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Sharapova da batticuore: annulla match point e supera Sevastova

[WC] M. Sharapova b. [16] A. Sevastova 7-6(4) 5-7 7-6(7)

Anche nelle stagioni più complicate, anche nelle giornate più difficili, Maria Sharapova c’è. Una partita difficile da raccontare con lucidità pur riflettendoci sopra, pur provando a raffreddare i pensieri e capire cosa sia successo in quei due parziali che Anastasija Sevastova, l’ultima giocatrice a batterla, allo US Open, non sia riuscita a farli suoi. Eppure ha anche avuto il match point nel tie-break decisivo, dopo essere rientrata nel set da 2-5 e servizio per la russa. Sul 6-5 in suo favore, però, la fucilata di dritto da posizione molto defilata di Sharapova poteva valere da solo il prezzo del biglietto.

Vorremmo parlare di tennis nel suo significato più stretto: un servizio che non garantiva punti sicuri, una difesa alle volte troppo arretrata rispetto alla linea di fondo e che la spingeva sempre più lontana, un tennis vario ma abbastanza leggero (di dritto, soprattutto), ma come si fa a non citare chi aveva di fronte? Sharapova, ex numero 1 del mondo, 5 volte campionessa Slam, rientrata qualche mese da una squalifica per doping che non ha minimamente scalfito il suo spirito.

C’è una statistica che va spiegata, ma che illustra forse meglio di qualsiasi altra cosa vuol dire per le avversarie arrivare alla “lunghissima distanza” contro la russa. Maria infatti non ha mai perso, nel corso di tutta la sua carriera, i match che si protraevano a 35 o più game: vuol dire vincere ogni volta che si hanno punteggi come 7-6 6-7 6-3, o 7-6 5-6 6-4 (ovviamente non conta l’ordine di questi parziali) o più lunghi, come i match che finiscono ad oltranza. Ebbene, quello contro la tennista lettone è stato il decimo match in carriera che ha visto la russa impegnata così a lungo, e ne è sempre uscita vincente. Forza mentale, carisma, fortuna, stoffa della campionessa. Siete liberi di scegliere quello che più preferite, ma i fatti dicono che comunque, alla fine, è sempre lei quella che ne esce con le braccia al cielo.

Oggi c’era qualsiasi segnale per vederla soccombere. Il primo set è stato eterno: Sevastova per tre volte prendeva un set di vantaggio e lo perdeva e nel tie-break completava il pasticcio cedendo per 7-4. La sua varietà di colpi era super efficace, il suo slice di rovescio faceva male da qualsiasi posizione contro una Sharapova che non riusciva mai a gestire i diversi tagli. Si muoveva abbastanza male, avrebbe forse dovuto essere più attiva con le gambe per leggere meglio le traiettorie e non far sì che il conteggio dei gratuiti dopo il primo parziale superasse i 25. Eppure quel set lo aveva vinto, rimanendo più lucida nel tie-break dopo aver sfruttato alcune indecisioni dell’avversaria nei vari turni di battuta di vantaggio (oppure leggasi un servizio che, soprattutto con la seconda, rischiava sempre di diventare leggibile).

Sia nel secondo che nel terzo, Sharapova ha avuto il comando nella prima metà. Nel secondo però si è fatta però riprendere da 4-2, annullando un set point sul 4-5 ma pochi minuti più tardi falliva una chance di servire per il match e sul 5-6 ancora le tante variazioni di Sevastova a farle malissimo fino a cedere un nuovo turno di battuta e l’intera frazione. Quella palla era fastidiosissima, la piazzava dove voleva e la faccia di Sharapova dopo un’ora e mezza era tutta un programma: la sua giornata stava diventando un inferno. Anzi, lo era già. E se nella frazione decisiva sembrava aver ripreso il comando, con una Sevastova nuovamente pasticciona e che sul 2-3 buttava una chance di 0-40 per ritrovare la parità finendo poi per cedere un secondo turno di battuta, dal 2-5 lasciando andare il braccio è riuscita passo dopo passo a rientrare per l’ennesima volta. 3-5 annullando match point, 4-5 pur subendo la rimonta da 40-15, infine 5-5 da 30-15 Sharapova.

Clamorosa, infine, la tensione registrata nel tie-break finale. Sevastova sempre avanti: 2-0, 4-2, 6-5 e servizio. Sharapova che spingeva e rientrava ogni volta, compreso quel tracciante di dritto spettacolare giocato come jolly sulla palla match concessa. Da lì in poi ha ripreso il comando del match fino a chiudere 6 punti più tardi dopo una nuova seconda della lettone, valorosissima avversaria che ha dato pienamente credito a quanto visto a Flushing Meadows. In molti dicevano, quel giorno, che fosse merito quasi solamente di un calo dell’avversaria che, dopo il match contro Simona Halep, non era più riuscita a ripetersi su quel livello. Oggi però, per capire quanta fatica ha fatto una Sharapova non al 100% ma che garantisce comunque un livello agonistico molto alto, è bastato vedere il volto della russa per realizzare che il gioco di Sevastova è quanto di peggio possa trovare. Per venirne a capo c’è stato bisogno di una magia.

Altri incontri:

È arrivata la vittoria, si è interrotta la striscia di 3 sconfitte consecutive, ma che fatica per Simona Halep. Il primo successo della rumena dalla semifinale di Cincinnati, a metà agosto, è un 6-3 3-6 6-3 complicatissimo contro Alison Riske nel primo turno del WTA Premier Mandatory di Pechino, penultimo appuntamento “pesante” della stagione femminile.

La rumena, testa di serie numero 2 dell’evento, è stata molto vicina ad un nuovo crollo. Prima nel set d’apertura, quando i game iniziali la vedevano impacciata e spenta e solo una rimonta da 1-3 ha consentito di non ripetere quanto visto contro Daria Kasatkina a Wuhan. Fondamentale il game tenuto sul 3-3, salvando 2 chance di break e poi chiudendo la frazione con un parziale di 8 punti a 0. Nel secondo, invece, l’allungo iniziale della statunitense (lei sì, ora, a 4 sconfitte di fila) è bastato per rinviare tutto al terzo, dove Halep è stata prima 3-0 per poi dover ricostruire tutto e chiudere, infine ….

Non c’era il volto dei giorni migliori, gli errori erano tanti e c’erano difficoltà anche da un punto di vista tattico: i dritti carichi che spesso utilizza per spezzare il ritmo ed evitare di essere aggredita erano molto corti, permettendo spesso a Riske di comandare. Molto passiva, fallosa, frustrata. Pure in quei momenti in cui Andrei Pavel, in Cina come suo coach, sostituendo momentaneamente Darren Cahill, quando le parlava non riceveva il giusto riscontro. Lo sguardo della numero 2 del mondo era perso, sembrava non essere convinta di sé e realmente concentrata. Alla fine, comunque, è arrivata la vittoria ma un dato, i 40 gratuiti, è davvero anomalo per una come lei, anche nei momenti non troppo felici. Al prossimo turno una tra Magdalena Rybarikova ed Eugenie Bouchard.

Negli altri match, vittorie abbastanza semplici per Angelique Kerber e Petra Kvitova. La tedesca ha avuto qualche difficoltà solo a metà del secondo parziale contro Naomi Osaka, quando è scivolata indietro 2-4, prima di chiudere 6-2 7-5 bissando la vittoria a Tokyo e cancellando ancor di più la partita dello US Open persa proprio contro la giapponese. Per la ceca, invece, è arrivato il successo nel derby contro Kristyna Pliskova per 6-3 7-5.

Risultati:

D. Gavrilova b. A. Kontaveit 7-5 7-5
[12] P. Kvitova b. Kr. Pliskova 6-3 7-5
A. Pavlyuchenkova b. L. Davis 6-1 6-1
[WC] Y. Y. Duan vs [13] K. Mladenovic
[10] A. Kerber b. N. Osaka 6-2 7-5
S. Cirstea b. M. Barthel 7-6(4) 6-1
N. Vikhlyantseva vs D. Kasatkina
[WC] M. Sharapova b. [16] A. Sevastova 7-6(4) 5-7 7-6(7)
[2] S. Halep b. A. Riske 6-3 3-6 6-2

Diego Barbiani

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