Wimbledon: Federer passeggia contro Lacko, bene Raonic, fuori Pouille

Roger Federer anche oggi delizia il Centre Court, centra una vittoria, la numero 93 qui a Wimbledon, superando agevolmente Lukas Lacko. Il francese sconfitto dal qualificato Novak.

[1] R. Federer b. L. Lacko 6-4 6-4 6-1 (Giovanni Putaro)

Mentre noi ci abituiamo a vederlo senza “baffo”, lui prosegue la sua marcia verso il titolo, che sarebbe il nono qui a Church Road. Roger Federer anche oggi delizia il Centre Court, centra una vittoria, la numero 93 qui a Wimbledon, superando agevolmente Lukas Lacko e rimanendo fedele agli H2H, due, sempre in un torneo dello Slam, entrambi a favore dello svizzero. Nonostante i ritmi di gioco iniziali relativamente blandi, deve subito sopravvivere ad un game ai vantaggi di sette minuti, lo slovacco, che, limiti tecnici a parte, si presenta molto centrato, cerca, e a volte riesce, a togliere il tempo a Roger. L’equilibrio si spezza, tuttavia, nel settimo gioco, in cui il padrone di casa lavora ai fianchi il suo avversario e vede le prime palle break dell’incontro.

Agguantato l’allungo, cambia la melodia: l’otto volte campione sale in cattedra, lustra un po’ i colpi in repertorio e, tra ricami e un servizio impeccabile (100% dei punti fatti quando apre il campo con la prima) incassa il set inaugurale. Prima di dilagare anche nel secondo, trova il tempo di stupirci con una palla corta irreale, Federer, che brekka sul 2-2 evidenziando il problema cardine che sta alla base della differenza tra i due: quando lo svizzero cambia velocità alla palla, o vince subito il punto o l’altro viene indotto all’errore.

È pura formalità la gestione che porta il Re a bissare il distacco, visto che in battuta è una macchina e, nell’arco dell’intero secondo parziale, non ha perso nemmeno un punto, aggiudicandosene venti su venti. La preda è ormai in ginocchio e lo sa bene il numero uno del seeding che, a terzo set appena avviato, con una risposta imprendibile di rovescio si procura una palla break e la converte grazie all’errore di un Lacko che cederà nuovamente il proprio turno, ma si toglierà la “soddisfazione” di interrompere la striscia di 35 punti ottenuti da Fed al servizio, prima di salutare il Centrale. A giudicare l’andamento di questi due turni del campione in carica, che all’All England Club non perde un set dalla semifinale contro Raonic del 2016, pur tenendo a mente il livello degli sfidanti, sembra ci sia stato un mutamento rispetto ai tornei di Stoccarda ed Halle, nei quali aveva convinto poco e faticato tanto. Chissà che l’erba che più lo ha consacrato in carriera non gli restituisca il vigore necessario per l’ennesimo trionfo finale.

[Q] D. Novak b. [17] L. Pouille 6-4 6-2 6-7(8) 3-6 6-2 (Cristina Pozzoli)

L’austriaco Dennis Novak, numero 191 della classifica ATP, ha compiuto l’impresa della vita battendo Lucas Pouille, testa di serie numero 17 del seeding, e raggiungendo il terzo turno, partendo dalle qualificazioni, alla sua prima presenza nel main draw di Wimbledon. Nei primi due parziali Novak ha dominato il francese con uno schema semplice ma molto efficace: un gran servizio e colpi profondi e precisi con cui alternare gli angoli preparando lo spazio per l’affondo definitivo. Concentratissimo e molto determinato, l’austriaco non ha accusato alcuna distrazione, nonostante un MTO chiesto da Pouille per farsi trattare il ginocchio destro all’inizio del secondo set. Nel terzo set la classe del francese pian piano è uscita, ha iniziato a piazzare più prime e con grande equilibrio si è arrivati al tie break. Per la prima volta dall’inizio del match Novak ha iniziato a dare qualche comprensibile segnale di nervosismo ma il francese non è riuscito ad allungare sbagliando qualcosa di troppo quando non avrebbe dovuto. Segnali di cedimento non se ne sono visti a parte uno scambio di mini break e, seguendo l’ordine del servizio, sono arrivati due match point in risposta per Novak, che non è riuscito a convertire, e poi Pouille ha chiuso al secondo set point in suo favore. Inevitabile a questo punto il calo più mentale che fisico di Novak che nel quarto parziale via via si è spento. All’inizio del quinto set il francese sembrava favorito per come si erano messe le cose ma l’austriaco lo ha freddato strappandogli il servizio in apertura con una risposta vincente di dritto e poi ha confermato subito il vantaggio ritrovando le prime vincenti che aveva smarrito nei due set precedenti. Pouille si è aggrappato al suo talento e ha messo a segno il contro break nel quarto game ma poi si è fatto ancora trafiggere dalle risposte di Novak che, ritornato con gran personalità al livello dei primi due set, non ha più perso un game conquistandosi la sfida con Raonic al terzo turno.

[3] M. Cilic b. G. Pella 6-3 6-1 (Giovanni Putaro)

Il secondo favorito del torneo per i bookmakers inglesi contro il tennista che non ha mai raggiunto il terzo turno a Wimbledon. Marin Cilic per due set surclassa Guido Pella senza troppi fronzoli: pronti-via tre game di fila per il croato, che trova il break valevole per il primo set grazie alla netta pesantezza dei suoi colpi, nel secondo gioco. L’argentino prova a farlo muovere ma gli apre troppo gli angoli, permettendogli di sfondare con i fondamentali. Accorcia spesso, invece, nel secondo parziale, ma non per demeriti suoi, quanto più perché le pallate di Marin sono profondissime e valgono la rottura subito, nel game iniziale, tagliando ancora di più le gambe e la mente di Pella, incapace di imporre il suo tennis e brekkato in altre due circostanze che chiudono ufficialmente il set. Il terzo set comincia con i due che tengono i servizi fino al 3-2 per il croato quando la pioggia li costringe ad una lunga pausa. I due tornano in campo quando è praticamente buio, forse nella speranza che Cilic possa chiudere. E invece succede l’impensabile: sulla prima palla break da fronteggiare Cilic scivola e Pella ne approfitta tirando un rovescio profondo che consiglia tutti quanti ad andare a riposare. Ci si prova domani.

[13] M.Raonic b. J.Millman 7-6(4) 7-6(4) 7-6(4)

L’australiano viene premiato fino a un certo punto dalla sua pazienza d’oro, che gli ha permesso di rimanere sempre sul pezzo per 2 ore e 42 minuti, quando si è arreso al terzo match point. Millman è stato infatti invidiabilmente sereno e ha sempre mantenuto dei nervi d’acciaio, cosa assolutamente non da poco quando si fa tanto per conquistare punti in risposta e poi arriva un giocatore come Milos Raonic, con una media che può arrivare anche a 15 ace ogni set, e che tira una prima all’incrocio delle righe a 235 km/h. Dal punteggio probabilmente si può già comprendere l’andamento del match, con il canadese che si è potuto permettere oggi come altre volte di affidarsi se non totalmente, diciamo quasi, alla sua arma, il servizio. Nel primo set difatti è stato molto passivo in risposta e sia lui sia l’australiano hanno così tenuto molto facilmente il servizio.
La differenza, come prevedibile, c’è stata al tie-break, quando Raonic sapeva che avrebbe dato il meglio di sé non solo al servizio, ma anche in risposta. Il primo parziale si è chiuso, a conferma di quello che abbiamo detto precedentemente, con 33 punti vinti per ciascuno, con 15 aces per il canadese ma anche 11 errori non forzati (contro uno solo di Millman).
Nel secondo set la percentuale di prime palle di Raonic (90%), è stata davvero devastante, ma non ha precluso all’avversario la possibilità di ottenere il controbreak dopo aver perso il servizio sul 3-3. Così anche il secondo parziale è stato inevitabilmente deciso al tie-break.
Nel terzo tuttavia si è ripetuto il monotono canovaccio del primo, senza nemmeno un break e con Raonic che poteva o non poteva vincere i game al servizio dell’avversario, ma che non disprezzava arrivare per la terza volta al tie-break. Comunque bisogna fare i complimenti a John Millman perché la frustrazione e la rassegnazione per l’egemonia al servizio di Raonic avrebbero potuto scoraggiarlo ben presto rispetto al perdere tre set tutti al tie-break, ma evidentemente così non è stato. Adesso sarà Raonic-Novak, il qualificato che ha stupito tutti battendo Pouille al quinto set, nonostante avesse avuto ben 2 match point già al terzo, prima di essere rimontato solo parzialmente.

 

Le altre partite (Cristina Pozzoli)

Avanti senza problemi Sam Querrey, numero undici del tabellone, che ha liquidato in tre set la wild card Sergiy Stakhovsky e prosegue nel suo cammino (che potrebbe vederlo opposto a Federer nei quarti). La sfida con Gael Monfils (giustiziere di Paolo Lorenzi) al prossimo turno darà maggiori indicazioni sulle reali condizioni di entrambi.

Al terzo turno anche Daniil Medvedev (facile vittoria contro Guillermo Garcia Lopez) e Adrien Mannarino, numero 22 del tabellone, grazie alla solida vittoria contro Ryan Harrison, che si sfideranno per un posto al quarto, traguardo importantissimo per entrambi.

Nonostante 61 ace, Ivo Karlovic ha ceduto il passo a Jan-Lennard Struff (che ne ha serviti 31!). Quattro ore di gioco a suon di servizi, tre tie-break e la chiusura 13-11 al quinto in favore del tedesco che al prossimo turno affronterà Sua Maestà.

 

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