TENNIS – MADRID – Dal nostro inviato Piero Vassallo
Andy Murray vince il suo primo Masters 1000 sulla terra battuta battendo Rafa Nadal 6-3 6-2 nella finale del Mutua Madrilena Open. Inaspettata debacle dello spagnolo che da domani scenderà al numero 7 della classifica.
E alla fine Andy Murray si scoprì terraiolo: in 7 giorni ha vinto due titoli sul rosso, quando in 10 anni da professionista su quella superficie non era riuscito nemmeno a giocare una finale in un torneo minore. Se il successo a Monaco non aveva fatto notizia, questo odierno a Madrid ne fa eccome: non solo è il primo Masters 1000 sulla terra per lo scozzese, ma è anche il primo successo contro Nadal sul terreno preferito del maiorchino.
Già, Nadal: sembrava pronto a sollevare per la quarta volta lo Ion Tiriac Trophy, i pronostici erano tutti per lui e dopo averlo visto all’opera in settimana c’erano pochi dubbi; lo spagnolo è andato in crescendo, ha giocato un discreto match con Johnson, meglio aveva fatto con Dimitrov e ottimo era stato con Berdych. Gli indizi lasciavano presagire un altro trionfo casalingo, invece, nell’ora e mezza con cui ha abdicato al titolo di Re della Caja, è regredito nuovamente.
Si è rivisto il giocatore incapace di far male, insicuro, falloso di questi primi mesi, quello che ha subito sconfitte inspiegabili contro i vari Berrer, Verdasco, Fognini, Raonic, Berdych. E’ partito malissimo perdendo il servizio nel secondo gioco, non riusciva a dare profondità ai propri colpi e ogni qual volta provava a spingere con il dritto, la palla finiva lunga di metri.
Dagli spalti gli hanno urlato “Wake up Rafa!” e lui in effetti è sembrato destarsi: ha avuto due palle break nel settimo gioco e su una di queste è stato anche sfortunato, visto che il diritto lungo linea è finito lungo di un soffio. Per il resto però non c’è stata partita, anche nel secondo set Murray ha preso subito un break di vantaggio e al termine di un lungo terzo gioco ha messo l’ipoteca sul titolo, grazie a un rovescio steccato di Nadal che gli ha consegnato il doppio break della sicurezza.
Per lo scozzese è il titolo numero 33 in carriera, raggiunge Mats Wilander e Arthur Ashe e va in doppia cifra nei Masters 1000. Diventa il quarto giocatore capace di battere Nadal in una finale sul rosso, prima di lui ci erano riusciti soltanto Djokovic (4 volte), Federer (ad Amburgo) e il carneade Zeballos (Vina del Mar). Pensare che fino a ieri il suo bilancio sulla terra contro i Top 10 era un desolante 1-13, con l’unico successo arrivato contro Davydenko a Monte-Carlo, ben 6 anni fa.
Invece all’improvviso si ritrova imbattuto sul rosso e con due titoli in più, uno di questi decisamente pesante. Sarà stato il matrimonio con la bella Kim Sears o forse la vicinanza del nuovo co-allenatore Jonas Bjorkman, fatto sta che forse da oggi il Roland Garros ha un nuovo pretendente oltre ai soliti noti. Nadal lascia Madrid vedendo nuovamente crollare quel muro di certezze che con pazienza aveva costruito durante la settimana, e con lui anche la sua classifica: da domani sarà numero 7 del Ranking, non succedeva dall’inizio di maggio del 2005 e adesso le cose si fanno davvero preoccupanti.
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