TENNIS – Di Andrea Scodeggio
Novak Djokovic ed il Roland Garros: questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai. Il romanzo d’amore tormentato di Alessandro Manzoni fa impallidire se messo a confronto Renzo e Lucia a Djokovic ed il torneo parigino.
Un’ ossessione pari a quella di Smeagol ed il suo “tessoro” ne “Il Signore degli anelli” di Tolkien, colpa della sfortuna e non solo. Tante volte sognato, ma tante volte solo sfiorato senza poterlo mai toccare con mano.
“Odi et Amo” così scriveva Catullo per descrivere la sua ossessione, ed è la stessa per il serbo: un amore sognato e disilluso ogni volta, tanto da tramutarsi quasi in una tragedia greca o shakespeariana. Fa specie pensare che lui, abituato ad essere dissacrante e molestamente ironico, possa venire schernito in questo modo e da un torneo. Eppure, senza giri di parole, gli è stata più volte fatta sotto il naso. L’avversario che si opposto con maggiore intensità e gli ha tolto la soddisfazione di questo trofeo è sicuramente il re della superficie rossa: Rafael Nadal, ma non è l’unico .
Soffermandoci con un breve excursus solo su questo torneo, gli psicodrammi sono piuttosto frequenti. Pare incredibile se si considera com’era iniziata la sua storia su terra francese: nel 2005 ottenne la prima vittoria in un torneo dello Slam (seppure a livello junior) contro Robby Ginepri, mentre nel 2006 fece ancora meglio con i suoi primi quarti di finale (questa volta nel “vero” torneo Major) ma qui l’avventura si fermò con il primo incrocio contro lo spauracchio Nadal. Un infortunio alla spalla ha costretto il serbo a dare forfait nel secondo set dell’incontro. Quel giorno però venne ricordato più per una dichiarazione che suscitò clamore nel circuito. Djokovic dichiarò infatti che senza problemi fisici, avrebbe potuto battere tranquillamente lo spagnolo. Fu la sua condanna.
Rafa non digerì molto quelle dichiarazioni ed il destino ha voluto che Nole se le rimangiasse e con tutti gli interessi che ne sono conseguiti. Infatti lo spagnolo sarà spesso il carnefice del serbo nello slam parigino. In ordine: 1) 2007 (in occasione della prima semifinale per il serbo) Nadal lo punisce 7-5 6-4 6-2. 2) 2008 (ancora in semifinale) nuova sconfitta per 6-4 6-2 7-6. 3) 2012 (nella prima finale al Roland Garros e da numero uno del mondo) ancora inchinatosi di fronte allo spagnolo per 6-4 6-3 2-6 7-5. 4) 2013, il dramma sportivo di Nole. Rafa era rimasto fuori per oltre sette mesi da un brutto infortunio, ma nonostante ciò era già tornato in grande forma. La partita fu intensissima e nel quinto set Nole era in vantaggio di un break. Lo perse anche a causa del famoso smash errato quando aveva l’occasione per salire 5-3. Finì 6-4 3-6 6-1 6-7 9-7 per Nadal.
Negli anni in cui non fu Nadal ad interrompere la sua corsa, ci pensò Djokovic stesso a fermarsi prima. Nel 2009 Nadal aveva incredibilmente perso agli ottavi contro Soderling, la prima ed unica sconfitta per il maiorchino sulla terra francese, ma Novak non ne approfittò. Aveva infatti già salutato il torneo il giorno precedente, sconfitto in tre set da Philipp Kohlschreiber con un triplo 6-4. Nel 2010 invece fu l’austriaco Jurgen Melzer a porre fine alla sua avventura parigina, sconfiggendolo ai quarti di finale con il punteggio di 3-6 2-6 6-2 7-6 6-4 dove si ricorda una furiosa discussione dell’attuale n.2 del mondo nei confronti del giudice di sedia per una chiamata a suo dire errata.
Il 2011 fu la sintesi della sfortuna. In una forma strabiliante, reduce da 41 vittorie consecutive e dopo aver battuto Nadal per due volte sulla terra, tutti erano convinti che sarebbe stato lui il futuro vincitore dello slam parigino. Ed invece, l’imprevisto si materializzò ancora una volta in semifinale ed a fermarlo fu un redivivo Roger Federer che giocò la migliore partita della stagione proprio nello Slam parigino e proprio contro Djokovic, battendolo per 7-6 6-3 3-6 7-6.
Riassumendo, il rapporto di Djokovic con il Roland Garros è stato finora una cocente delusione, da paragonare a quella di Leonardo Di Caprio con l’Oscar o quella di Ibrahimovic per la Champions, per citare due argomenti sulla bocca di tutti. Non consola il fatto che questo torneo sia stato una maledizione per molti grandi che non hanno mai potuto sollevare la coppa dei Moschettieri. Tra tutti si ricordano, in ordine sparso: Jimmy Connors , John McEnroe, Pete Sampras, John Newcombe, Stefan Edberg, Arthur Ashe. Anche Roger Federer rischiò di far parte di questa cerchia e di accomunare il proprio destino a quello del serbo, visti i tanti bocconi amari che Roger ha dovuto digerire causa Nadal, ma nel 2009 seppe sfruttare alla perfezione la mancanza del suo arci-rivale sconfiggendo in finale prorpio chi gli aveva procurato questo “favore”, Robin Soderling.
Non ci resta che attendere un nuovo capitolo di questa struggente telenovela e sperare che il serbo coroni il suo sogno ed alla fine riceva in dote la sua coppa. Per rimanere in tema letterario: come Dante con la sua Beatrice, come Leopardi con la sua Silvia, anche Novak ha la sua bellezza da conquistare, Nadal permettendo.
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