[6] A. Anisimova b. A. Sharma 4-6 6-4 6-1
Malgrado sia stata balia dei propri errori per un set e mezzo, Amanda Anisimova è riuscita a tornare a galla nel momento chiave della finale di Bogotá aggiudicandosi così il primo titolo in carriera nel circuito maggiore. Una partita, contro Astra Sharma, che prometteva tanto dal punto di vista dello spettacolo perché sono due giocatrici che interpretano un tennis aggressivo ma su piani diversi (pressing da fondo la statunitense, colpi a guadagnare campo da parte dell’australiana) e che invece ha finito per essere segnata, tantissimo, da continui errori e difficoltà da parte di entrambe.
Anisimova, a onor del vero, non ha mai veramente impressionato nella sua settimana colombiana. Tre partite su quattro vinte al terzo, prima di oggi, lasciando set anche ai quarti di finale contro la beniamina di casa Maria Camila Osorio Serrano e poi in semifinale a Beatriz Haddad Maia, ma che oggi è sembrata vivere la sua seconda finale WTA in carriera con la pressione di dover vincere a tutti i costi. Per Sharma, invece, per quanto si sia parlato bene nei giorni scorsi della sua ascesa molto rapida, si notavano alcuni limiti che con l’andare avanti nel tempo avrebbero potuto pesare: se la prima di servizio è di ottimo livello, la seconda sotto pressione non garantisce ancora una resa necessaria. Oltretutto se come oggi la percentuale di prime in campo rimane sul 50% è impossibile non andare in sofferenza, considerato anche che si stava giocando qualcosa di molto importante, lei che a inizio anno era ben oltre le prime 250 del mondo e oggi, con un successo, sarebbe finita al numero 85. Oltre a questo, ha la tendenza a non usare mai il rovescio, dovendo talvolta impegnarsi in corse e rincorse lungo il campo su un terreno che potrebbe non apprezzare neanche in maniera particolare visti i 9 tornei (tutti ITF 15k) disputati in carriera, dal 2016.
Anisimova, però, ha cominciato molto male, rimanendo in scia alla sua avversaria grazie perlopiù ai tanti affanni di Sharma. Quando era il momento di concretizzare, però, la giocatrice classe 2001 non affondava mai il colpo, incappando in gratuiti anche abbastanza vistosi. Sul 4-4, recuperato un ritardo di 2 game, era rientrata da 0-40 prima di sparare largo uno dei tanti rovesci mancati, almeno nel primo set e mezzo di partita. Sharma, malgrado fosse a un certo punto 6-4 2-0, non aveva comunque ritmo e continuava a tremare al servizio, venendo subito ripresa e perdendosi poi dal 4-3 Anisimova fino alla fine del secondo parziale. Di fatto, questo è stato il momento chiave perché Amanda è riuscita non tanto ad alzare il livello ma a giocare sempre più spesso verso il rovescio dell’australiana, che ha perso campo e in difesa non spicca. C’è voluto tempo, ma con questa situazione l’inerzia nel terzo set era tutta dalla sua. L’immediato 3-0 è stato solo il prologo del successo finale, maturato abbastanza in scioltezza, anticlimax perfetto di tutte le fatiche fatte negli ultimi giorni in Colombia.
Così, Anisimova è la diciottesima campionessa WTA del 2019. Forse, uno dei titoli più attesi viste le potenzialità della statunitense.
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