Paolini salvata dalla pioggia: incredibile semifinale a Roma

[6] J. Paolini b. [13] D. Shnaider 6-7(1) 4-6 6-2

Nella sua semplicità, con un sorriso a trentadue denti bene in vista, consapevole di aver avuto un piede e tre quarti fuori dal WTA 1000 di Roma, Jasmine Paolini non è riuscita a mentire davanti al microfono nei primi secondi successivi alla rocambolesca partita contro Diana Shnaider. Un ringraziamento speciale a Giove Pluvio, alla pioggia, a quei cinque minuti di pace avuti nel momento più brutto della sua partita, sotto 6-7 0-3 e 30-0 per l’avversaria che le aveva strappato un parziale d’apertura dove la toscana era 4-0 avanti e aveva servito per il set sul 6-5.

Paolini era in un blackout totale in una partita brutta, con tanti bassi e pochi alti per entrambe, senza continuità, senza belle azioni, ma che si trascinava dalla parte della numero 13 del mondo, giovanissima ma attesa ormai al primo exploit della carriera perché ha nelle corde qualcosa di speciale. Oggi, però, non l’ha quasi mai espresso. La partenza è stata pessima, la rimonta buona ma a un certo punto è sembrato tutto filare dalla sua parte senza nemmeno fosse costretta a qualcosa di eccezionale. Jasmine aveva pagato carissimo quel passaggio a vuoto prolungato, quegli errori di dritto sul 6-5, quell’atteggiamento generale che sembrava manifestare tensione e gambe pesanti.

Aveva cominciato cercando soprattutto il rovescio, poi quando la situazione si era ribaltata perdeva di vista i dettami tattici e sembrava più affidarsi al proprio istinto, anche se sul 5-4 30-30 veniva graziata da una risposta in rete della russa e sul 5-5 30-30 era lei invece a prendere l’iniziativa ma, come accennato, i primi punti sul 6-5 hanno purtroppo cancellato anche l’ultimo sprazzo positivo prima di capitolare al tie-break e trovarsi, all’inizio del secondo parziale, in una serie negativa di 17 punti su 20 giocati.

Nel momento peggiore, però, la pioggia annunciata dal vento sempre più forte è arrivata. Una breve pausa, ma che è servita per togliersi dalla testa la sensazione di essere in una buca e di non poter più far nulla. Ha anche ammesso dell’importanza preziosissima del proprio team e in particolare di Sara Errani che con un discreto lavaggio del cervello le ha detto di tornare subito a giocarle sul rovescio, punto ancora dolente di Shnaider soprattutto se è chiamata a colpire una palla carica di spin. E così, pur in una partita che rimaneva ancorata a punti rapidi e non troppo spettacolari, Paolini è riuscita a rientrare. Pur con le gambe che si muovevano poco, con errori brutti, ma con tanta determinazione in più. La fortuna, se vogliamo, le ha detto bene anche sul 3-4 perché oltre a spingere su rovescio trovava un’avversaria che col vento in quel momento contro faceva tanta fatica a capire come dosare la forza sul colpo e alcune palle finivano a fondo rete e altre lunghe. Così pure sul 4-4 e la russa, che conduceva con un ampio vantaggio si è trovata chiamata a tenere la battuta per allungare il parziale ma di fronte a un’avversaria di nuovo pericolosa e un pubblico che si era rianimato.

L’altalena enorme è arrivata anche all’inizio del terzo set con Shnaider che è salita rapidamente sul 2-0 ma Paolini ha saputo quantomeno fermare il nuovo momento negativo. Dal 2-1 in poi, Diana ha dovuto sempre impegnarsi per reggere a livello emotivo prima ancora che negli scambi. Voleva chiudere il punto entro il terzo scambio, infastidita da ogni cosa: l’andamento del match, la vittoria così vicina e sfumata, il pubblico. Nei momenti cruciali ha fatto poi quello che una giocatrice un po’ più esperta probabilmente avrebbe evitato: infastidire gli italiani, reagendo a qualche (ingiusto) fischio alzando il braccio e chiedendone ancor di più, caricando purtroppo tutta la parte di tifosi che col tennis ha poco a che fare ma era lì per sostenere la propria beniamina. Lei aveva staccato, Paolini doveva solo portare a casa la partita e c’è riuscita sul 5-2, senza nemmeno essere chiamata a servire per la vittoria sul 5-3.

Paolini, al termine di questo incontro incredibile, ha ben ragione di poter sorridere al di là di tutto quello che può valere la prima semifinalista italiana nel torneo del Foro Italico da Sara Errani nel 2014. Contro di lei ora una tra Elina Svitolina e Peyton Stearns.

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