WTA Gstaad: Bertens, la terra battuta è il tuo habitat naturale

A Gstaad arriva il quarto titolo in carriera per Kiki Bertens, tutti sulla terra rossa. Battuta in finale Anett Kontaveit.

[2] K. Bertens b. [3] A. Kontaveit 6-4 3-6 6-1

È Kiki Bertens la nuova campionessa del WTA International di Gstaad. Il torneo svizzero, che per il secondo anno ha visto svolgersi anche un evento femminile, è finito nelle mani della giocatrice che lo scorso anno fu battuta proprio all’ultimo atto da Viktorija Golubic.

È il quarto titolo in carriera per l’olandese, tutti ottenuti sull’amata terra rossa mentre rimane una maledizione per l’estone il torneo svizzero, con la seconda finale persa nello stato rossocrociato dopo quella di aprile e Biel. Per Bertens, inoltre, la nuova conferma che il suo habitat naturale è e sarà sempre la terra battuta. Perché è proprio su questa superficie che nel 2017 ha saputo ottenere una serie di risultati tra aprile, maggio ed ora anche luglio, che le permettessero di far fronte alla pesantissima cambiale in scadenza al Roland Garros, quando non ha confermato la semifinale del 2016 venendo eliminata al secondo turno.

Dopo un inizio di match molto agevole, con due break di vantaggio frutto della fretta della sua avversaria, si è ritrovata presto a lottare punto a punto, riprendendo un preziosissimo break sul 3-3. Finché si cercava di spingere e di tenere un ritmo alto, la sfida era equilibrata e bella, ma quando Bertens cominciava ad avere più pazienza, a lavorare lo scambio con colpi molto carichi, a scegliere di usare un colpo in più invece di provare una chiusura per mettere in difficoltà l’avversaria, lì difficilmente usciva dallo scambio senza il punto tra le mani.

Sicurezza che, abbastanza all’improvviso, ha perso nella seconda frazione. Nel primo game ha avuto una chance per andare avanti di un break, poi sull’1-2 ha perso un turno di battuta da 40-15, merito anche della reazione della sua avversaria. Confermato quel vantaggio, salvando una nuova palla break, Kontaveit si è poi aggiudicata il parziale con meno difficoltà. Nel set decisivo, però, Kontaveit è tornata ad essere molto frettolosa, dunque a sbagliare molto più del dovuto, creando quasi subito un divario tra lei e l’avversaria che non è stata in grado di colmare. Sul 4-1, Bertens ha colto il nuovo break che, di fatto, le ha consegnato la partita.

Con questo risultato l’olandese torna tra le prime 20 del mondo nella Race, la classifica che tiene conto dei punti racimolati nell’anno solare, a dimostrazione appunto che nonostante il vuoto di Parigi si è degnamente comportata negli altri appuntamenti dove ha ottenuto, tra l’altro, la semifinale a Roma. Ad inizio gennaio, quando in Australia aveva una testa di serie molto bassa, un giornalista olandese raccontava: “Farà molta fatica nei prossimi mesi, non è una giocatrice abituata ad essere così in alto e può avere difficoltà a livello mentale”. La sua previsione si rivelò esatta, fino a quando Bertens non ha ritrovato la terra rossa: oltre alla semifinale a Roma, il titolo a Norimberga ed ora anche quello di Gstaad.

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