J. Sousa b. [4] A. Zverev 7-5 5-7 6-4 (eddi)
Adesso si può parlare di crisi. Alexander Zverev, che sembrava proiettato verso un raggiante futuro non riesce più a uscire da una sorta di confusione dovuta a tante cause, non ultima quella di essere arrivato così rapidamente dalle parte della vetta del mondo. Ma certo la sconfitta contro Joao Sousa, che gli aveva creato qualche problema anche nell’altro precedente quando però Sascha era un bimbetto, potrebbe segnare uno spartiacque di questa fase della carriera del tedesco. Perché è da come saprà affrontarla che capiremo se e quando il tedesco riuscirà davvero a mettere in fila gli avversari.
La partita è stata sconcertante nell’andamento, con Zverev che andava serenamente avanti per 5-2 e poi, come se qualcuno avesse cliccato su un interruttore, perdeva cinque game di fila, regalando sei palle break in due game dopo due chiusi a zero. Zverev recuperava se non il gioco almeno i nervi, salvava una palla break nel settimo game e nel dodicesimo riusciva a recuperare lo svantaggio di un set.
Sembrava fatta, anche perché insieme al parziale di 12-2 il tedesco pareva aver trovato anche una certa serenità, figurarsi quando si trovava sulla racchetta la palla per il 5-1, Da lì, incredibile, il crollo. Zverev faceva appena tre punti dei successivi diciotto e salutava il torneo, davanti ad un pubblico incredulo, anche se meno di Joao Sousa che non aveva fatto niente di speciale.
L’errore adesso sarebbe quello di entrare in un loop pseudo-depressivo, e di prendere queste sconfitte come sembra abbia preso le vittorie: troppo seriamente. Nella vita di uno sportivo ci sono i momenti neri e affrontarli può offrire la possibilità di ripartire con maggiore consapevolezza, magari senza perdersi in inutili baruffe come quella con Ferrero. Certo, il tennis contemporaneo continua ad essere una canna al vento, se giovani e meno giovani non riescono neanche arrivare al terzo turno di un “1000”.
[Q] T. Daniel b. [10] N. Djokovic 7-6(3) 4-6 6-1 (Piero Vassallo)
È già finito il torneo di Indian Wells di Novak Djokovic, il serbo era al rientro nel circuito dopo l’operazione al gomito di inizio febbraio e all’esordio è stato battuto in tre set dal giapponese Taro Daniel. Il 7-6(3) 4-6 6-1 con cui il giapponese approda per la prima volta al terzo turno di un Masters 1000 racconta di un Djokovic ben lontano dalla migliore condizione: probabilmente tornare a competere pochi giorni dopo l’intervento chirurgico non è stata la migliore delle scelte.
Sotto lo sguardo attento del suo coach Radek Stepanek, Djokovic è partito anche bene: ha costretto Daniel ai vantaggi nel secondo gioco e gli ha strappato il servizio nel quarto, portandosi poi sul 4-1. Ed è stato un avvio confortante anche sul piano del gioco, Nole è apparso sciolto, ben centrato e anche disinvolto nel presentarsi a rete. Tutto troppo bello per essere vero e infatti i problemi si sono palesati subito dopo il set point non sfruttato nell’ottavo gioco.
La sicurezza di inizio partita ha lasciato spazio alle prime crepe, sono aumentati gli errori e con un Daniel molto più reattivo Djokovic ha dovuto fare i conti con un tremendo problema: non essere in grado di trovare soluzioni vincenti, sbagliando praticamente sempre per primo ogni qual volta lo scambio si allungava. Recuperato il break di svantaggio, il giapponese ha preso fiducia e ha trovato delle soluzioni di rovescio degne sì di Djokovic (quello vero) mentre il suo avversario completava il disastro perdendo 4 punti su 5 al servizio nel tie break vinto meritatamente dal numero 109 ATP.
La reazione nervosa dell’ex numero 1 è stata encomiabile, nel secondo set si è tenuto a galla fino al 3-3 e nel gioco successivo ha preso un prezioso break di vantaggio che sembrava poter far girare la partita. Per chiudere il parziale ha dovuto prima salvare due palle del contro break e poi sprecare due set point, ma una volta pareggiati i conti il peggio per lui sembrava essere alle spalle. Niente di più sbagliato.
Daniel, passato un breve momento di appannamento, è tornato a esprimersi su buoni livelli mentre Djokovic è nuovamente tornato a sbagliare un colpo dopo l’altro. Tanti dritti sparacchiati in rete, altrettanti rovesci fuori misura: le quattro palle break cancellate nel secondo gioco gli hanno portato via le ultime energie residue e da lì in poi non ha più vinto un game.
Daniel festeggia il suo successo più bello in carriera, poco importa se contro un Djokovic nemmeno conoscente della sua versione migliore. Per Nole invece è un ko figlio di una fame di tennis forse tropo grande dopo gli ultimi mesi passati ai box e un Australian Open deludente. Avrà due settimane di tempo per mettere benzina e tennis nel serbatoio in vista del torneo di Miami, sempre che questa frenata non lo porti a riflettere e a prendere altre decisioni.
[1] R. Federer b. F. Delbonis 6-3 7-6(6) (eddi)
Classico Federer dei primi turni quello visto tra ieri e oggi contro Federico Delbonis, uno di quelli che riuscì a batterlo in quel luglio del 2013 di grande confusione dello svizzero. In genere in questi casi a Federer basta tenere la velocità di crociera sul proprio servizio e aspettare il passaggio a vuoto del rivale per portare a casa il match e questo match non ha ffato eccezioni. Ieri lo svizzero ha piazzato il break nel quarto game e ha concluso con qualche affanno, salvando due palle break nel nono game. Oggi, dopo che la partita era stata sospesa per pioggia, Federer ha rischiato forse qualcosa più del dovuto trascinandosi Delbonis al tiebreak e soprattutto passando dal 5-2 al 5-6 e servizio contro nel tiebreak. Federer non aveva avuto particolari problemi nei suoi quattro turni di battuta di oggi, e un paio erano durati appena un minuto scarso. Ma sia il dodicesimo game, sia la parte finale del tiebreak, Delbonis ha letto molto meglio il servizio di Federer e ha tirato un po’ ad occhi chiusi sperando che gli restassero dentro. Federer forse è rimasto un po’ sorpreso, ha addirittura regalato il set point ocn un doppio fallo, ma poi con una risposta aggressiva è arrivato al match point, chiuso con uno scambio in cui ha preso la rete.
Niente di nuovo quindi, Federer si “avvicina” a Nadal – allo svizzero è necessario arrivare almeno in semifinale per non cedere di nuovo il primato del ranking – e domani tocca a Krajinovic. C’è di peggio.
G. Monfils b. [15] J. Isner 6-7(5) 7-6(3) 7-5 (Simone Milioti)
Gael Monfils viene fuori, in rimonta, da un match molto complicato. Una partita in cui ha dovuto dare sfoggio di tutto il suo istrionico repertorio e portare dalla sua anche il pubblico di casa, ma per l’avversario. John Isner, testa di serie numero 15, di conseguenza si ritrova già fuori da un torneo che lo vide qui finalista nel 2012 e prosegue il momento negativo dopo le sconfitte nei turni d’esordio ad Acapulco e Delray Beach.
Un match in cui era difficile ottenere il gioco in risposta, le palle break hanno latitato e di break ne abbiamo visto solo uno, quello che ha condannato nel terzo set John Isner. Stranamente, o forse no conoscendone la mobilità e l’elasticità, era Monfils a faticare meno al servizio, riuscendo a giocare più facilmente dell’americano in risposta. Il primo set si concludeva al tie-break dove Isner grazie ad un minibreak conquistava il primo parziale.
Nel secondo set la situazione non cambiava, tranne qualche punto spettacolare di Monfils, vedi uno smash in salto stile Pete Sampras dei bei tempi, i turni di servizio si alternavano regolari e si capitombolava ad un secondo tie-break. Il secondo tie-break è stato più altalenante e Isner dopo essersi trovato avanti un minibreak si è fatto riagganciare sparando poi in corridoio un, tutto sommato, comodo dritto d’attacco. Da lì l’inerzia si è spostata verso il francese che con un super passante difensivo, che gli è valso il secondo minibreak di vantaggio, ha anche chiuso definitivamente il set.
Nel terzo comunque Isner non si è dato affatto per vinto, i due hanno continuato a tenere i servivi come niente fosse accaduto, come se i tie-break fossero stati una perdita di tempo. È stato proprio l’americano ad avere palle break, quasi dei match point, avanti 4-3 e 0-40 sul servizio di Monfils avrebbe poi servito per chiudere l’incontro. Monfils è riuscito ad annullare tutte e tre le pericolose palle break, l’ultima con una buona parte di collaborazione dell’americano che ha giocato la voleé in corridoio con Monfils ormai fuori gioco. Nel turno di servizio successivo Monfils ancora in difficoltà ha concesso un’altra palla break, stavolta era anche match point, annullata con un gran vincente di dritto lungolinea dal francese. Poi è stato il turno di Gael di andare 0-40 in risposta e Isner non è riuscito a replicare il salvataggio miracoloso che l’avversario aveva compiuto qualche minuto prima. Monfils dopo il cambio campo ha servito per il match e si è qualificato al terzo turno, dove sfiderà il connazionale Herbert.
Altre partite
Niente da fare per Thomas Fabbiano che non è risucito ad andare oltre un’onorevole sconfitta contro Jack Sock, semifinalista lo scorso anno. L’italiano ha perso abbastanza nettamente il primo set, ma nel secondo era riuscito ad andare addirittura a servire per il set sul 5-3. Purtroppo è andata male e Sock è riuscito ad approdare al terzo turno.
In apertura di giornata erano arrivate anche due vittorie contro pronostico. La prima quella del ripescato Dudi Sela contro il semifinalista dell’Australian Open Kyle Edmund. Il giocatore di Israele ha sconfitto in due set il britannico con un punteggio di doppio 6-4. L’altro match invece vedeva coinvolti la testa di serie numero 24, Gilles Muller, e un giocatore considerato spesso come un tennista di seconda fascia, ottimo doppista ma soltanto un giocatore da tabellone di qualificazione nei tornei che contano, Pierre Huges Herbert. Il francese invece si è spinto sino al terzo turno, sconfiggendo il belga, e affronterà il connazionale Monfils per un posto in ottavi di finale. Contro pronostico anche la vittoria di Baghdatis contro Schwartzman, anche se sul cemento le distanze tra i due sono minime.
La sopresa vera e propria – Zverev escluso – è arrivata però da Lucas Pouille, testa di serie numero 9, capace di perdere contro l’indiano Yuki Bhambri, numero 110 e proveniente dalle qualificazioni. Il francese ha giocato male dall’inizio alla fine, riuscendo solo a sprazzi a tornare vagamente in partita.
Hanno invece Feliciano Lopez, che ha regolato il giovane Escobedo; Sam Querrey, completando la brutta giornata degli Zverev; del Potro, favorito in questo spicchio di tabellone e che da oggi è numero 7 del ranking; e Marin Cilic, che al prossimo turno avrà Kohlschreiber.
Risultati secondo turno:
[1] R. Federer b. F. Delbonis 6-3 7-6(6)
[Q] T. Daniel b. [10] N. Djokovic 7-6(3) 4-6 6-1
[8] J. Sock b. T. Fabbiano 6-2 7-5
[6] J.M. del Potro b. [WC] A. de Minaur 6-2 6-1
G. Monfils b. [15] J. Isner 6-7(5) 7-6(3) 7-5
[2] M. Cilic b. M. Fucsovics 7-5 6-3
J. Sousa b. [4] A. Zverev 7-5 5-7 6-4
[29] D. Ferrer b. [WC] T. Sandgren 6-4 6-4
L. Mayer b. [LL] R. Bemelmans 6-4 6-1
[18] S. Querrey b. M. Zverev 6-4 7-5
[32] M. Raonic b. [Q] F. Auger-Aliassime 6-4 6-4
[LL] D. Sela b. K. Edmund 6-4 6-4
[Q] M. Baghdatis b. [14] D. Schwartzman 7-5 6-4
[31] P.Kohlschreiber b. [Q] T. Smyczek 1-6 6-4 6-4
[Q] Y. Bhambri b. [9] L. Pouille 6-4 6-4
[28] F. Lopez b.[WC] E. Escobedo 6-4 6-3
P.H. Herbert b. [24] G. Muller 6-3 7-5
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