Ostapenko: Al servizio? Nessun lavoro, solo forza mentale

Aljona, ti ho fatto la stessa domanda ieri: che voto ti dai da 1 a 10? Dove davvero oggi ti sei sentita alla grande?
“Come ieri: tra l’8 e il 9. Credo che in ogni momento in cui dovevo raccogliere i punti sono riuscita a farlo bene”.

Un po’ di tempo fa ricordo che il servizio ti creava qualche problema di troppo, già solo questa settimana ti ha dato tanto: punti gratuiti, ace nei momenti giusti… Hai perfezionato qualcosa?
“Nessun lavoro, si tratta solo di essere più forte mentalmente”.

Hai parlato in campo di voler essere perfetta, ma come diceva anche André Agassi nel suo libero voler essere un perfezionista è sempre un rischio perché la perfezione non esiste. Stai cercando anche tu di non essere così tanto ossessionata dalla ricerca della perfezione?
“Sì perché non è una gran cosa. Hai degli standard che non esistono e alla fine tutto gira contro di te”.

È solo la terza finale per te in carriera sulla terra. Questa cosa ti sorprende?
“Sì, non sapevo la statistica. Qui però forse doveva accadere, perché credo di aver spesso fatto bene sulla terra e qui siamo indoor, quindi probabilmente il mio gioco si abbina bene”.

Ieri dicevi che dai un’occhiata alle altre giocatrici, dal vivo o su internet, per capire un po’ come giocare contro di loro. Ora però vorrei chiederti se sia mai capitato di guardare qualcosa di te: una partita che ti è piaciuta tanto, una dove c’era qualcosa che ti è rimasta.
“Sì ogni tanto mi capita di guardare qualcosa, anche per analizzare un po’ dove sbaglio. Poi se c’è una partita che riguardo di me è la finale del Roland Garros. Mi è piaciuta tanto (ride, nda)”.

Cosa credi che le altre giocatrici pensino a proposito del tuo gioco?
“Non lo so, non mi interessa neanche tanto. Mi importa più di far bene per me, per quello che devo fare, perché ci saranno sempre a chi piaci e a chi no. Gli haters ti rendono solo più forte (ride, nda)”.

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