Di Francesca Cicchitti
Febbraio oltre ad essere il mese dei tornei indoor che si giocano su superfici veloci, è anche tempo degli sport invernali. Ieri si è aperta la XXII edizione delle Olimpiadi Invernali che hanno luogo a Sochi, in Russia. Centotredici gli azzurri che gareggeranno nelle varie discipline, di cui 69 uomini e 44 donne. Il campione italiano di slittino Armin Zoggeler, considerato uno dei più grandi in questo sport, ha avuto l’onore di portare la bandiera tricolore alla cerimonia di apertura dei Giochi. Sarà un’olimpiade che ci farà stare col fiato sospeso, gli azzurri affronteranno diverse discipline e gli occhi saranno puntati sul medagliere per vedere se ci piazzeremo nella “zona Olimpo”.
In realtà ci sono già due vincitori di questa edizione, uno virtuale e l’altro morale: il primo è la rete, intesa come web, il secondo è la squadra di bobbisti giamaicani che dopo dodici anni di assenza, parteciperanno di nuovo grazie all’appello lanciato on-line, nel quale rendevano noto che non avevano i soldi sufficienti per l’equipaggiamento e per il viaggio. Così 26 anni dopo, i famosi bobbisti giamaicani di cui tanto si parlò alle Olimpiadi di Calgary e che ispirarono la Disney con un film (Cool Running, 4 sotto zero), tornano ad essere i protagonisti a Sochi 2014. Grazie alla Dogecoin Foundation (fondazione che amministra la moneta virtuale), che ha lanciato l’appello, chiedendo agli utenti se volessero aiutare il team giamaicano a raggiungere la cifra che gli potesse consentire la partecipazione. La risposta e la solidarietà da parte del popolo della rete è stato immediato e cospicuo, in soli tre giorni la comunità di internet ha donato circa 27 milioni di “Dogecoin” che equivale circa a 30 mila dollari che sono stati devoluti interamente alla squadra composta da Winston Watts, pilota e Marvin Dixon.
Così il sogno giamaicano si realizza un’altra volta, come avvenne nel 98, alle Olimpiadi di Calgary, la loro prima partecipazione che destò un interesse clamoroso da parte del mondo intero per la loro intraprendenza ma soprattutto per la loro simpatia. Anche nel tennis abbiamo il corrispettivo dei bobbisti: Dustin Brown, il simpatico giamaicano naturalizzato tedesco, ha giocato dall’inizio della sua carriera sino al 2010, sotto la bandiera giamaicana, ma a causa della mancanza di fondi da parte della Federazione della Giamaica, ha preferito affidarsi alla Germania, suo paese di nascita.
Per i bobbisti i guai non sono finiti, dopo essere riusciti nell’impresa più difficile, quella di recuperare i fondi, hanno avuto un altro inconveniente: una volta arrivati a Sochi, si sono accorti che nel lungo viaggio aereo che li ha portati dalla calda isola, alle fredde nevi della Russia, i loro bagagli si sono persi, dunque tutto l’equipaggiamento: caschi, tute, scarpe chiodate, sono rimasti tra Sochi e il JFK. Nonostante la sfortuna, Watts, che oggi compie 47 anni, dopo aver visionato la pista, ha confidato ai giornalisti: «gareggeremo comunque, anche a costo di chiedere l’attrezzatura in prestito alle altre squadre».
Speriamo che i contrattempi siano finiti, ma credo sentiremo parlare molto del team giamaicano nel corso di queste Olimpiadi. Da parte nostra, solidarietà e un grande in bocca al lupo!
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