WTA Tianjin: Sharapova, il primo trionfo dopo mille fatiche

Maria Sharapova è la nuova campionessa del WTA International di Tianjin dopo una partita tutta in rimonta contro Aryna Sabalenka: primo titolo da Roma 2015.

[WC] M. Sharapova b. A. Sabalenka 7-5 7-6(8)

Se Maria Sharapova ed Aryna Sabalenka si ritroveranno, tra qualche anno, nelle stesse condizioni di oggi e giocassero la stessa partita 10, 100 volte, verrebbe da azzardare che la giovanissima bielorussa potrebbe perdere in pochissime circostanze. Chiariamoci: per “stesse condizioni di oggi” si intende una russa di buon livello, con qualche fiammata importante, contro un’avversaria invece pronta a far valere tutte le sue qualità dopo una settimana esaltante. Impressionante la capacità della numero 101 del mondo, classe 1998, di colpire in spinta continua e generare vincenti bellissimi da vedere per qualità (appunto), velocità e precisione.

A pesare, oggi, i due importanti vantaggi sprecati in entrambi i parziali: prima 4-1 avanti, poi addirittura 5-1, ma alla fine sconfitta 7-5 7-6(8). Cosa è successo? Tensione, sembra l’ipotesi più probabile. Non si è manifestata con un blocco del gioco, ma la mente deve aver pensato a quanto stava facendo e a come stava tenendo molto bene il campo di fronte a quella che è una delle giocatrici che più ha ammirato quando era piccola. Fa sempre effetto pensare che per quanto Sharapova sia, nell’occhio di tutti, ancora la ragazza che “pochi anni fa” si imponeva a Wimbledon ancora diciassettenne, tra le due oggi ci siano ben 11 anni di differenza.

Sharapova ha avuto da faticare tantissimo per rientrare, era molto complicato per lei scambiare contro una giocatrice che, veramente, dimostra ancora una volta di avere un gioco frenetico, che purtroppo per lei forse non le garantirà la massima solidità nell’arco della carriera perché verrà esposta ad alcune pause anche nel corso della stessa partita (come oggi), ma con una capacità non solo di colpire forte ma anche, e lo si è visto in diversi momenti tra ieri e oggi, di muoversi in avanti e prendersi punti con tocchi delicati come il match point, il terzo, salvato con un tocco di fino a pochi passi dalla rete. Anche ieri, contro Errani, nelle circostanze in cui è avanzata per il campo sapeva abbastanza bene come farsi trovare nei tentativi di passante dell’azzurra.

Oggi, di nuovo, una grande partenza l’aveva spinta fino al 4-1. Impattava molto bene la risposta sul dritto, tanto da poter quasi fin troppo facilmente cercare l’immediato vincente. Sharapova un po’ imballata, come era la sensazione di tutta la sua settimana cinese, un po’ impotente di fronte a questa esibizione di forza, ha dovuto far ricorso prima a tutte le sue capacità di far valere il proprio carisma, poi ha approfittato del primo momento di pressione della bielorussa. Sul 2-4 è venuta a capo di un game di risposta estremamente complicato, dove aveva sì avuto 3 palle break, ma Sabalenka riusciva sempre a trovare lo spunto per difendersi anche con coraggio, come in una circostanza dove ha alzato un lob di rovescio che ha ricacciato indietro una russa in piena spinta fino a farle perdere il punto. Lo scambio che però ha girato il game è stato vinto con un dritto lungolinea di difficoltà enorme, quasi in controbalzo. Sul 5-5, invece, ha ripreso un turno di risposta da 30-0 approfittando inizialmente di un doppio fallo, poi vincendo uno scambio in difesa con un dritto in recupero terminato sulla riga che ha girato l’inerzia, e poi con un nuovo doppio fallo di Sabalenka, stavolta sulla palla break.

Nel secondo parziale ci si poteva attendere una bielorussa che, da tipica underdog e dopo un set giocato così bene e perso per un’inezia, potesse calare. Tutto il contrario. È ripartita con lo stesso spirito del primo, continuando nel suo gioco senza il minimo cenno di cedimento. Stavolta i break conquistati sono stati due, ma se sul 5-1 si è trattato di un calo di concentrazione (comunque non meno grave, visto che contro queste avversarie basta un’unghia e si prendono un braccio, il più delle volte) per ritrovarsi immediatamente con l’acqua alla gola. Sul 5-3 Sharapova ci ha creduto fortemente e anche dopo le prime 2 chance mancate, grazie a due ottimi servizi della rivale, e ad una terza dove il nastro si è divertito ai suoi danni, alla quarta è riuscita a portarsi a distanza di un game di battuta.

Sabalenka ha avuto la sua occasione, quando sul 5-4 si è trovata un set point, ma di nuovo il braccio non era più così sciolto e di colpo quella palla non voleva più entrare. Due risposte sbagliate e 5-5. A questo punto l’ex numero 1 del mondo aveva la chance di accelerare i tempi ed evitare un terzo set abbastanza incognita visto quanto speso e l’incertezza che ancora fa capolino sulle sue prestazioni sulla lunga durata. Salita 6-5 e servizio, però, non ha saputo concludere e con un doppio fallo, appena il secondo del suo match, concedeva a Sabalenka l’ancora del tie-break.

Il gioco decisivo è stato estremamente equilibrato, anche se a conti fatti solo Sharapova ha avuto chance di vincerlo. Sabalenka è stata avanti 4-3 e servizio prima di subire però 2 ottime risposte. Sul 5-4 un doppio fallo seguito da un ace mandavano la russa al primo match point. C’è voluto, appunto, il quarto per mettere la parola fine all’incontro, con un ottimo servizio al centro non risposto.

Titolo numero 36 per la russa, il primo da Roma 2015, il primo sul cemento da Brisbane nella stessa stagione. Verrebbe da dire, come scritto su tante bandiere russe in giro in questi mesi negli stadi di tutto il mondo “she’s back”. Non sarebbe male, effettivamente, riavere davvero la miglior Sharapova a completare questo incredibile pacchetto di mischia nei piani alti del ranking WTA. Lei come tante altre. Non va però dimenticato che è Tianjin, all’estremo confine della geografia tennistica mondiale e che spera di approfittare del prestigio di una Sharapova nell’albo d’oro per crescere nell’appeal. Lei, intanto, ha soltanto ricominciato il suo cammino.

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