Statistiche della settimana: Djokovic come McEnroe, Berrettini sogna in grande

Il serbo eguaglia i titoli vinti dallo statunitense, Matteo chiuderà l'anno nei primi otto

Una volta fuori gioco Nadal impossibilitato a giocare la semifinale a causa di un risentimento muscolare che speriamo non gli impedisca di partecipare alle imminenti Finals di Londra, Nole Djokovic è andato spedito a vincere il suo 34simo Masters 1000 (quinto a Parigi) dimostrandosi inavvicinabile per tutti gli altri.

In un crescendo inaspettato dopo un esordio incerto (causa influenza) contro l’inesperto francese Moutet, il numero uno del mondo ha abbattuto come birilli l’attuale numero uno del tennis inglese Edmund, il lanciatissimo Tsitsipas, semifinalista a Shanghai e a Basilea, il ritrovato Dimitrov che rilanciato dalla semifinale agli US Open è in serie positiva tanto da tornare a respirare l’aria dei quartieri alti (n.20).

Per completare infine l’opera ha battuto il 20enne canadese Shapolavov, che durante tutta la settimana aveva impressionato più di tutti e aveva anche riposato visto che all’esordio aveva usufruito del ritiro di Simon dopo 4 game e un’ora prima della semifinale ha ricevuto il regalo inaspettato di Nadal che comunicava il suo ritiro. Nel frattempo però aveva superato in sequenza Fognini, Zverev e Monfils che si giocava il viaggio a Londra, meritandosi pertarto ampiamente di giocarsi il titolo nella sua prima finale in un Masters 1000 dove però ha resistito molto poco alle chirurgiche geometrie di mago Nole che lo ha demolito in un’ora e cinque minuti (6-4 6-4) dimostrando di essere pronto per cercare di chiudere l’anno come numero uno del mondo, posizione nella quale da ieri è subentrato Nadal che a questo punto vanta un vantaggio di 640 punti sul rivale. Tutto si deciderà alla 02 Arena di Londra la prossima settimana.

La sensazione lasciando Parigi, sulla scia anche di quanto visto la settimana precedente a Basilea, dove Federer ha vinto strapazzando in sequenza Tsitsipas e de Minaur, è che nonostante i progressi oggettivi fatti finora dalla schiera degli esponenti più accreditati della Next Gen, l’ultima arrampicata appare per ora proibitiva per chiunque e prima che si creino le condizioni adatte potrebbe passare ancora molto tempo.

I numeri della stagione avallano questa previsione. Focalizziamo l’attenzione sui risultati dei 14 appuntamenti più prestigiosi della stagione a livello individuale (Slam, Masters 1000 e ATP Finals):

Alla vigilia delle ATP Finals che chiuderanno la stagione, sono 9 le vittorie ottenute complessivamente dai Fab Three: 4 quelle conquistate da Djokovic e Nadal e una da Federer (Miami). Già eguagliato il bottino delle due stagione precedenti con ottime possibilità di rimpinguarlo a Londra. Relativamente all’ultimo triennio colpisce l’en plein ottenuto dai tre campionissimi nei quattro tornei dello Slam, il che ha un solo precedente nel lontano triennio 2006 -2008, sintomo di eternità.

L’unico tennista che sia riuscito incisivamente ad intaccare questo oligopolio è stato Murray che nel complesso, tra il 2008 (all’età di 21 anni) e il 2016, è riuscito a centrare 18 successi tra cui 3 Slam (Wimbledon 2013 e 2016 e US Open 2013). Agli altri solo le briciole e questo è un elemento di frustrazione che appare contagioso.

Torneo degli italiani

L’ultima settimana di tornei ATP si è chiusa in sordina per gli italiani che nell’ultimo Masters 1000 dell’anno sono rimasti senza vittorie. Fognini, Seppi e Berrettini hanno perso tutti all’esordio contro avversari che peraltro si sono dimostrati protagonisti anche nei turni successivi, a cominciare dal moldavo Albot che ha superato Seppi con due tie break e ha sfiorato il successo contro Monfils negli ottavi, continuando con Tsonga che ha eliminato Berrettini spingendosi poi fino ai quarti dove ha dato filo da torcere anche a Nadal, per finire con Shapovalov che ha disputato un torneo strepitoso nel quale in sequenza a partire dai sedicesimi, ha raccolto gli scalpi prestigiosi di Fognini, di Alexander Zverev, spegnendo poi nei quarti le ambizioni di Monfils che era in corsa per un posto alle Finals di Londra.

Quest’ultimo risultato, seguito alle sconfitte precoci degli altri tennisti in corsa per l’ultimo posto disponibile, ha permesso di tradurre in realtà il sogno di Matteo Berrettini che pur avendo perso all’esordio, ha mantenuto l’ottava posizione nella Race che gli consentirà di rientrare tra gli otto Maestri che si contenderanno il trofeo finale alla 02 Arena di Londra.

Per il tennista romano trattasi di un’occasione straordinaria quanto inaspettata fino a qualche settimana per entrare, a 23 anni, nella storia del tennis italiano diventando il primo italiano di sempre a vincere un match alla ATP Finals. Cosa non riuscita nei due precedenti risalenti al 1975 con Panatta e al 1978 con Corrado Barazzutti, i quali, in 6 match disputati in totale, portarono a casa un solo set a testa.

Trattasi di un’impresa non impossibile e in ogni caso sarà un’opportunità di crescita formidabile nella quale il nostro tennista che non ha nulla da dover dimostrare, potrà giocare a braccio sciolto per almeno tre match consecutivi indipendentemente dai risultati, contro i migliori del mondo. La stagione gli ha dato molto di più di quanto fosse lecito aspettarsi, assicurandogli almeno l’ottavo posto del ranking di fine anno. Tutto ciò che arriverà sarà guadagnato ma siamo certi che Matteo non lascerà nulla di intentato per continuare a stupire.

Altri numeri

2 – I tennisti non compresi tra le teste di serie giunti in semifinale: Dimitrov e Shapovalov. Quest’ultimo è poi approdato in finale.

3 – Gli anni trascorsi senza vincere un match da parte degli italiani a fronte di 6 sconfitte. L’ultimo a vincere fu Lorenzi nel 2016.

5 – Le vittorie di Djokovic a Parigi-Bercy. Quattro i plurivincitori:

Djokovic a livello di Masters 1000 ha fatto meglio solo a Miami dove si è imposto 6 volte.

6 – I tennisti ad aver vinto a Parigi senza perdere un set: Mansdorf (1988), Edberg (1990), Enqvist (1996), Federer (2011), Djokovic (2014 e 2019).

8 – Il nuovo best ranking di Matteo Berrettini, terzo italiano di sempre nell’Era Open alle spalle di Panatta e Barazzutti:

29,03 – Il tasso di performance dei tennisti azzurri a Parigi Bercy nelle 30 edizioni disputate:

32 anni e 5 mesi – L’età di Djokovic che diventa il vincitore più anziano del torneo.

77 – I tornei vinti da Djokovic che cosi raggiunge Mc Enroe:

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