TENNIS – Di Giancarlo Di Leva
La stagione che sta per chiudersi ha visto lo strapotere di re Nole spalleggiato dagli altri 3 giganti con i quali condivide l’etichetta di ‘Fab Four’ e con i quali sta facendo la storia del nostro sport da almeno 11 anni.
Appare ancora lontano o quanto meno non prossimo l’avvento di tennisti di nuova generazione in grado di competere con loro.
Il loro strapotere anziché attenuarsi è incredibilmente aumentato nel corso degli ultimi 5 anni in cui, si sono dati il cambio come nelle gare ciclistiche sopperendo ai momenti di calo che, a turno, hanno comunque avuto. Prendendo in considerazione i vincitori e i finalisti dei 4 Slam, dei 9 Master 1000 e delle ATP Finals, nonché i vincitori degli altri tornei del circuito, abbiano messo a confronto i dati degli ultimi 11 anni:
Da essi emerge appunto che, se dal 2005 al 2010 questi 4 “cannibali” avevano lasciato agli avversari 2 Slam, 12 Master 1000 e 2 ATP Finals, dal 2011 la loro avidità è aumentata lasciando per strada soltanto 3 Slam (su 20) e 3 Master 1000 (su 45): l’artefice di 3 di questi 6 “sgarbi” è stato Stan Wawrinka, capace di ripetersi a Parigi quest’anno dopo l’exploit agli Australian Open 2014 cui fece seguito l’assalto riuscito al trono di Nadal a Montecarlo. Restano ai margini Cilic che visse la settimana della vita agli Us Open dello scorso anno, Ferrer che approfittò della distrazione dei big a Parigi Bercy nel 2012 (su Janowicz in finale) e Tsonga che sorprese Federer a Toronto nel 2014.
Senza Wawrinka nel 2015 avremmo avuto l’en plein di vittorie da parte dei Fab Four nei tornei maggiori (come nel 2011 e nel 2013) e probabilmente la realizzazione del Grande Slam da parte di Djokovic.
In definitiva quest’anno si registra la migliore performance in assoluto dei Fab Four prendendo in considerazione anche i finalisti (25 su 28 pari all’89,29%).
Anche sulle “briciole” sono stati quest’anno più avidi che mai, vincendo 11 tornei minori portando così il totale complessivo a 24 (su 66) con una performance del 36,36%, la migliore in assoluto.
Questa egemonia continua perché la generazione successiva dei tennisti che avrebbe dovuto avvicendare questi big (classe 89-94) di fatto si sta dimostrando ancora non all’altezza di questi grandi campioni, destinati probabilmente ad occupare le prime posizioni ancora per un po’ d’anni, in attesa che maturino dei veri campioni tra gli attuali under 20 (cosiddetti “teen”).
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