WTA Cincinnati: Halep, sarà la volta buona? Muguruza domina Pliskova

Ci siamo nuovamente: Simona Halep per la terza volta è ad una vittoria dal diventare numero 1 del mondo. Dovrà battere Garbine Muguruza nella finale di Cincinnati.

[2] S. Halep b. [WC] S. Stephens 6-2 6-1 (Diego Barbiani)

6390 contro 6385. Adesso sono solo 5 i punti che separano nel ranking Simona Halep, numero 2 del mondo, da Karolina Pliskova, leader almeno per una notte. Ancora una volta, la terza nitida, la quarta in totale, la rumena giocherà per diventare la nuova numero 1 del mondo. Prima il fallimento al Roland Garros, quando era avanti 6-4 3-0 e 3 chance del 4-0 contro Jelena Ostapenko, poi a Eastbourne quando nei quarti di finale guidava 7-5 3-0 e servizio contro Caroline Wozniacki (avrebbe poi dovuto battere Heather Watson in semifinale per diventare numero 1: lo scoglio più difficile era contro la danese) e poi ancora a Wimbledon, quando nei quarti di finale guidava di un set contro Johanna Konta.

È sempre uscita con le ossa rotte, ma il destino è stato molto magnanimo e lo sarà ancora allo US Open, in caso di fallimento domani. Ma questa ipotesi non vuole essere contemplata. Halep vuole il numero 1, vuole dimostrare a se stessa e agli addetti ai lavori che questi mesi invece che danneggiarla l’hanno aiutata a crescere. Così qui, in Ohio, ha compiuto ancora un percorso perfetto, demolendo le sue avversarie prima dei quarti e poi superando lo scoglio più difficile, la stessa Konta che le diede grandi dispiaceri tra Wimbledon e Miami, sempre a livello di quarti di finale. Ieri un 6-4 7-6 di grande autorità, oggi un 6-2 6-1 a Sloane Stephens, a cui vanno tutti gli applausi possibili per la seconda semifinale in un Premier 5 consecutiva dopo 11 mesi di infortunio ed un rientro tra le top-100 a tempo di record. Era 934 il 7 agosto, lunedì prossimo sarà numero 80.

La partita odierna non ha avuto storia, è servita però alla rumena per lanciare un messaggio alla sfida di domani: ci sono, ancora una volta, non mi arrendo. Ormai è diventata una fissazione, da sbatterci la testa contro il muro più e più volte. Sarebbe la prima giocatrice del suo paese a diventare numero 1 del mondo, lei che è già un personaggio fin troppo famoso in patria (è di recente la notizia che nella sua città natale, Costanta, ha aperto una caffetteria) e che ha portato tantissimi connazionali a seguire il tennis dando enorme interesse e benefici a tutto il movimento. Vuole questa soddisfazione enorme, per lei e per ognuno di loro a cominciare da Darren Cahill, l’attuale coach che ha deciso di rimanerle accanto dopo la partita di Miami in cui lei si comportò male con lui durante un cambio campo. Tre mesi prima aveva dichiarato di volere Cahill fino alla fine della carriera, a fine marzo sembravano sul punto di lasciarsi. Ha avuto la forza di credere in lei, ora sembra arrivato il momento di prendersi la prima enorme soddisfazione della carriera, culminando un percorso di oltre tre anni in top-10.

[4] G. Muguruza b. [1] Ka. Pliskova 6-3 6-2 (Piero Vassallo)

Finisce come un anno fa, almeno nella sostanza, perché i ruoli invece si sono invertiti: nella semifinale del Premier di Cincinnati 2016 era stata Karolina Pliskova a dominare lasciando solo quattro giochi a Garbine Muguruza, un anno dopo è la spagnola a sbarazzarsi perentoriamente della ceca con un 6-3 6-2 in un’ora e venti che non ammette repliche. Dopo averla battuta nel primo confronto diretto (Roland Garros 2013), Muguruza aveva perso le successive sei sfide, torna a vincere dopo oltre quattro anni e non solo non permetterà a Pliskova di difendere fino in fondo il titolo vinto lo scorso anno, ma rischia seriamente di farla scivolare giù dal trono della WTA. Simona Halep ha l’ennesima chance di diventare numero 1, per farlo deve vincere il torneo, altrimenti tutto rinviato allo US Open, con Pliskova che però difende un’enormità di punti e parte nettamente svantaggiata rispetto alla rumena e alla stessa Muguruza, anche lei diretta interessata nella corsa alla vetta. Per Garbine quella di domani sarà l’ottava finale in carriera, la seconda stagionale dopo la meraviglia di Wimbledon, per raggiungerla ha giocato un match di altissimo livello contro un’avversaria non nella sua giornata migliore.

I due match in poche ore giocati ieri probabilmente hanno pesato sulle gambe e sulla testa di una Pliskova poco incisiva con il servizio e con un bilancio negativo tra vincenti ed errori non forzati. Dall’altra parte Muguruza non ha commesso sbavature, ha strappato subito il servizio alla ceca e ha controllato senza mai essere impensierita, chiudendo il set con un nuovo break mentre dall’altra parte Pliskova non ha saputo crearle grattacapi alla risposta. Le tre palle break nel primo gioco del secondo set (le uniche della partita) hanno rappresentato l’unico tentativo di reazione della numero 1 del mondo, scampato il pericolo Muguruza ha ripreso a giocare con grande serenità e dal 2-2 è arrivato lo strappo decisivo: quattro giochi di fila e partita in ghiaccio, pronta per l’assalto al quinto titolo in carriera, mentre per Pliskova non resta che la speranza di vedere nuovamente fallire l’assalto di Simona Halep, consapevole che lo scettro di regina è comunque sempre più vicino a sfuggirle dalle mani.

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