Quanto sapevi prima di entrare in campo di cosa dovevi fare per passare il turno?
Sapevo che dovevo vincere un set. C’era tanta pressione e penso per entrambe. Entrambe eravamo sotto pressione. Il Round Robin non è facile, non hai mai partite facili, nessuno scenario semplice. Ho dovuto lottare su ogni palla e penso che oggi ho cercato di spingermi soprattutto mentalmente per attraversare momenti veramente veramente complicati. Giocare contro Caroline vuol dire avere sempre quella palla in più da giocare. Prende tutto e rigioca tutto. Non regala nulla. È stata una delle battaglie più dure che abbia mai giocato.
Puoi raccontare come hai vissuto quei set point?
Ero 40-15 avanti dopo aver giocato alcuni punti magnifici. Poi lei ha cominciato a non sbagliare più e a fare tante cose ottime sui set point. Di contro penso di aver fatto un solo errore veramente grave. Lei stava giocando come una campionessa. Me lo aspettavo perché in tutte le partite precedenti quando lei era indietro nel punteggio lei prendeva coraggio e giocava per vincere il punto. Anche per questo quando ho vinto il punto per il quinto set point mi sono detta: “Adesso vai e fagliela sudare fino alla fine”.
Quest anno quasi ogni partita va al terzo e sono tutte partite lunghe e combattute. Pensi ci sia una ragione particolare?
Penso che sia un po’ un fatto che sei alle Finals e non esistono situazioni facili. Anche lo scorso anno ricordo diverse partite estremamente tirate e finite al terzo. Qui ci sono le migliori otto giocatrici e tutte lottano per dare il meglio. Quando sei sotto tu dici a te stesso: “Ok, ora devo davvero spingere perché questo può essere il mio ultimo match”. Come oggi, quando ero un break sotto nel secondo set mi sono detta di fare di tutto per rientrare, che avrei avuto tempo per riposare a casa.
Che significato ha questo risultato pensando all’ultima parte di stagione che hai avuto?
Per me arrivare in questo torneo è stato veramente importante mentalmente per ritrovare energie positive. È stata una seconda parte di stagione veramente dura. Ho smesso di lavorare col mio coach Thierry e non è stato facile. Con tutto quello che stava succedendo, con i commenti sui social, con i commenti sul mio fisico, non è stato affatto facile. Penso che questo risultato mostri quanto abbia lavorato forte e quale sia la mia qualità mentale. Andy mi ha aiutato tanto ed è qualcosa che apprezzo tantissimo.
Che cosa ti ha aiutato a superare queste difficoltà? Che lezione hai imparato dagli ultimi 6 mesi?
A guardare solo al mio cammino e a non fregarmene delle opinioni e dei commenti degli altri. Devo solo fare il mio lavoro, cercare di vincere ogni punto e non regalarne. Vorrei solo continuare così. Tutto quanto mi ha reso più forte, e ora sto riuscendo a divertirmi e a godermi questo successo. Nulla è ancora fatto, ma queste tre partite che ho avuto sono state durissime. Oggi ho affrontato questa sfida e sono veramente felice che sono riuscita a portarla a casa.
Hai parlato dei social media. Tu sei una di quelle che vorrebbe interagire forse maggiormente coi tuoi fan ma poi c’è il retro della medaglia dei commenti negativi. Quanto è difficile trovare un equilibrio a tutto? Pensi sia meglio non usarli durante i tornei?
Non li uso mai durante i tornei, ho un team che si occupa di quello perché con le sponsorizzazioni e gli accordi è abbastanza difficile. In generale non è che abbia letto tanti commenti negativi, però è difficile sfuggire da quelli perché è troppo facile vederli. E le persone attorno a te… Le voci non provengono solo dai social.
Lo scorso anno lasciati il torneo senza mostrare realmente il tuo valore. Eri dispiaciuta per questo? Quando ti sei qualificata, eri maggiormente determinata a venire qui e a dimostrare che vali?
Sì, credo sia parte dell’essere mentalmente duri da affrontare. Il periodo di sei mesi dopo la mia brutta performance al Roland Garros che è continuata per un po’ di tornei che mi ha impedito di giocare il mio miglior tennis mi ha reso in qualche modo più forte. Ho cercato di scoprire che cosa dovessi fare dentro e fuori dal campo e questo ora mi è più chiaro. È stato difficile, ma grazie ad Andrew Bettles e ad un’altra persona che non rivelerò chi sia, manteniamola come “persona misteriosa”, mi ha aiutato un po’ ad aprire la mia mente. Sono veramente grata a questa persona.
È un amico, uno psicologo o un allenatore?
Non lo so (sorride, nda).
È come il Montecristo di Jovanotti, Matteo Berrettini, simbolo di nuovi orizzonti che si schiudono,…
Lo sport ha la responsabilità di combattere la violenza di genere. Con i suoi valori…
Le cifre del dominio si fanno sempre più importanti. Jannik Sinner, fresco di seconda Coppa…
E’ FINITA! L’Italtennis, dopo il trionfo nella Billie Jean King Cup, vince anche la coppa…
L’Italia sconfigge per il secondo anno consecutivo l’Australia nella final eight di Malaga (l’anno scorso…
Italia è in semifinale di Coppa Davis grazie al successo del doppio azzurro composto da Jannik Sinner…