Sharapova: “Non pensavo di vincere, orgogliosa del mio lavoro”

“Non pensavo di avere la possibilità di vincere qui ed in qualche modo ci sono riuscita e di questo ne sono orgogliosa”, dice la russa

Puoi spiegarci cosa hai provato durante la partita, se eri nervosa? Sembravi davvero molto concentrata durante il match e poi le lacrime alla fine…
Ero davvero emozionata, pensavo solo ad andare avanti. Nel momento in cui mi sono resa conto che avrei affrontato Simona, ero a fare le unghie, ho preso il mio telefono e ho cercato su youtube i match fatti contro di lei e ho iniziato a studiare le nostre partite. E quindi sono arrivata preparata, con un piano. Poi una cosa è sapere cosa fare, un’altra è farla. Non sono stata molto in campo nelle ultime settimane, almeno non tanto come le altre ragazze in tabellone. Il fatto che io sia riuscita ad uscirne e giocare in quel modo, battere la numero 2 del mondo al primo turno, era da tanto che non mi sentivo così e penso queste siano state le mie emozioni del momento.

Alla ESPN avevi detto che non sentivi bene la palla durante l’allenamento pre partita. Puoi dirci cosa hai provato prima di entrare in campo, non sentendoti al 100% e come sei riuscita ad uscirne facendo una prestazione come quella di ieri?
Beh sai credo dipendesse molto dal fatto che non sono stata ultimamente molto in campo. Solo due settimane fa non sapevo se sarei stata capace di competere qui. Poi tornando indietro a Cincinnati e ripensando al 12 agosto non è stato un bel periodo. Fare la risonanza, aspettare i risultati, parlare col dottore, volare a New York per sentire un altro parere e col pensiero di poter perdere gli US Open. Tornandoci a pensare e vedendo dove sono ora, non lo so, è abbastanza sorprendente che sia riuscita a produrre un tale tennis che non c’era nei giorni precedenti al torneo.

Considerato come hai giocato e la bravura della tua avversaria forse tutto ciò ti dà un’idea diversa di dove puoi arrivare qui?
Guarda, mi godrò questo momento almeno un po’ ma poi devo andare avanti. Però devo assolutamente tenere in considerazione il feeling che sento ora, penso sia importante. Ma non devo darlo per certo, come pure il mio stato d’animo. Questa è stata una gran vittoria per me ma ora devo concentrarmi sul prossimo match.

Non so se hai fatto caso alla rezione del pubblico ma era positivo nei tuoi confronti. Dopo quello che è successo, cosa significa per te?
Moltissimo, è speciale. Qui negli States c’è sempre supporto, anche nel mio primo match a Stantford che era un evento minore, un po’ più intimo. Qui ovviamente è un’altra scala, completamente diversa rispetto ad ogni altra parte del mondo, è elettrizzante. Per quanto io voglia confinarmi nel campo, concentrarmi su cosa devo fare: l’esecuzione dei colpi e via dicendo, sento quell’energia , sento il pubblico. Ed è ciò che mi rende migliore, adoro quella sensazione, il fatto che ci siano fan che tifano sonoramente per entrambe le giocatrici, che è un gran match ed un gran livello.

Parlando di wild card: qui ne hai avuta una mentre il Roland Garros ha deciso di non dartela. Pensi sia stata una decisione giusta?
Quello è passato. Lo abbiamo già passato ormai.

C’è qualcosa nel suo gioco che sembra incentivare perfettamente il tuo? Hai vinto sette volte su sette contro di lei mentre tantissime producono un sacco di errori quando ci giocano contro. Con te ciò sembra non accadere.
Non direi incentivare. Abbiamo combattuto un match durissimo, non è stata una vittoria a man bassa. Ma penso che lei è proprio quell’avversaria che mi avrebbe battuto un sacco di volte quando ero più giovane. Il tipo di giocatrice con cui avevo più problemi capace di stare anche tre ore in campo e continuare a tirare, far grandi tiri. Hai visto il livello che è stata in grado di produrre verso la fine con quel lungolinea. Voglio dire: è la numero 2 al mondo, molto vicina alla posizione numero 1. Questo parla per lei. Ma nel sentire i grandi momenti si perde mentre io adoro questa sensazione.

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