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L'Atlante degli italiani / Consoliamoci con la Schiavone, ma è poca cosa visto la Giorgi

TENNIS – Di Gianluca Atlante

Seppi lotta tre set con Berdych a Rotterdam, ma senza dare mai l’impressione di poter fare match pari, Bolelli arriva a mettere in difficoltà, almeno nel secondo set, Raonic sempre nella Terra dei tulipani, la Schiavone si ritrova, almeno in parte, ad Anversa, dove prima lascia la miseria di due giochi alla Kerber, prima di cedere di schianto alla Suarez Navarro che, nel primo turno aveva, per un set, preso pallate dalla Giorgi, poi naufragata negli errori di sempre.

Morale della favola, si può essere contenti? Considerando quello che oggi, soprattutto tra le donne, offre il nostro tennis, magari possiamo accennare ad un piccolo sorriso, ma niente di più. Anche perchè, e torniamo ai discorsi di sempre, il nuovo che avanza continua a vivere in uno stato tennistico di assoluta confusione, e parliamo della Giorgi, mentre il vecchio prodotto, rappresentato in questo caso dalla Schiavone, ha un piccolo ruggito, che ci auguriamo non resti tale, ma che rappresenta un goccia, una piccola goccia, in un lago di pensieri non del tutto positivi, tutt’altro. C’è da dire che erano secoli che la Schiavone non passava due turni in un torneo. Dalla semifinale di Limoges in Francia, e parliamo del novembre dello scorso anno. Fuoco di paglia, o cosa? Chissà… Con la Schiavone si può parlare, senza possibilità di essere smentiti, di tutto e del contrario di tutto, ma Francesca, con tutto il rispetto, è classe ’80, ha scritto e riscritto la storia nostrana di questo sport, a lei saremo sempre grati, inchinandoci genoflessi ai suoi risultati, ma fa parte di un passato da tramandare ai posteri. E’ il presente che ci inquieta, lasciandoci basiti di fronte, tornando ad Anversa, all’ennesima sciagurata partita di Camila Giorgi, che non ne vuole sapere di ascoltare, di farsi guidare da chi ha competenze in materia. Tira pallate e se va bene, ok, altrimenti amen, e chi si è visto, si è visto. Diverso il discorso tra gli uomini, dove Seppi e Bolelli le loro partite le vincono e dove, in attesa che Fognini torni ad essere il giocatore che noi tutti conosciamo, la situazione è meno drammatica o, trovando un termine più consono allo sport del tennis e, dunque, ad un gioco, meno a tinte grigioscure rispetto al panorama “rosa”, alla ricerca di quella continuità di risultati che sembra essersi smarrita. Poi, se la stessa, è legata ai risultati di Schiavone e Pennetta, allora siamo messi davvero male. Crediamo…

 

 

Gianluca Atlante

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