Roland Garros: Swiatek, 33. Pegula sconfitta, nuova semifinale e sfiderà Kasatkina

[1] I. Swiatek b. [11] J. Pegula 6-3 6-2
[20] D. Kasatkina b. [29] V. Kudermetova 6-4 7-6(5)

Venus Williams a inizio 2000 aveva totalizzato 35 vittorie di fila, sua sorella Serena nel 2013 si è fermata appena sotto a 34. Oggi, Iga Swiatek, ha raggiunto quota 33, totalizzando la terza serie più lunga del nuovo millennio. Non è stata una partita eccezionale, anche perché per sbloccarla c’è stato, purtroppo, un brutto errore di valutazione dell’arbitro che le è girato a favore, ma nel complesso è riuscita a lasciare appena cinque game a Jessica Pegula tornando un po’ sui suoi standard.

Il match è durato circa un’ora e mezza, la stessa durata del solo primo set nel suo match precedente contro Qinwen Zheng e, quasi, aveva raggiunto picchi più alti e continui contro la cinese. Però il modo in cui ha recuperato nel secondo set alle sbavature di inizio partita le danno molta fiducia per questo finale di torneo che la vedrà ancor più come grande favorita. Tra lei e la sesta finale consecutiva c’è solo Daria Kasatkina, che ha battuto 6-4 7-6(5) Veronika Kudermetova nel primo match di giornata e ha perso 3 volte su 3 contro Iga nel 2022.

Oggi la partita sembrava indirizzata sui suoi binari fin dai primi scambi, ma un brutto game al servizio sull’1-0 le è costato una fase piuttosto incerta e fallosa. Si notava come il suo palleggio da fondo facesse malissimo per pesantezza di palla e come il suo dritto viaggiasse e saltasse col top spin dopo il rimbalzo. Il problema però è che dopo il break immediato ha perso la battuta da 40-0 con cinque punti consecutivi. Ha impiegato una ventina di minuti circa, steccando molto col rovescio e non trovandosi sempre al posto giusto in campo, litigando un po’ con se stessa.

La partita ha cominciato a svoltare sul 3-2 Pegula, col primo vero game dove Swiatek ha trovato le marce alte segnando un vincente dopo l’altro e continuando la serie con l’immediato 0-30 frutto di altri vincenti. Jessica, nel momento di difficoltà, andava sotto 15-40 e lì purtroppo il momento che ha segnato lo stacco tra le due. Dopo un lungo scambio l’americana ha cercato una palla corta ben eseguita e su cui la polacca è riuscita, in apparenza, a rimandare la palla di là. Nessuno, né le giocatrici (Pegula soprattutto), né l’arbitro (il vero responsabile nella circostanza), ha notato il doppio rimbalzo. Swiatek era sulla palla, ma arrivava da una corsa furiosa ed era in estremo allungo, massimo sforzo. Dire abbia qualche responsabilità è un gioco molto difficile: può forse essersi accorta di qualcosa, ma se l’arbitro non chiama e l’avversaria non dice assolutamente nulla andandosi a sedere alla propria panchina, la stessa Swiatek può aver pensato fosse tutto ok.

Pegula comunque ha giocato una gran partita, per quelle che erano le previsioni, e già dopo quel cambio campo ha subito creato chance. Probabilmente la Swiatek di oggi non è stata un fulmine, tatticamente, perché raramente cercava gli angoli e palleggiava forse troppo nella zona di competenza dell’avversaria, che si muoveva bene e si appoggiava soprattutto col dritto con grande efficacia giocando anche sulla forza che Swiatek imprimeva. Qualche brutta risposta, però, e Swiatek allungava sul 5-3, chiudendo il parziale con un nuovo break.

Quell’episodio di fatto ha creato i presupposti per il parziale di otto game a due per la numero 1 del mondo, che però stava crescendo nella spinta e nella qualità. Non ci sarà mai la controprova, e in alcuni casi basterebbe davvero che il mondo del tennis si schiodasse dalle sue condizioni per facilitare la vita ad arbitri e giocatori implementando la funzione del replay anche per i doppi rimbalzi, ma di fatto la giocatrice stra-favorita stava prendendo spinta e punti importanti, come avvenuto anche all’inizio del secondo set quando sull’1-1 ha salvato un importantissimo turno di battuta con tante parità e dove Pegula ha messo assieme diversi punti di grande valore con qualche variazione e alcuni dritti nei pressi delle righe. Tanto rischio, tanta resa, rovinati però da alcune risposte non perfette come quella sulla chance di 2-1. L’urlo di Swiatek sul punto che ha chiuso la serie è stato molto significativo anche perché chance mancata ed ecco la fuga. Iga è tornata a spingere in risposta e malgrado qualche errore in lunghezza è arrivata alla prima palla break, ben cancellata da Pegula, e subito dopo alla seconda occasione ha messo a segno il rovescio lungolinea vincente in risposta.

L’allungo sul 4-1 è stato il preludio a due game più tardi quando la numero 1 del mondo non ha voluto concedere il servizio all’avversaria ed è scappata subito avanti 15-40. Non ha realizzato i primi tre match point, ma sul quarto ha lasciato andare ancora una volta il proprio rovescio in lungolinea.

Importante, dopo le fatiche contro Zheng, non aver sprecato altre energie e domani sarà già in campo, nella seconda semifinale, contro una Kasatkina che oggi ha vinto una sfida con discreta tensione e poca qualità contro la connazionale Veronika Kudermetova. Nel primo set era indietro 3-1 brekkando poi la russa sul 4-4, nel secondo c’è stata grande lotta finché un nuovo break sul 4-4 non sembrava portare alla fine dell’incontro. Kudermetova, dopo un medical time out, è riuscita a rientrare ma nel tie-break si è poi arresa.

Sarà la prima volta in carriera per Kasatkina tra le migliori quattro in uno Slam, la terza per Swiatek che oltre al Roland Garros 2020 aveva raggiunto la semifinale già all’Australian Open nel gennaio di quest’anno.

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