai, era registrare un servizio che non funzionava minimamente e malgrado le sue seconde non siano colpi giocati in un contesto di difficoltà si notava come questo fattore le desse tanto fastidio.
Così dunque è nato un 7-5 6-3 che alla fine ha dato anche buona visibilità alla sua avversaria, Viktoriya Tomova, chiamata inizialmente a recitare il ruolo di vittima sacrificale e ritrovatasi invece a guidare in entrambi i parziali finché la sua avversaria non ha trovato il modo di alzare il proprio rendimento. Nei primi game infatti era sempre molto negativa, scuotendo la testa e trascinando quelle sensazioni in un tennis molto falloso. Capita spesso, ormai, di vederla in queste situazioni quando sente che non riesce a fare la differenza dalla battuta e poi, con la poca lucidità, si ritrova a fare scelte tattiche errate, cercare soluzioni troppo estreme verso gli angoli invece di andare in sicurezza, oppure di approcciarsi proprio male alla palla.
È stata indietro di due break, ma sullo 0-3 ha cominciato a piccoli passi a fare in modo di continuare a essere viva. Il primo break recuperato, e le due chance di 1-4 ben salvate, l’hanno riportata sotto e dopo un nuovo game al servizio non troppo agevole ha trovato il modo per scuotersi veramente. Il momento di svolta è arrivato in due fasi: prima sul 4-3 15-0 Tomova quando ha vinto due punti consecutivi mostrando, finalmente, di aver abbandonato tutte quelle sensazioni e di aver cominciato non solo a colpire bene, decisa, ma anche di aver trovato il modo per difendersi e girare gli scambi soprattutto con l’utilizzo del contropiede di dritto. A quel punto, Tomova non è più riuscita a imporsi con la sua solidità e qualche soluzione estemporanea con la smorzata. Soprattutto, i due ace consecutivi giocati sul 4-4 15-15 hanno dato tanta energia a Osaka e hanno in parte cambiato la sua giornata alla battuta. Protagonista fin lì di una percentuale di prime palle ben sotto il 40%, ha cominciato ad aumentare il numero di prime chiudendo il match con 13 ace (solo uno fino a quel momento) e prendendosi il primo parziale sfruttando la preventivabile pressione che la bulgara, passata dalle qualificazioni, avrebbe sentito sul 6-5 Osaka.
Il secondo set è stato abbastanza simile. Naomi ha giocato un laborioso primo game al servizio e malgrado 4 ace ha comunque ceduto la battuta dopo oltre 10 minuti. Stavolta, però, il recupero è stato immediato e dopo aver tenuto piuttosto bene i game sul 2-2 e sul 3-3 ha approfittato ancora di un turno di battuta pieno di incertezze dell’avversaria per salire 5-3 e chiudere abbastanza comodamente. Un risultato importante, perché con oggi supera Petra Kvitova nella Race per Shenzhen portandosi al sesto posto. Non è ancora fatta per le Finals, ma sono 100 punti che possono aiutarla. Soprattutto perché adesso, molto probabilmente, avrà una nuova partita dove dovrà sudare parecchio, soprattutto se dall’altra parte della rete avrà Yulia Putintseva, già protagonista di un paio di sgambetti nel mese di giugno.
Alla fine, il pubblico ha anche potuto esultare sentendo Osaka parlare in giapponese per buona parte dell’intervista a bordo campo. Un’esultanza mista a risata, perché tutti sanno che Naomi non si era mai aperta in questo modo di fronte a loro sebbene lei conoscesse il giapponese fin da piccola perché sua mamma ha spesso parlato in giapponese tra le mura di casa, ma essendo cresciuta negli Stati Uniti non ha mai potuto praticarlo a lungo e non si è mai fidata di esporsi alla stampa perché oltre ad alcune parole di uso comune non avrebbe potuto dire altro. Così, per tutto il tempo, Osaka ha sempre preferito l’inglese suscitando un po’ di imbarazzo nella sua terra natale, promettendo però già da Indian Wells 2018 alle giornaliste giapponesi presenti che avrebbe continuato ad allenare quella che a conti fatti è la sua lingua natale per arrivare a potersi esprimere anche davanti a un microfono.
Tra gli altri risultati di giornata c’è il ritorno al successo di Angelique Kerber per una vittoria che mancava dal primo turno di Wimbledon. La tedesca si è imposta 6-2 6-4 contro Nicole Gibbs mostrando comunque di aver bisogno di tanto tempo, ancora, per essere in una buona condizione. Oggi ha giocato un bel primo set, ma dall’inizio del secondo è considerevolmente calata nel rendimento e ha dato modo alla statunitense di salire 4-1 e servizio, sembrando anche scarica, quasi svogliata (e conoscendola vagamente ci verrebbe comunque da escludere questo) che colpiva più per inerzia che per costruire qualcosa. È stata brava a riprendersi in tempo, perché la differenza tra le due è comunque importante che ha potuto evitarsi un terzo set e infilare 5 game consecutivi per chiudere in tempo. Ai quarti avrà Madison Keys, che si è ripresa dopo un brutto primo set e si è imposta 5-7 6-0 6-4 contro Zarina Diyas.
Risultati odierni
[1] N. Osaka b. [Q] V. Tomova 7-5 6-3
[9] E. Mertens b. S. W. Hsieh 6-3 1-6 6-2
[5] M. Keys b. Z. Diyas 5-7 6-0 6-4
[4] A. Kerber b. [Q] N. Gibbs 6-2 6-4
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