TENNIS – Di Piero Vassallo
Grazie alla finale di Halle, Andreas Seppi è tornato nei primi 30 del mondo e numero 1 d’Italia dopo due anni. Prossimo passo cercare di rientrare nella top 20, obiettivo ambizioso ma possibile.
Il 7-6 6-4 che ha consegnato a Federer l’ottavo titolo sull’erba di Halle ha lasciato qualcosa di buono anche nel morale e nella testa di Andreas Seppi, sconfitto sì, ma a testa alta, anzi di più. Una bella risposta a chi gli imputava un’eccessiva fortuna nel suo cammino tedesco: è vero, sia nei quarti che in semifinale la dea bendata gli ha dato un notevole aiuto azzoppando prima Gael Monfils (che in realtà se l’è cercata con uno dei suoi soliti folli numeri da circo) e poi Kei Nishikori, entrato in campo con una vistosa fasciatura al polpaccio sinistro e costretto ad alzare bandiera bianca dopo soli cinque game.
Giocando una grande partita contro il numero 2 del mondo, Seppi ha dimostrato di essersi meritato la buona sorte, anche perché di sfortuna in questi mesi ne ha avuta anche troppa, tutta concretizzatasi in un brutto infortunio all’anca che gli è costato il forfait a Miami e poi a tutta la stagione sul rosso: ha dovuto cancellarsi dall’entry list di Bucarest, Monaco, Madrid e Roma, è rientrato in tempo per giocare il Roland Garros, ma la convalescenza e un sorteggio poco amico (Isner al primo turno) hanno reso il suo Slam molto breve.
Ora che il fisico è nuovamente a posto, finalmente Andreas può tornare a essere ottimista, e non solo per la finale di Halle, che gli consentirà di essere testa di serie a Wimbledon, ma anche per le interessanti prospettive di classifica. Basta dare un’occhiata al Ranking: l’altoatesino attualmente è numero 27, ma nella Race è in diciannovesima posizione, nonostante i tanti tornei a cui ha dovuto rinunciare. D’altronde prima del problema all’anca la stagione di Seppi era più che positiva: oltre all’ottavo in Australia, con tanto di inaspettata vittoria su Federer, aveva raccolto anche una buona semifinale a Doha e una finale a Zagabria.
A questo punto Andreas può seriamente pensare di tornare nei primi 20, e perché no ritoccare il suo best ranking (numero 18 nel gennaio 2013), visto che nella seconda parte dell’anno non deve difendere granché: la scorsa stagione si fermò al primo turno a Wimbledon, sul cemento americano non andò oltre il secondo turno a Toronto, Cincinnati e New York e negli altri tornei raggiunse i quarti a Mosca, Shenzhen, Winston-Salem e Kitzbuhel. Un bottino decisamente migliorabile.
Il problema principale sembra essere proprio la stagione estiva negli USA, dove Seppi non ha mai brillato: alla Rogers Cup non ha mai superato il secondo turno, a Cincinnati il miglior risultato è un terzo turno che però risale al lontano 2008, lo stesso vale per Flushing Meadows dove però andare più avanti è difficoltoso per ovvi motivi. Più soddisfazioni potrebbe riservare la stagione indoor, dove Seppi ha sempre fatto buone cose e infatti con un tetto sopra la testa ha giocato tre delle sue otto finali (Metz, Mosca e il già citato Zagabria). A 31 anni, nuovamente numero 1 d’Italia, con la maturità giusta e la voglia di continuare a migliorarsi, tornare nella top 20 non è un obiettivo proibitivo: avanti Andreas, che c’è di nuovo posto.
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