Rublev: “Ho avuto brutti momenti nel passato ma sono ancora qui a combattere”

La conferenza stampa di Andrey Rublev dopo la vittoria su David Goffin negli ottavi dello US Open: ”Il prossimo match sarà una sfida per me, per vedere dove sono arrivato”.

Hai detto che Rafa Nadal era il tuo idolo da piccolo, che gli hai copiato qualcosa. Cosa pensi del fatto che giocherai contro di lui nel prossimo match?
Nulla. Cercherò solo di divertirmi, questa è un’ottima sfida per me, per vedere a che punto sono arrivato, quanto distante sono dai top player e quanto ancora avrò bisogno di lavorare. Quindi, vedremo.

Come descriveresti il suo ed il tuo gioco?
Direi che lui si muove stupendamente e ha un’ottima difesa. E, riguardo a me, che ho ottimi colpi e posso giocare davvero veloce, con un ritmo velocissimo. Credo che questo sia la parte principale del mio gioco.

A parte le vittorie quali sono le cose che ti piacciono di più degli US Open e di New York?
Sai non vedo molto della città visto che sto spesso in campo ma la mia cosa preferita qui, quando vinco il match, è il sapere che il giorno dopo sarà libero. E questa sera è la migliore. So di aver vinto, posso cenare più tardì e dormire quanto voglio. È la cosa migliore.

Hai grandi possibilità. Cosa è successo quest’anno, cosa ti ha fatto fare la svolta? Da dove ti è arrivata la fiducia? Un torneo o una partita specifica?
No, semplicemente lo scorso anno ho cambiato il mio team completamente. Sono andato a Barcellona per allenarmi col nuovo coach ed il nuovo fisioterapista, tutto nuovo. Questo è l’unica cosa che ho cambiato dall’anno scorso.

Come mai questo cambio?
Perché prima non andava. Era qualcosa, non so, che mi mancava. Ora, mi sono spostato lo scorso anno, inizia il vero lavoro. Sentivo che non stavo migliorando. Peggioravo e continuavo a peggiorare e quindi ho deciso di cambiare.

Ti aiuta vedere un sacco di giovani che stanno crescendo, diventano dei nomi, sconfiggono dei grandi e qui perdono lasciando te come il più giovane ai quarti?
Penso sia una gran cosa perché ci diamo motivazione l’un l’altro. Quando vedi, ad esempio, un ragazzo giovane vincere grandi partite inizio a pensare che se lui può vincere magari posso anche io. Perché no? Mi motiva un sacco. Ma tutti questi ragazzi hanno un livello davvero alto. Shapovalov, Zverev, Coric hanno battuto tutti i giocatori più forti, anche loro hanno il livello per poter essere ai quarti, in semifinale. Oggi io sono qui ma nel prossimo torneo loro possono tranquillamente vincere o essere in finale.

Cosa ammiri di più in Rafa, cosa ti ha colpito di lui da bambino?
Non lo so, semplicemente mi piaceva guardarlo da bambino. Un po’ come con Safin. Penso sia davvero un professionista che cerca di fare tutto in maniera perfetta ed è per questo che è il numero uno, uno dei miglior tennisti della storia.

Molti ragazzi in Russia sono più attirati dall’hockey o da altri sport olimpionici. Cosa ti è piaciuto del tennis?
Beh mia mamma è un’allenatrice di tennis ma non è questa la ragione per cui ho iniziato. Non lo so, ero piccolo e ho sempre praticato altri sport. Ma ero sempre in un campo da tennis. Mio papà era un giocatore di box e quindi ho praticato anche questo sport ma non mi piaceva. Quando ero lì volevo andarmene mentre quando ero in un campo di tennis mi piaceva parecchio. Adoro anche il calcio ma ad un certo punto ho pensato che se volevo giocarci dovevo fare meno tennis e non ero pronto per questo. Volevo giocare a tennis tutti i giorni. Ho detto a me stesso che volevo giocare ogni giorno e che non potevo stare senza il tennis. Questo è tutto.

Anche se sei davvero molto giovane nella tua carriera ci sono stati alti e bassi. Ti ho notato tre anni fa in Australia fra i juniors e attendevo il momento in cui avresti fatto il salto e ti saresti trovato come oggi. Ci sono stati momenti in cui hai dubitato di te?
Gli ultimi due anni sono stati così. In particolare l’anno scorso ero molto depresso, piangevo. Ora invece sono davvero contento, va decisamente meglio. Ho avuto brutti momenti ma sono ancora qui a combattere e cercare di dare il meglio.

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