È stata la prima settimana, da quando parliamo di Next Gen, in cui gli esponenti di questa categoria (intendendola nella versione originale e cioè i nati dal 1996) si sono presi completamente la scena.
È vero che non c’erano in giro i big – unico top ten in campo è stato Isner a Stoccolma – ma è anche vero che abbiamo assistito in contemporanea a due finali (Mosca e Stoccolma) che ci catapultano nel futuro: Khachanov (classe ’96) e Tsitsipas (classe ’98) hanno vinto dominando contro due “senatori” come Mannarino e Gulbis, entrambi trentenni. Tenendo poi conto che al torneo di Anversa, in Belgio, il britannico Edmund (classe ’95 e al suo primo successo), ha avuto la meglio in finale su Monfils che di anni ne ha 32, il responso della settimana si tinge ancora di più di verde in vista della prossima stagione.
L’avanzata del nuovo è sempre più palpabile come conferma peraltro anche la nuova classifica che vede per la prima volta ben cinque tennisti nati dal 1996 tra i primi 20:
Messi insieme, hanno vinto quest’anno già 10 tornei su 15 finali disputate. A parte Alexander Zverev, che era già esploso lo scorso anno e aveva vinto ben 6 tornei raggiungendo il suo best ranking al numero 3, gli altri hanno fatto quest’anno il salto di qualità, guadagnando in classifica 181 posizioni in totale rispetto allo scorso anno, con una performance verso giocatori compresi tra i primi 20 del mondo passata nel complesso dal 34,9 (22W/41L) al 47,7 (42W/46L).
Se è vero che proprio due settimane fa è stato stabilito il record di presenze di tennisti over 30 tra i top 10 (7), è plausibile prevedere che il ricambio generazionale del tennis maschile toccherà già dalla prossima stagione anche i quartieri alti del ranking.
La Russia festeggia in quanto, con Khachanov e Medvedev, torna ad annoverare due tennisti tra i top 20 dopo quasi 8 anni: l’ultima volta risaliva all’8 novembre 2010, quando Youzhny fu numero 10 e Davydenko, per l’ultima volta tra i top 20, al numero 11.
Con la prima vittoria in carriera di Edmund e Tsitsipas (primo titolo di un tennista greco nel circuito maggiore) diventano 13 i tennisti al primo successo in questa stagione, originari di 11 nazioni diverse; uguagliato il miglior risultato dal 2000, risalente al 2004:
Settimana azzurra:
Nel circuito maggiore settimana interlocutoria per le nostre attuali punte di diamante Fognini e Cecchinato, che hanno perso entrambi troppo frettolosamente rispettivamente contro Tsitsipas in semifinale a Stoccolma e contro Mannarino all’esordio a Mosca. L’effetto è stato che entrambi hanno perso posizioni in classifica (Fognini da 14 a 15 e Cecchinato da 19 a 21); meglio Seppi che a Mosca, torneo a lui congeniale, si è spinto fino alle semifinali dove si arreso a Mannarino.
In compenso però buone notizie sono arrivate dal circuito Challenger dove si è completata una doppietta con Thomas Fabbiano, vincitore a Ningbo in Cina, e Filippo Baldi, che a Ismaning in Germania ha conquistato il suo primo Challenger superando tra gli altri in semifinale il promettente francese Humbert. Il tennista milanese (classe ’96) entra così di slancio tra i top 200 al numero 176.
Altri numeri:
1 – Al sesto tentativo, prima vittoria di Salvatore Caruso, il quale, entrato in tabellone ad Antwerp come lucky loser, ha superato l’indiano Bhambri prima di cedere in 3 set al bielorusso Ivashka.
6 – Le finali vinte consecutivamente dal lettone Gulbis che, tornato a disputare una finale dopo quattro anni dall’ultima volta (Nizza 2014), ha interrotto questa striscia vincente, costretto alla resa per mano del giovane Tsitsipas al torneo di Stoccolma.
7 – Vincendo contro Karolina Pliskova (n.6 del ranking) al secondo turno del torneo di Mosca, la russa Zvonareva torna a battere una Top 10 a distanza di 7 anni dalla vittoria alle WTA Finals del 2011 contro la Wozniacki.
8 – Record di presenze di lucky losers entrati in tabellone nei tornei che si sono disputati: 5 in campo maschile (di cui tre al torneo di Anversa) e 3 tra le donne. Chi ha fatto più strada è stato il lituano Berankis, approdato ai quarti al torneo di Mosca dove si arreso in tre set a Medvedev.
14 – I tornei Challenger vinti dagli azzurri quest’anno. Furono 8 in totale nel 2017. Prima vittoria per Baldi, Caruso e Quinzi che ha poi raddoppiato:
39 anni e 7 mesi – L’età di Ivo Karlovic, che vincendo il torneo di Calgary (battuto in finale l’australiano Thompson), è diventato il più anziano vincitore della storia dei Challenger. Il record precedente era del belga Dick Norman che nel 2009 vinse a Mexico City a 38 anni e un mese.
62 – Il best ranking ottenuto questa settimana dalla tunisina Ons Jabeur che al torneo di Mosca è giunta in finale, sconfitta al terzo set dalla Kasatkina. È la prima volta che una tennista araba disputa la finale in un torneo WTA.
592 – Le settimane consecutive di Tsonga tra i top 100, striscia interrotta a seguito della sconfitta contro Monfils nel secondo turno di Anversa, dove si era imposto lo scorso anno. La posizione attuale in classifica del tennista di Le Mans è al 113simo posto.
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