V. Azarenka b. A. Tomljanovic 6-2 6-0
Per quella che è stata la sua carriera, Victoria Azarenka non ha mai avuto tanta fortuna su erba. Se vogliamo prendere una connazionale della bielorussa che sta faticando, è facile buttare gli occhi su Aryna Sabalenka e trovare qualche similarità nel percorso: entrambe vanno forte, molto forte, sul cemento; entrambe hanno difficoltà a gestirsi su terra ed erba.
Aryna sembra avere più opportunità di far male sui prati, “Vika” è stata invece abbastanza costante su terra malgrado a oggi manchi una semifinale importante su quella superficie dal 2013. Pensando però a tutti gli inconvenienti capitati, la cosa sembra anche una naturale conseguenza.
Questa anno, invece, Azarenka ha avuto un’ottima (e per certi versi sorprendente) stagione sulla terra battuta. Un misto tra tennis di qualità e bagno di umiltà, come dimostrato dall’odissea per raggiungere Stoccarda da Brisbane. Con quello slancio, sta cercando ora di fare il possibile anche sul verde di Wimbledon per scalare un altro po’ il ranking WTA e provare nell’impresa di essere testa di serie allo US Open. Sarebbe la prima volta in uno Slam dal 2016. Al momento, senza quel bonus, i suoi sorteggi saranno sempre tremendi.
Lei però va, con molta più fiducia e tranquillità nella sua testa rispetto al recente passato, e il 6-2 6-0 di oggi a una potenziale mina vagante come Ajla Tomljanovic ha messo in mostra il lato migliore della ex numero 1 del mondo. È un percorso lungo, complicato, ricco di insidie e dal risultato assolutamente incerto, ma come già detto tante volte la sua abnegazione nel cercare di ritornare lassù è ammirabile. Venerdì, per lei, ci sarà una nuova chance di affrontare una big, nella versione di Simona Halep. Perse proprio qui, contro la rumena, nel 2017, al rientro dalla maternità e prima che cominciasse la lunga questione burocratica per l’affidamento del figlio. Arrivò a quella partita completamente scarica anche per la mancanza di partite giocate e durò appena un set.
Quello della continuità è anche il problema attuale. Se è vero che certi numeri stanno cominciando a tornare quelli dei tempi d’oro, è come avere un puzzle ancora incompleto. Nel suo caso mente, corpo e tennis devono essere unite. Se sul primo non abbiamo grandi dubbi, la parte più difficile è quella dei successivi due.
[7] S. Halep b. M. Buzarnescu 6-3 4-6 6-2
Nel derby tutto rumeno Simona Halep ha la meglio contro Mihaela Buzarnescu, ma soprattutto non è sembrata dare più segnali negativi dopo il problema sofferto al primo turno.
La scivolata avuta nel match contro Aliaksandra Sasnovich aveva lasciato qualche scoria, forse soprattutto per quanto riguarda la mente un po’ più trattenuta per circa un set, mentre oggi è stata partita “vera” contro una Buzarnescu che dimostra di trovarsi piuttosto bene in queste condizioni, infastidendo la numero 7 del seeding con le traiettorie mancine e muovendo spesso la sua avversaria.
In questa situazione di sostanziale equilibrio, il primo set è stato ben condotto dalla numero 52 del mondo fino al controbreak del 3-3. Da lì, però, la maggiore qualità di Halep ha generato l’allungo decisivo. Non solo infatti sono arrivati tre game di fila a chiudere il primo parziale, ma Halep ha anche allungato all’inizio del secondo. Quando tutto sembrava ormai diretto verso una normale conclusione, Buzarnescu ha trovato modo di alzare il livello attaccando e punendo la connazionale ogni volta che ne aveva occasione, salendo prima 4-2 e poi trovando sul 4-4 il break che rimandava tutto al terzo set.
Halep, che dovrà alzare il proprio livello se vorrà provare a dire la sua in questo torneo, è riuscita se non altro a limitare i danni, trovando subito un’ottima partenza e finendo bene, dimostrando forza e superiorità. La domanda è se saprà alzare anche lei le marce come prevedibilmente faranno le altre big.
Altri risultati
Molto interessante la sezione di tabellone di Karolina Pliskova. Al terzo turno, infatti, la ceca affronterà Su Wei Hsieh e il risultato è tutto fuorché scontato. L’ex numero 1 del mondo ha raggiunto oggi la settima vittoria consecutiva con il 6-0 6-4 inflitto ai danni di Monica Puig in un match completamente dominato se non per un break subito quando serviva per chiudere l’incontro, dove la portoricana dal 30-0 ha trovato qualche bella soluzione per accorciare e servire con l’obiettivo di impattare sul 5-5. Non c’è riuscita, in una partita dove ha sbagliato tanto e dove ha forse concesso una palla troppo “perfetta” su cui appoggiarsi a una giocatrice molto in forma.
Pliskova, però, ora avrà ben altra avversaria che in questa stagione, oltretutto, l’ha anche battuta. Hsieh ha vinto 7-6(3) 6-3 contro Kirsten Flipkens e, lei che lo scorso anno al terzo turno eliminò Simona Halep, negli ultimi 18 mesi ha avuto una certa esperienza nel togliere di scena nomi importanti da tornei importanti. Chi vince avrà al quarto turno Karolina Muchova, che come da previsione si sta mostrando molto a suo agio su erba e oggi ha vinto una partita tutt’altro che banale contro Madison Brengle (6-3 6-4 rientrando da due break di ritardo nel secondo set) e Anett Kontaveit, che è nei pressi della top-20 da ormai un anno ma a cui manca l’approdo alla seconda settimana di uno Slam dallo US Open 2015.
Infine, Elina Svitolina malgrado su erba non riesca a giocare allo stesso modo che su altre superfici, ha raggiunto il terzo turno anche grazie allo sfortunatissimo ritiro di Margarita Gasparyan. La russa stava giocando una partita di altissimo livello, tanto che sul 7-5 5-6 in suo favore aveva già messo a segno 42 vincenti ed era arrivata pochi minuti prima anche a due punti dalla vittoria, ma sul 5-5 ha cominciato ad accusare un serio problema alla gamba sinistra, tanto da accasciarsi al suolo poco dopo e cominciare a piangere dal dolore. Per lei, oltretutto operata tre volte al ginocchio in quella gamba, la paura deve essere stata enorme. Sembra siano solo crampi, ma ancora non è arrivata una comunicazione ufficiale.
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